Haas è un team di F1 che attualmente non funziona. Per lo meno questo dice la classifica iridata della campagna agonistica 2023, dove la scuderia a stelle e strisce si è piazzata all’ultimo posto della graduatoria dedicata ai costruttori. Un risultato insufficiente che peggiora quanto fatto l’anno precedente. Il nuovo corpo normativo non ha di certo aiutato il team di Kannapolis. La filosofia delle vetture americane ha seguito le idee Ferrari. Un’identità fallimentare che di fatto non poteva andare avanti secondo questi dettami.
La proprietà statunitense è in fermento. Gene Haas decise di effettuare il grande salto approdando nella massima categoria del motorsport nella stagione 2016. Lo fece stringendo una partnership molto forte con il team di Maranello, dalla quale ha “comprato” diverse proprietà intellettuali: sospensione posteriore, cambio, power unit. Per di più ha sempre deciso di seguire l’impostazione aerodinamica della rossa, prendendo forte spunto dai progetti italiani. Nel 2018 ha messo assieme il suo miglior mondiale, aggiudicandosi il quinto posto.
Da lì in poi ha galleggiato in un limbo che poco di buono ha prodotto. Grazie alla liaison con il Cavallino Rampante ha potuto annoverare tra le sue fila Simone Resta. Il tecnico italiano, sempre stipendiato dalla Ferrari, era andato in “prestito” dagli americani in concomitanza con la creazione della sede italiana all’interno della GES del team Haas. Il lavoro dell’ingegnere imolese non è stato affatto semplice perchè parliamoci chiaro…. “fare le nozze con i fichi secchi” è sempre un grande problema per chiunque.
Per questa ragione Simone non aveva più stimoli. Il suo mal di pancia risale alla passata stagione, momento in cui aveva già richiesto un reintegro in Via Abetone Inferiore 4 che però non è arrivato. In tempi non sospetti, poco più di un anno fa, la nostra redazione ebbe la possibilità di intervistare Resta. Le sue parole alquanto abbottonate lasciarono comunque aperta una possibilità di reintegro in Ferrari nel prossimo futuro. Presto capiremo se questa possibilità esiste o se il tecnico dovrà trovarsi un’altra sistemazione.
Contestualmente, nel “caos controllato” della Haas, un’altra personalità importante abbandona la squadra. Parliamo di Gunther Steiner che dopo una lunga esperienza spesa al comando della scuderia statunitense viene gentilmente messo da parte. La sua traiettoria all’interno della squadra va definita in maniera senz’altro positiva. Possiamo dire che l’alto atesino era una sorta di “collante” con Ferrari, sempre a stretto contatto di gomito con il team italiano e in particolare con l’ex ferrarista Mattia Binotto.
Il comunicato Haas non lascia tanto spazio all’immaginazione. Gene, patron della scuderia, senza mezzi termini fa sapere che per potenziare le prestazioni in pista della vettura Gunther non era la persona adatta. Per questo hanno preferito al suo posto il nipponico Ayao Komatsu nel ruolo di team principal, tecnico che a quanto pare è molto più preparato di Steiner per mettere in atto una rivoluzione in seno alla squadra, collocando al centro del progetto un mente molto differente nella maniera di pensare.
Il piano verso gli obiettivi futuri, pertanto, prevede il raggiungimento dei target prefissasti tramite modalità differenti, a quanto pare. Con ogni probabilità Haas ha deciso di non dipendere più dalla Ferrari, creando le sue monoposto da un foglio bianco senza utilizzare le idee della rossa. Per questo serviva migliorare le capacità di progettazione, per cercare successo e risalire la china. Un programma che prevede la costruzione di una struttura capace di alzare il rendimento in pista.
L’anelito è di quelli assai ambiziosi. Haas vuole diventare grande e per farlo non poteva continuare a dipendere totalmente dalla Ferrari. Resta da capire se la scuderia americana sarà effettivamente capace di proporre un progetto all’altezza, pur continuando a comprare parti meccaniche dalla rossa.
Autore e foto : Alessandro Arcari –@berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari