Il 2023 della Mercedes è stato paradossale. La classifica costruttori ha visto gli “uomini in nero” chiudere in seconda posizione con un bottino di 409 punti. A spaventare è il disavanzo nei confronti della Red Bull che ha ottenuto più del doppio dei punti. Il paradosso si configura proprio in questa differenza: rispetto al 2022 Mercedes peggiora lo score (515 i punti raccolti dalla W13 con George Russell e Lewis Hamilton, ndr) ma migliora la posizione in classifica scavalcando una Ferrari quasi in caduta libera a cui non è bastato recuperare prestazioni nella seconda parte del campionato.
La sensazione è che la Stella a Tre Punte si sia laureata vice campione del mondo in via quasi incidentale è forte. Ferrari, Aston Martin e, parzialmente, McLaren hanno giocato a farsi del male da sé con scelte non centrate che hanno permesso alla W14, incapace di vincere una gara spezzando una tendenza che durava da oltre un decennio, di passare agli annali come la seconda forza in griglia. Cosa che, nessuno ce ne voglia a Brackley e a Brixworth, fa sorridere.
Mercedes, per il biennio 2024-2025, quello della stabilità normativa che precede un vero e proprio terremoto tecnico, si è posta l’obiettivo di ridurre sensibilmente – e magari di annullare – il distacco dalla cima della F1 ora occupata comodamente dalla Red Bull. Il team è in fase di puntellamento, un lavoro che si compie non solo nella sfera aziendale, ma anche in quella psicologica.
La serenità di un tempo è stata parzialmente smarrita, fattore che ha fatto emergere tensioni ma soprattutto paure. Toto Wolff è dunque chiamato a trovare la quadra lavorando prima sulla testa dei suoi e poi sugli aspetti logistici, tecnici e organizzativi che servono per far funzionare al meglio un sodalizio di F1.
Il secondo posto, giunto nella maniera sopra indicata, può essere la molla che fa scattare nuovamente il meccanismo vincente della Mercedes? Quando a Wolff è stato chiesto se finire secondi aumenterà il morale della squadra, si è così espresso: “Questa è un’ottima domanda perché non ha una risposta unidimensionale. Dal punto di vista della mentalità, se me lo avessero chiesto all’inizio della stagione, avrei detto che non è molto importante se finivamo secondi o terzi”.
“Con quest’ultima posizione c’è un vantaggio sportivo visto che hai più tempo in galleria del vento per il prossimo anno“. In virtù del meccanismo ATR, la Mercedes avrà il 75% del monte ore di lavoro totale. Red Bull il 70%, 80% per la Ferrari. Non un gran vantaggio se messa in tali termini.
Ma arrivare più avanti dà altri tipi di benefici. Uno di questi è quello finanziario. Tra questi la possibilità di poter pagare di più il proprio staff e e renderlo quindi più soddisfatto e motivato. “C’è una componente finanziaria per tutto il nostro personale in termini di bonus. Devo prendermi cura di tutti insieme al mio senior management. E quindi è una componente molto importante, anche se forse dal punto di vista sportivo non è così rilevante”.
Negli ultimi tempi, in Mercedes, si è trascorso molto tempo ad analizzare gli errori commessi nell’ultimo biennio. E’ servito un bel bagno di umiltà e le pubbliche autocritiche hanno dimostrato che si è presa coscienza di ciò che ha mal funzionato. Ora che si pensa di aver capito dove e perché sono sorti i problemi si ritiene che sia possibile anche superarli. Fatto che alimenta un moderato ottimismo.
“Abbiamo un certo distacco dai leader. Sia a Brackley che a Brixworth sono però molto motivati. Abbiamo tante cose buone in cantiere, diverse cose nuove e, con tutto ciò che abbiamo appreso negli ultimi due anni, siamo davvero in una buona posizione per vedere cosa sta venendo fuori”, ha riferito recentemente Wolff a Sky Sports UK.
Il manager di Vienna è convinto che lo slancio emotivo determinato dal raggiungimento della seconda posizione nei Costruttori possa essere portato in fabbrica per accrescere la compattezza e rigenerare le motivazioni. I tecnici, ha ribadito Wolff andando incontro alle considerazioni già espresse da James Allison, stanno lavorando non solo alla ricerca della downforce, ma anche alla definizione di una vettura più stabile, un mezzo che possa e sappia offrire fiducia ai piloti.
Se ciò accadrà allora l’operazione aggancio potrà prendere corpo. Ma senza illudersi troppo: “Siamo onesti, la Red Bull ha accumulato un gap importante perché è partita bene con i nuovi regolamenti. Recuperare il ritardo che abbiamo da loro è un’impresa monumentale. A un certo punto, bisogna sperare che stabilizzino la loro velocità di sviluppo e che noi possiamo rimontare“.
Tradotto: realizzazione della convergenza tecnico-prestazionale di cui molti parlano ma che nessuno ha avuto ancora il piacere di conoscere se non alle spalle della Red Bull, un luogo dove regnano instabilità e generale imprevedibilità. Finché Milton Keynes non sarà assorbita in questo gruppo, il progetto “F1 2.0” teorizzato da Liberty Media e reso esecutivo dalla FIA non potrà mai dirsi compiuto.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Mercedes AMG F1 Team