Ferrari testa la SF-24. Il primo turno di prove libere sul circuito del Bahrain è stata l’occasione per tutti i team di acquisire dati, su un tracciato mediamente probante in merito alla qualità delle monoposto. La classifica dei tempi ha un valore marginale. Molto più importante la costanza dei tempi negli stint che, pur non fornendo un’indicazione sulla performance assoluta del mezzo, fornisce un’idea sul “tyre management” della vettura.
Pertanto non stupisce che in mattinata le scuderie abbiano fatto ampio ricorso a tutte le tecniche di correlazione: dalle rastrelliere al flow-viz, mettendo in campo le varie tecniche spiegate nel nostro approfondimento di stamane. Restringendo l’analisi sulla Scuderia Ferrari, è parso evidente come il Cavallino Rampante abbia iniziato i pre-season test in modo molto differente rispetto a 12 mesi fa.
La parola d’ordine in questi giorni è correlazione: quella similitudine necessaria per fare dormire sonni tranquilli ai tecnici, tenendo presente il necessario match tra i dati rilevati in pista rispetto a quelli delle simulazioni. Per i “temponi” si può tranquillamente attendere il primo round della stagione che, come sappiamo, si disputerà proprio su questo tracciato in notturna.
E’ inutile negare che la Red Bull fa paura. Nonostante si tratti di una vettura che segna una netta discontinuità con i progetti degli ultimi due anni, appena messa in pista “sembra” volare. Tuttavia la scuderia modenese si è concentrata su se stessa, sperando che la massimizzazione della prima specifica stagionale possa avvicinare la SF-24 “alla lepre” RB20.
Nel turno mattutino, che di fatto ha dato inizio alla stagione 2024, Charles Leclerc ha percorso diversi giri con gli “aero rakes”, uno fissato sull’ala posteriore della SF-24, l’altro, più piccolo, collocato all’inizio dei bazooka sulla parte alta delle pance. Il monegasco si è detto soddisfatto del lavoro svolto, inanellando tanti giri senza nessun intoppo.
Programma svolto come programmato. Nel pomeriggio il suo lavoro è proseguito nel motorhome, prendendo in esame i dati per verificare la corrispondenza. Una correlazione soddisfacente o per lo meno in linea con quanto stimato, sarà la prima milestone della tre giorni in Bahrain per l’ex pilota Alfa Romeo, parso senza dubbio tranquillo senza sbilanciarsi in nessun modo.
Proprio per questa ragione il cronometro può attendere senza fibrillazioni. Per gli ingegneri è il momento più delicato del mondiale, in quanto sono in cerca della naturale certificazione dei tanti mesi di lavoro spesi tra galleria del vento e CFD. Sebbene alla fine dei test ne sapremo senz’altro qualcosa di più, per il momento “dobbiamo accontentarci” di una certa positività che i respira nei garage della rossa.
Il team principal della Ferrari ostenta fiducia ma, al medesimo tempo, resta consapevole che un gap sensibile da colmare nei confronti di Red Bull esiste ancora. Nonostante la SF-24 rappresenti l’evoluzione della SF-23 “B” che ha debuttato nel Gran Premio di Spagna 2023, il manager transalpino rispedisce al mittente l’illazione che il progetto si basi sui concetti introdotti da Adrian Newey.
Secondo il dirigente di Draveil, infatti, la convergenza aerodinamica trattasi di fisiologica dinamica in F1 quando il regime di stabilità regolamentare sussiste. Tuttavia, secondo il numero uno della GES, chi si ispira a un concetto della concorrenza rimane sempre un passo indietro in termini di conoscenza delle potenzialità sul mezzo. Del resto Red Bull ha rinunciato a evolvere la RB19 proprio per non consentire alla concorrenza di essere raggiunta.
Le preoccupazioni dell’equipe di Newey erano sostanzialmente due: da una parte che il paradigma RB18/RB19 iniziasse ad avere pochi margini di sviluppo, dall’altra il dubbio nel divergere dall’evoluzione di un progetto che poteva essere replicato dalla concorrenza. Pertanto, l’idea espressa da Vasseur, in qualche modo è stata sventata dal genio di Stratford-Upon-Avon.7
Autore: Roberto Cecere –@robertofunoat
Immagini: Scuderia Ferrari