Formula 1

Ferrari, ingaggio Hamilton: uomo immagine o attrazione per tecnici di fama?

Hamilton e Ferrari hanno movimentato la vigilia del mondiale 2024. Una notizia che ha fatto da padrone in senso positivo svelando il prossimo futuro del sette volte campione del mondo con un anno di anticipo. Un fulmine a ciel sereno, anche se nelle ultime due stagioni i mal di pancia dell’inglese sono stati sempre più frequenti. Il timing del blitz messo in atto dal Cavallino Rampante Ferrari ha spiazzato tutti, Mercedes compresa.

Avvenuto pochi solo giorni dopo l’ufficializzazione dell’accordo pluriennale con Charles Leclerc, l’accordo è stato in qualche maniera nascosto dalle trattative per l’estensione contrattuale di Carlos Sainz che di fatto non lasciavano intendere come in background i vertici della rossa stessero per chiudere il colpo del millennio. A distanza di una settimana l’opinione di addetti ai lavori e fan è molto variegata.

Proprio per questa semplice ragione risulta molto interessate congetturare sul futuro sodalizio, tenendo presente come la partnership tra mito e leggenda venga percepita in modi senza dubbio estremamente diversi. Nel primo scritto odierno cercheremo di approfondirne le ragioni, snocciolando le diverse tematiche che saltano alla luce all’interno di questo scenario inaspettato e sorprendente.


Hamilton/Ferrari: L’ingaggio di un vero fuoriclasse

Nonostante il pilota anglo caraibico non conquisti un Gran Premio da oltre due anni, la sua integrità fisica, le motivazioni e soprattutto la velocità sono rimaste assolutamente intatte. Dopo un 2022 in cui George Russell in più di un’occasione riuscì a mettere in ombra Lewis, lo scorso anno Hamilton a rimesso “la chiesa al centro del villaggio“. Lo ha fatto sovrastando il giovane compagno di squadra.

Lewis Hamilton nel corso del FIA Prize Giving 2019 – Credit: FIA

Quando il mezzo meccanico ha mostrato un livello più alto, il numero 44 ha garantito performance di assoluto valore. In questo momento Hamilton è universalmente considerato tra i più veloci in griglia nonostante le 39 primavere. Insomma… risulta assai improbabile che Lewis abbia ceduto alle sirene di Maranello per godersi un “buen retiro” Al contrario la scelta del Re Nero merita un plauso.

Non tutti i piloti avrebbero accettato di sfidare un talento come Charles Leclerc, specie nel pieno della maturità, a 40 anni suonati. Contesto il che dimostra come la fiducia nei propri mezzi del britannico sia ancora al top. Al suo debutto nella fallimentare stagione 2019, il monegasco fu capace di “tramortire” Sebastian Vettel, non proprio l’ultimo arrivato. Almeno sulla carta Ferrari schiererà nel 2025 la migliore line-up del Circus.


Ferrari/Hamilton: un’operazione di marketing dal sicuro ritorno economico

Hamilton percepirà cifre da capogiro sino al 2026 con un’opzione per la stagione successiva. Verrebbe da menzionare la frase del grande avvocato Gianni Agnelli che presentendo Schumacher affermò che “Michael non era certo venuto a Maranello per un tozzo di pane“. Quando legò il suo destino sportivo con la rossa, il tedesco era “solamente” un due volte campione del mondo, mentre Lewis è ormai in testa alle classifiche di tutti i record.

L’inglese è immagine di innumerevoli brand e si trova piacevolmente coinvolto in diversi investimenti e battaglie sociali. L’attuale pilota Mercedes ha creato la “Hamilton Commission” per promuovere l’eguaglianza di genere, in particolar modo all’interno della F1. Durante l’annata 2020 si è inginocchiato a livello simbolico e ha indossato magliette con i nomi degli afroamericani che hanno perso la vita durante il movimento Black Lives Matter.

Sponsor personali di Lewis Hamilton – Credit: @robertofunoat

Hamilton ha parlato apertamente delle questioni relative al cambiamento climatico. Ha venduto il suo jet privato cambiando il suo stile di vita, con l’obiettivo di ridurre la sua impronta di carbonio nel mondo. Contestualmente ha donato 500.000 dollari per contribuire ai danni creati dagli incendi boschivi australiani del 2020.

Per quanto riguarda il tema sponsorizzazioni, il “ragazzo” di Stevenage è sicuramente il pilota con più contratti: Monster Energy, Puma, IWC, Sony, Bose, Bell Helmets, MV Agusta Motorcycles, Gran Turismo Sport, Police, Qualcomm, Tommy Hilfiger e chi più ne ha più ne metta. Il futuro passaggio in Ferrari decuplicherà fama e attrattività e la scuderia italiana si è assicurata una collaborazione win-win indipendentemente dai risultati sportivi.


Ferrari/Hamilton: un’attrazione per figure tecniche di spessore della concorrenza

Per diverso tempo si è discusso in merito ai motivi per i quali tecnici stranieri di fama mondiale abbiano declinato le proposte della Ferrari, preferendo restare nell’aero valley della F1. Accettare di far parte della rossa, per tecnici di altre nazionalità, si tratta di una scelta professionale ma allo stesso tempo di vita.

Inoltre, la vicinanza della quasi totalità delle sedi dei team, rende molto più agevole crescere assumendo ruoli sempre più importanti, senza dover modificare le dinamiche della sfera personale/familiare. Secondo alcune teorie Ferrari, in virtù di risultati poco soddisfacenti che si protraggono da molti anni, sembrava aver perso il proprio appeal. Ma di colpo la leggenda del motorsport britannico ha spazzato via tale pensiero, scegliendo con ogni probabilità di concludere la sua carriera in Italia.

In un attimo è tornato alla mente l’effetto di “attrazione gravitazionale” esercitato da Michael Schumacher. Dopo una stagione di sofferenza chiese e ottenne le figure chiave dei successi in Benetton: Ross Brawn e Rory Byrne. Tuttavia i tempi sono cambiati e anche i contratti dei tecnici più prestigiosi sono ormai “papiri” con innumerevoli clausole. Chi pensa che l’ingaggio di Hamilton possa essere un facile specchietto per le allodole mirato ad attrarre i migliori ingegneri di F1 forse rimarrà deluso.

Hamilton e il suo ingegnere di pista Peter “Bono” Bonnington – Credit: Mercedes AMG F1

Come descritto con dovizia di particolari in un precedente scritto relativo alle cosiddette clausole “anti-poaching”, il gardening leave trattasi di strumento obsoleto e poco efficace per impedire il knowledge transfer tra i team. Un esempio emblematico è il valore aggiunto portato in dote da Dan Fallows in Aston Martin lo scorso anno.

Nel contratto stipulato tra Lewis Hamilton e Mercedes AMG Petronas sono presenti clausole “anti-bracconaggio”, un termine che lascia poco spazio alla fantasia. Se il dipendente viola questa precisa restrizione, ad esempio se Bonnington volesse iniziare a lavorare per la Ferrari), potrebbe dover pagare al suo ex datore di lavoro un importo specifico molto alto.

Esempio di Non-Poaching-Agreement

Tale scenario lascia intendere che a Brackley avevano “annusato” qualcosa, considerando il contratto 1+1 firmato da Lewis. Ovviamente tale limitazione non impedisce alla Ferrari di sfruttare l’immagine di Lewis per convincere ingegneri di altre scuderie. Dinanzi a ogni tecnico, specie se britannico, c’è una clamorosa opportunità: quella di concorrere alla conquista della ottava corona iridata di Lewis vestito di rosso. Cosa ci può essere di più gratificante?


Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat

Immagini: Scuderia Ferrari

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Roberto Cecere