Ferrari con la SF-24 ha compiuto il long run migliore della seconda giornata di test in Bahrain. Carlos Sainz ha simulato un’intera gara utilizzando gomma media (soft la settimana prossima) e due treni di gomme dure. Nei tre stint, lo spagnolo ha provato a risolvere il dubbio che tifosi e ingegneri avevano sino alla giornata di oggi: il degrado gomma. Carlos ha mostrato un notevole salto in avanti del progetto 676, con una vettura che è sempre riuscita a mantenere un ritmo gara più o meno costante.
L’aumento dei tempi avveniva in modo graduale e per motivi legati principalmente all’usura. L’ottimo lavoro effettuato dai tecnici deputati alla dinamica del veicolo coadiuvato dagli aerodinamici sembra dare i propri frutti. L’asse aero-meccanico posteriore della nuova rossa riesce a generare un livello di carico aerodinamico e di grip tale da impedire lo scivolamento in fase di curva e trazione. Questo problema generava il gravoso overheating, fonte principale del decadimento prestazionale della SF-23.
Nel corso della mattinata di ieri anche Leclerc ha effettuato una prova high fuel dimostrando, con temperatura più alte, che la monoposto amministra bene il degrado tecnico. Charles ha dato segni di decadimento della prestazione dopo 16 giri corsi sulle mescole media, al netto del quantitativo di benzina che non ci è dato conoscere.
Il grafico che vi proponiamo mette a confronto il tempo medio in simulazione di passo gara, insieme a una sezione che rappresenta l’andamento temporale del lap time. L’immagine esamina gli stint svolti nell’arco pomeridiano/serale della seconda giornata di test bahreinita. Sono state messe a confronto tornate svolte con gomma gialla C3 e con gomma bianca C1 o C2, tre mescole che ritroveremo in gara la prossima settimana.
Analizzando quanto rivelano i dati, si nota immediatamente ciò che è stato predetto. Sainz, pur non avendo il passo medio migliore, dimostra una consistenza superiore ai concorrenti diretti in griglia. Inoltre, il fatto che lo spagnolo abbia compiuto 57 giri di senza imbarcare benzina, può aprire a delle considerazioni interessanti.
Carlos ha guadagnato mediamente 1,3 secondi a Perez ed entrambi, avendo percorso più di 300 km senza immettere carburante nel serbatoio della propria vettura, non sono andati poi tanto distanti dai tempi che potremo forse vedere nella prima gara della stagione.
Essendo solamente dei test, però, è la costanza l’indicatore migliore della salute di una monoposto e il madrileño ha concluso il proprio secondo stint di gara perdendo meno di un secondo sul passo dopo 17 giri. I concorrenti diretti, invece, hanno fatto emergere un degrado maggiore: Checo, Hamilton e Ricciardo hanno subito un’usura media variabile tra uno e due decimi per tornata.
Spostando l’attenzione sullo stint high fuel svolto con gomma Hard, le cose non cambiano di molto. Sainz ha messo assieme tempi sul giro 1,7 secondi più veloci di Perez anche usufruendo, probabilmente, di una mappa motore in grado di fornire una potenza superiore. Inoltre, anche in questo caso, la vettura numero 55 ha subito un degrado estremamente contenuto, con un decadimento di circa 1,2 secondi in 18 giri.
Le due scuderie di casa Red Bull sono riuscite a gestire meglio l’usura con una mescola più dura. Ricciardo e Perez, di fatti, hanno mantenuto un degrado per lo più regolare e meno importante rispetto quanto analizzato in precedenza montando le “calzature” Pirelli a banda gialla.
Stint più difficoltoso per quanto concerne Mercedes e McLaren. Norris a bordo della MCL38 e Hamilton con la W15 hanno riscontrato qualche problematica in più con la mescola dura. Il sette volte campione del mondo ho confermato una certa mancanza di feeling con la monoposto, riscontrata già nel corso della mattinata.
Infine, a titolo illustrativo, abbiamo riportato a seguire un grafico relativo allo stint centrale della gara della passata stagione, per cercare di chiarire ulteriormente i valori in campo pur considerando i test. Ferrari, in condizioni di benzina simili a quelle dell’anno scorso, ha girato circa 1,2 secondi più veloce con gomma media (al netto delle condizioni ambientali al contorno).
Questo step evolutivo concesso dai tecnici dalla casa modenese si evidenzia tramite la compostezza della monoposto nell’intero run. Dagli on board la vettura ha sempre risposto molto bene agli input forniti dal pilota, con un comportamento sempre preciso in fase di inserimento senza sottosterzo e un’uscita di curva ben bilanciata che non richiedeva correzioni.
Autori e grafici : Alessandro Arcari – @berrageiz – Leonardo Pasqual – @PasqualLeonardo
Immagini: Scuderia Ferrari