Formula 1

Ferrari 2024: la cruciale duttilità del progetto 676

Ferrari sta assemblando la vettura 2024. Il progetto 676 sta per essere ultimato. Parliamo di una fase molto importante dove ogni minimo dettaglio va sfruttato a dovere. Ancora una volta, in tutto questo, va ricordato un fatto: qualsiasi allusione alla competitività dell’ultima vettura di Maranello è pura fantasia. Non esiste nessun tipo di strumento che possa asserire con precisione le prestazioni che l’auto italiana sarà in grado di offrire. Non lo diciamo noi, ma gli stessi ingegneri di Formula Uno da sempre.

Vige ottimismo? Senza dubbio si. Secondo le informazioni raccolte dalla nostra redazione, infatti, la nuova impostazione tecnica soddisfa. Il lavoro per renderla fattuale è partito oramai mesi fa e tra meno di due mesi verrà testato il pista l’effort profuso per dare vita all’opera di ingegneria aero-meccanica italiana. Una “proposta” che vedrà diverse novità. Senza dubbio, ne abbiamo parlato all’infinito durante la scorsa campagna agonistica, uno dei punti dove il Cavallino Rampante ha investito parecchi sforzi riguarda l’avantreno.

L’obiettivo mira a rafforzare il front end della rossa, assai debole in tutto il mondiale 2023. Parliamo di un provvedimento che non poteva andare in onda durante la passata stagione, in quanto modificare telaio e sospensione anteriore non era possibile. Si tratta di un’operazione che dovrà tenere conto di un elemento cruciale: l’interazione tra schema sospensivo e aerodinamica. Indirizzare al meglio la struttura vorticosa verso la parte centrale dell’auto, insomma.

la Ferrari SF-23 di Charles Leclerc

In questa porzione della monoposto il pavimento ricopre un’importanza essenziale. Il corpo normativo entrato in vigore nel 2022 porta con sè diversi fattori di rilievo. Il perfetto funzionamento dell’effetto suolo tramite i canali venturi va definito come “must imprescindibile” per generare tanto carico gratis. Perché a differenza della spinta verticale offerta dalla deportanza delle ali, la downforce prodotta dal pavimento non crea resistenza all’avanzamento.


Ferrari, progetto 676: la “flessibilità” della monoposto 2024 pretende fare la differenza

Mantenere le caratteristiche vincenti di una monoposto e correggerne i difetti non è mai semplice, specie quando si desidera cambiare l’impostazione aerodinamica dell’auto. Ferrari questo lo sa e per tale motivo non saranno certo i riferimenti di un simulatore a confermare la bontà del lavoro svolto. Si attende la pista, come sempre unico giudice spremo, consci che estrapolare una performance superiore tramite le modifiche apportate è senza dubbio possibile. Enrico Cardile ha scelto una precisa filosofia. Ne abbiamo già parlato in tempi non sospetti, a più riprese, nel corso degli ultimi mesi.

In tutto questo si riparte da una certezza: la power unit 066/10. Una componente che di sicuro sarà al centro del progetto 676. Un motore a combustione interna davvero formidabile, il migliore in assoluto. Il propulsore endotermico sarà supportato da un sistema ibrido rafforzato, grazie alle modifiche messe in atto gli scorsi mesi. Aumentata l’efficienza dei moto generatori si è lavorato parecchio sul piano dell’affidabilità, aspetto che ha creato qualche grattacapo di troppo. Un lavoro certosino che da tanta fiducia al reparto motori all’interno della factory italiana.

la power unit italiana che “ha spinto” le due Ferrari SF-23 durante lo scorso mondiale

Per il resto possiamo dire che il reparto tecnico ha lavorato all’unisono sulla vettura. Perché nel 2024 il target mira a rafforzare la somma delle caratteristiche dell’auto. Allargare la finestra di funzionamento resta uno degli aspetti sul quale Ferrari ha speso più tempo. Riuscirci significa poter accedere alla massima prestazione sempre e comunque. Parlare di layout favorevole non interessa più al team. La monoposto dev’essere capace di rendere vantaggiosa ogni pista adattando i propri tratti distintivi. Dover dipendere da fattori esterni rende in automatico limitante un progetto.

Ecco perché riuscire a far funzionare in ogni dove la macchina significa di riflesso essere competitivi. La “duttilità” della nuova Ferrari vuole essere l’arma vincente, insomma. Poter varare diverse messe a punto per adeguare l’auto agli elementi centrali di un un tracciato comporta massimizzare ogni santo week end del mondiale. Ottenere questo risultato tramite il progetto 676 significherebbe centrare il primo step verso la risalita per avvicinarsi a Red Bull che, udite udite, di certo non starà a guardare.


Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz

Immagini: Scuderia Ferrari

Condividi
Pubblicato da
Zander Arcari