La nuova Ferrari che verrà ha finalmente un nome: SF-24. Come avevamo anticipato in tempi non sospetti, 22 Gennaio 2024, tramite uno dei tanti nostri scritti dedicati alla rossa concernente la “favola della parità di trattamento nel prossimo futuro“, il team di Maranello sceglie la sigla che accompagnerà l’ultima opera di ingegneria aero-meccanica partorita in Via Abetone Inferiore 4. Due erano le ipotesi, ha vinto la continuità. Il tutto considerando che il corpo normativo è il medesimo e solo alcune piccole differenze che non cambiano la sostanza delle cose faranno presenza.
Il Cavallino Rampante si avvicina alla presentazione della monoposto 2024. Tanta l’attesa per sbirciare le nuove forme. Dovremo attendere l’unveiling del 13 Febbraio quando, ventiquattrore prima della giornata dedicata agli innamorati, a porte chiuse, la squadra modenese offrirà un primo sguardo sul progetto 676. Un’auto completamente rivista, al 95%, come gli stessi protagonisti hanno fatto sapere. Un programma di lavoro che proprio in questi giorni ha subito un’accelerata per assemblare l’arma che pretende sfidare la RB20. Impresa assai complicata tenendo presente il vantaggio tecnico della Red Bull.
Nel mentre, informazione di carattere informativo, arriva l’accordo con Ceva Logistics. Una partnership estesa tramite un nuovo accordo pluriennale con l’impresa transalpina. Parliamo dell’importante tematica legata alla logistica attraverso un rafforzamento tra le parti. Un campo d’azione enorme che comprende una “rete planetaria” per garantire il trasporto stradale, marittimo, aereo e ferroviario che, peraltro, dal 2023 prevede una netta riduzione dell’impronta di carbonio nei tanti viaggi da mettere assieme durante l’anno.
Per concludere questa introduzione prima di passare al fulcro dello scritto, vale la pena commentare brevemente le parole Marc Gené. Lo spagnolo lavora per la rossa da anni. Come persona informata sui fatti, benché il suo lavoro in Ferrari sia tutt’altro, il catalano sostiene che le attuali indicazioni del simulatore sulla SF-24 sono migliori rispetto a quelle dell’anno scorso. Sebbene dobbiamo attendere la pista per le conferme, il feedback dell’ex pilota di Minardi e Williams offre un respiro di sollievo.
In F1 nulla avviene per caso. Secondo le nostre informazioni, la scorsa settimana ha preso corpo un briefing operativo al quale ha partecipato l’intera GES. Occasione per disquisire sui dettagli relativi all’assemblaggio della vettura 2024 e, contestualmente, definire il programma di lavoro che prenderà il via durante i test ufficiali. Una tre giorni di prove in Bahrain che vedrà scendere in pista le nuove vesti aerodinamiche delle monoposto.
Contesto fondamentale per studiare a fondo il comportamento della Ferrari SF-24. Una raccolta dati che successivamente, nelle settimane che divideranno la rossa dal via del campionato, sarà molto utile per dar vita a un confronto incrociato con le risultanze ottenute tramite in potenti calcolatori. Validare il progetto 676 in pista non sarà semplice. Gli intoppi sono sempre all’ordine del giorno nella massima categoria del motorsport. Ragion per cui, ogni minimo dettaglio sarà valutato con estrema attenzione.
Questo perché layout e temperature a Sakhir non offrono uno riscontro assolutistico sul rendimento delle vetture. Senza contare che per comprendere il reale potenziale di un’auto di F1 nuova di zecca, la storia insegna, occorrono perlomeno tre gare se non di più. Arco temporale in cui solitamente vengono deliberati up-date già programmati. Tuttavia, per evitare errori passati che hanno spinto la rossa verso lidi poco proficui, il programma operativo attenderà precise conferme.
Cardile, a quanto appreso, preferirebbe tardare la produzione degli update di alcune settimane se i dati raccolti in Bahrain non saranno quelli sperati. Provvedimento che mira a forgiare nuove componenti solo quando la sicurezza di avere intrapreso il percorso corretto farà presenza. Le prossime 2 annate del regolamento non vedranno cambi sostanziali e un’ipotetica “distrazione tecnica” verso una strada errata, di fatto, farebbe perdere più tempo dovendo tornare sui propri passi.
Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari