La storica scuderia Ferrari sta assemblando il progetto 676. Una fase parecchio delicata dove tutto deve andare come previsto. A margine del superamento dei vari crash test della Federazione Internazionale, infatti, gli uomini del Cavallino Rampante sono al lavoro per dare forma alla vettura 2024. Una monoposto che, come ben sappiamo, porta con se un chiaro imperativo: rompere con il passato e realizzare un ulteriore step in avanti verso Red Bull.
Il simulatore ha fornito una prima indicazione sulla bontà del lavoro svolto, ma come sempre trattasi di informazioni che non possono essere viste come verità assoluta. Al contrario si attende la pista per validare i diversi up-date aero-meccanici messi in atto sulla progenitrice della SF-23. A quanto appreso dalla nostra redazione vige un cauto ottimismo che, a quanto pare, dovrebbe trovare conferme cronometriche nel prossimo mese di Febbraio.
Nel mentre, appunto, si sta procedendo con il mero montaggio dell’ultima opera italiana. Parliamo di un’operazione che precede i vari test al banco prova con relativo fire-up dell’unità di potenza 066/10. Un propulsore che ha trovato giovamento lo scorso anno tramite la massimizzazione delle sue componenti. L’endotermico è molto potente, il migliore del lotto. La parte ibrida vale quella Red Bull e finalmente può garantire un recupero di energia ottimale contenendo i consumi, elemento che limitato in parte il rendimento nella prima parte del mondiale 2023.
L’affidabilità è stata ulteriormente affinata e, considerando le 24 tappe iridate che formano il calendario dell’imminente campagna agonistica, i motoristi di Maranello sono convinti di poter offrire il massimo rendimento senza incappare in sostituzioni premature dei vari elementi. Resta da capire se saranno in grado di affrontare il lungo percorso con le sole tre power unit da regolamento. Aspetto che comunque non tedia le menti dei ferraristi, tenendo presente che usarne una in più, con una 4 unità, non cambierà i piani della rossa.
In attesa di validare il progetto 676 in Bahrain, dal 21 al 23 Febbraio, Ferrari sarà l’attore principale delle prove su pista del costruttore e fornitore unico di pneumatici italiani. Scenario spagnolo, Circuito of Catalunya, dove verranno utilizzati vari compound Pirelli. Tra queste le gomme ad attivazione ridotta prive di termocoperte. Una tre giorni dove la squadra modenese utilizzerà la doppia vettura. Da un parte la F1-75, dall’altra la SF-23 aggiornata.
Charles Leclerc e Carlos Sainz, piloti ufficiali, prenderanno parte all’avvenimento alternandosi al volante con Oliver Bearman e Arthur Leclerc. L’occasione è di quelle interessanti, in quanto sebbene siano senza dubbio da valutare le diverse limitazioni del caso. Si tratta di una una buona possibilità per realizzare un ulteriore raccolta dati con due wing car pur supportando in toto la causa Pirelli impegnata nel suo programma di sviluppo sulle coperture.
La scuderia con sede in Via Abetone Inferiore 4, infatti, garantirà interessanti informazioni e in un certo senso, come succede in questi casi, offrirà un preciso feedback in base alle esigenze dei propri progetti. Circostanza che può indirizzare il costruttore. Uno scambio di informazioni sul prossimo futuro per “saggiare” le mescole che un domani, di fatto, diventeranno ufficiali e saranno utilizzate nell’arco del campionato.
Essere parte di questi test costituisce una chance reale tramite la sperimentazione delle gomme che lavoreranno con una finestra di funzionamento decisamente più bassa. Vien da se come l’estrema attenzione verso tale provvedimento possa assicurare una sorta “di primo assaggio” sulle gomme, utile per affinare il feeling con le nuove coperture. Immagazzinare dati assai utili che, prossimamente, verranno incrociati con quelli successivamente raccolti in questa nuova “working range era“, futuro della F1.
Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari