F1, caso Horner. Alzi la mano chi si aspettava uno tsunami di tale portata, abbattutosi sul Circus nelle ultime settimane. Per di più Hamilton in Ferrari. Il mondo alla rovescia nel bene e nel male che, tuttavia, avrà inevitabili conseguenze sportive nel medio periodo. Mai come in questa stagione c’è stato un calo di interesse verso il campionato 2024, come si trattasse di una pratica che deve essere giocoforza iridata. Potenza del matrimonio tra due leggende del Motorsport (Scuderia Ferrari/Hamilton, nda) che si sono giurati amore a partire dal 2025.
Stupore per il procedimento interno al team principal della Red Bull che sulle ceneri di Jaguar ha costruito i successi della scuderia austriaca negli ultimi 20 anni. Con le dovute proporzioni e ignari dei capi di accusa, la potenziale “cacciata” di Christian ricorda il licenziamento di Bill Gates da Microsoft, a valle dello scandalo avvenuto all’interno dell’azienda di Redmond. Il Wall Street Journal, infatti, rivelò una relazione romantica e del tutto inappropriata tra il genio di Seattle e una sua dipendente.
Per questo i membri del consiglio di amministrazione spinsero il fondatore del colosso informatico a rassegnare le proprie dimissioni dal cda, arrivate poi a marzo 2020. L’inverno della F 1 è stato animato altresì dalla Haas che ha sollevato Steiner dal ruolo di team principal, mentre Liberty Media ha sbattuto la porta in faccia alla manifestazione di interesse per entrare nella massima categoria del motorsport presentata da Andretti. La vittoria della “casta” insomma, di chi non vuole altri soggetti che diminuiscano i dividendi.
Dal giorno 2 Febbraio sono iniziate le presentazioni delle livree/monoposto, da sempre uno dei momenti più emozionanti della stagione. E’ vero che all’appello mancano tuttavia i top team, ma ad oggi a far notizia non è la curiosità sulle novità delle nuove vetture. Resta una congettura da fare: riguarda il fatto che almeno per il 2024 il mondiale “sarà dominato nuovamente” da Verstappen e Red Bull fornirà parecchio materiale alla futura stagione di Drive to Survive.
L’azienda austriaca di bevande energetiche, nel Luglio 2020, ha licenziato i suoi due massimi dirigenti nordamericani in seguito ai malumori interni per la risposta pubblica dell’azienda al movimento Black Lives Matter. In una nota interna inviata il 13 Luglio, Red Bull North America confermò le dimissioni del CEO Stefan Kozak e del CMO e Presidente Amy Taylor. Red Bull “fece fuori” anche il responsabile globale del marketing relativo a musica, intrattenimento e cultura Florian Klaass.
I licenziamenti furono effettuati poche settimane dopo che i dipendenti fecero trapelare una lettera interna indirizzata a Kozak e Taylor e firmata da oltre 300 lavoratori, dove la leadership della Red Bull veniva criticata per quello che i dipendenti chiamavano il suo “silenzio pubblico” sul movimento Black Lives Matter. In sostanza la scuderia di Milton Keynes non ha avuto remore nel sollevare i vertici di una sua divisione che, a quanto pare, non fu in grado di mostrare un codice di condotta basato su diversità, equità e inclusione.
La discutibile scelta di rendere pubblica l’indagine interna nei confronti del CEO e team principal della squadra campione del mondo, risulta anacronistica in un mondo che ha riabbracciato un manager del calibro di Briatore, reo di frode sportiva attraverso una manovra che poteva ledere l’integrità fisica del proprio pilota. Sebbene psi tratti di una atteggiamento nobile pensare come Red Bull possa punire comportamenti lesivi o coercitivi, a sembrare sospetti sono i tempi e i modi della questione.
Horner è un dirigente molto influente a livello politico. E’ stato capace di minimizzare la sanzione per lo sforamento del Budget Cap lo scorso anno e trasformare la Red Bull il team da “garagista” (termine coniato dal Drake per identificare i team inglesi che realizzavano solo il telaio, nda) a marchio che costruisce l’intera monoposto grazie alla creazione della Red Bull Powertrains. Se arriverà la punizione e di riflesso verrà sollevato dai suoi incarichi, siamo certi che la fila per ingaggiare il manager inglese di F1 non tarderà a formarsi…
Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Immagini: Oracle Red Bull Racing