Sulla Ferrari SF-24 si sono spese migliaia di parole. Una vettura, quella partorita dal progetto 676, solida e prevedibile: Non è affatto capricciosa come la progenitrice. Al contrario la cura Cardile l’ha resa mansueta, affabile, ubbidiente. La rossa risponde perfettamente alle modifiche di set-up grazie ad un finestra di messa a punto allargata. Un front-end rivisto con le modifiche al telaio che non è più un forte limite sull’avantreno della monoposto italiana.
L’aerodinamica ha visto diversi cambi che hanno reso la struttura vorticosa della monoposto decisamente più fattuale. Resta da capire il lavoro sviluppato dai tecnici al di sotto del pavimento. Per questo attendiamo i primi scatti dal basso per saperne di più. Nel mentre parliamo di ambizioni. A nessuno piace perdere tanto meno al Cavallino Rampante. Sebbene Red Bull resti la chiara favorita, aleggia un sano ottimismo all’interno del garage italiano.
Il team di Maranello è pronto a sfidare la bellissima RB20. Una monoposto di F1 che ancora una volta ha sorpreso tutti grazie al genio incontrastato di Adrian Newey, capace di progettare un’auto innovativa sotto diversi aspetti tecnici. Benché resti da capire il reale livello di competitività che sarà in grado di raggiungere, la vettura di Milton Keynes “spaventa”, in un certo senso, tutti suoi competitor.
La lunga pausa invernale è finita. Finalmente è giunta l’ora di tornare in sella alle monoposto. Lo facciamo come sempre, da 5 anni a questa parte, narrando tutti i dettagli a bordo della Ferrari. Un racconto che non può prescindere dalla stretta comunicazione tra pilota e ingegnere di pista, in grado di fornirci tante chiavi di lettura importanti per capire l’andamento delle varie sessioni. Un “regalo” che assolutamente va sfruttato a dovere.
All’interno del box i preparativi per le prime prove libere della stagione vanno in scena. Considerando i recenti pre-season test della scorsa settimana, la messa a punto di base dell’auto è praticamente fatta. Tuttavia, quest’oggi, si lavorerà sul “fine tuning” grazie allo studio realizzato sui dati raccolti in pista. I “due Carlo” salgono all’interno dell’abitacolo. Un ultima occhiata alla telemetria per poi scendere in pista mettendo assieme il canonico installation lap al quale, in questo caso, seguirà il primo run della rossa.
La sgambata inziale vede le due SF-24 calzare un treno di Pirelli a banda gialla. Si cura particolarmente il warm up delle gomme Medium, per centrare la corretta finestra di funzionamento degli pneumatici. Cambio settato sulla posizione GX3. Sia passa ora alla mode push e si parte per il primo tentativo lanciato. La pista al momento è abbastanza green, lo si nota dalle varie correzioni sul volante in fase di entrata. I ferraristi chiudono comunque la tornata, in attesa di riscontri più fattuali.
Il motore endotermico è settato sulla mappatura Engine 4, quella che solitamente si utilizza durante la gara. Nel secondo intento le cose cominciamo a migliorare. Notiamo infatti un grip superiore, dovuto in parte anche alla temperatura più corretta immessa nei compound. Prendendo in esame l’handling degli alfieri della rossa Carlos sembra più in difficoltà. Sulla numero 16, invece, Xavi Marcos si apre in radio e consiglia un’entrata più cauta in curva 11. Dopo un sigle cool down lap, si procederà con un ulteriore passaggio.
In questo primo run, essenzialmente, il programma di lavoro era mirato a confermare in pista il set-up scelto. A margine della sgambata ambedue i ferraristi hanno scelto di modificare il carico installato all’avantreno: “-3 per Charles, -2 per Carlos“. Un passaggio rapido ai box per bilanciare le vetture e poi nuovamente si torna a spingere. Curva 1 e 15 sono le zone dove il monegasco paga un 1 decimo rispetto a Verstappen, mentre lo spagnolo mostra un rendimento inferiore in più punti della pista.
Un leggero sottosterzo fa presenza sulle rosse, sebbene al momento no sembra incidere troppo sulla guidabilità della rossa che mostra una buona rotazione a centro curva. Conclusa la seconda parte del primo run Charles torna ai box, senza particolari feedback in quanto al momento ha scelto di non commentare. Al contrario Sainz resta in pista e continua a spingere per altre tre tornate prima di seguire il compagno di squadra. All’interno del garage scatta un chiacchiericcio tra ingegneri e piloti, utile per uno scambio di informazioni incrociate.
Dopo una pausa di 5 minuti le due SF-24 tornano a calcare l’asfalto bahreinita, ancora con i compound gialli. A quanto ci sembra di aver capito, i ferraristi hanno chiesto e ottenuto una leggera modifica al ride height. La ragione è semplice: vettura troppo puntata all’anteriore, dinamica che ha spesso sofferto la RB19 durante l’anno passato. Dopo aver portato in temperature le mescole si passa alla mode race e si parte.
I provvedimenti sembrano funzionare per Leclerc, in quanto risulta il pilota più rapido con le coperture medie. Xavi si complimenta ma Charles sostiene che può fare decisamente meglio. Dopo un doble cool tornerà a provarci. Discorso differente per Carlos costretto ad abortire il suo primo tentativo per un errore, per poi chiudere una tornata più lenta del suo teammate.
Successivamente il monegasco perde la vettura nel T1. Aveva chiesto troppo alla sua monoposto. Con l’obiettivo di fare meglio nel T3 le due rosse passano ancora alla mode push, ma anche in questo caso qualche sbavatura compromette il test sulle Medium. Il piano operativo per la Ferrari prevede una pausa ulteriore, nella quale ci si prepara per l’ultima uscita prima della bandiera rossa.
In tutto questo dobbiamo sottolineare un fatto. Il Cavallino Rampante non ha minimamente cercato i tempi. Mappature basse e tanta necessità di raccogliere dati per aumentare la comprensione delle monoposto. Anche in questo caso lo stop è breve. Il treno di gomme resta il medesimo: scrub medium per entrambi i ferraristi. Una rapida prova di partenza alla fine della pit lane e si torna a testare la vettura questa volta realizzando una breve simulazione high fuel.
In tale configurazione le due rosse sembrano a proprio agio. Traiettorie pulite e una certa facilità nel raggiungere l’apice delle curve. Buono l’inserimento così come la trazione in uscita. Si passa ora alla modalità Engine 1 per una tornata, in modo da testare la monoposto alla massima potenza endotermica. Abbiamo notato un fattore interessante. All’inizio della mini prova high fuel Ferrari ha scelto di non spingere per non stressare le gomme per poi sfruttare le mescole.
Dando un’occhiata al crono, per quello che può valere in queste prime Fp1, i tempi sul giro con le Pirelli a banda gialla sembrano buoni. Restano da valutare i carichi di benzina, in questa fase della stagione dove mascherare il più possibile le prestazioni fa comodo. Ferrari conferma di avere le idee chiare. In attesa di riscontri più probanti a livello cronometrico, possiamo ribadire che le due SF-24 hanno una buona base di partenza sulla quale sviluppare il futuro.
Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari – F1TV