E se in casa Red Bull arrivasse un terremoto “politico” con la defenestrazione di Horner? Cambierebbe qualcosa? Mi sono posto l’interrogativo in questi giorni e, ovviamente, mi sto riferendo alle voci, ormai sempre più insistenti, di un cambio al vertice della corazzata austro-inglese come conseguenza delle pesanti accuse che hanno colpito il team principal inglese. Accuse che ovviamente sono da prendere con le pinze (sono garantista sin dai tempi scellerati di Tortora messo vergognosamente alla gogna) e che seguiranno l’iter che devono seguire.
Allo stato attuale le cose stanno così: Horner avrebbe fatto diverse avance, sino ad arrivare a vere e proprie molestie (tramite messaggi) ad una dipendente del team. I fatti riguarderebbero l’anno scorso. All’interno della squadra campione del mondo le cose non sono state prese alla leggera, tanto che è stata avviata un’indagine interna e indipendente. Ricordiamoci che ci sono altri tre “attori” in questa “vertenza”.
F1 e FIA, che difatti hanno già diramato un comunicato in merito alla vicenda (e che probabilmente speravano almeno in una auto-sospensione di Horner durante i test) e la Ford che diventerà dal 2026 partner tecnico della Red Bull. Indagine interna ed indipendente significa che non siamo davanti a tribunali di uno Stato, ma ad una decisione della stessa scuderia austriaca, e che ci si affida ad un professionista terzo per la verifica dell’attendibilità delle accuse che la dipendente ha mosso al team principal.
Sempre con i se e con i ma del caso, diversi organi di informazione stranieri hanno anche sottolineato che il “nostro” avrebbe offerto quasi 800mila euro, rifiutati, affinché la cosa si concludesse senza clamore mediatico. Ora, lasciamo perdere ciò che sappiamo e che non sappiamo. E aggiungiamo pure che è assai triste ridursi a sperare che un’eventuale “dimissionamento” di Horner ad inizio mondiale porterebbe a diverse crepe nella squadra.
Ragioniamo tuttavia su questa ipotesi di studio, perché anche queste cose accadono nella realtà. Siamo esseri umani. E possiamo subire crolli emotivi, essere divisi in più fazioni, non avere la necessaria concentrazione etc etc. La storia dell’umanità è piena di casi, eclatanti e non, in tal senso. Difatti, se uniamo i puntini, è plausibile pensare che non siano proprio tutti angioletti. D’altronde si sa, la Red Bull ti mette le ali, è bevanda eccitante/energetica, quindi magari gli animi si surriscaldano rapidamente e ci si “scorna” gli uni con gli altri.
A parte le battute, se ragioniamo su tutti gli spifferi degli ultimi anni, possiamo ritenere attendibile uno scenario del genere: il gruppo dirigente della squadra, cioè gli uomini di vertice sono divisi in due fazioni. Da una parte il volitivo ottuagenario Marko (che probabilmente ha ancora la fiducia della proprietà del dopo-Mateschitz, perlomeno del ramo “austriaco” del colosso Red Bull) e dall’altra Christian (e probabilmente il “ramo” tailandese), che godrebbe anche di una solida amicizia con il geniale Adrian Newey.
Max forse non si cura troppo di queste cose, almeno per ora. Ma è plausibile pensare che il clan Verstappen sia più vicino a Marko che non ad Horner. L’anno scorso, pur se sotto-traccia, la faida è quasi scoppiata. Nel senso che lo “spice boy” ha cercato di far fuori Marko, spesso figura ingombrante (vedi interviste con frasi assai controverse contro tutto e tutti), ma non c’è riuscito.
Ora, chi come il sottoscritto per passione ed insegnamento s’è trovato a studiare diversi manuali filosofico-politici, dal Principe del Macchiavelli sino a Von Clausewitz (Della guerra) e via discorrendo, sa una cosa: se vuoi far fuori un avversario, ancor più se è un avversario interno, devi agire quando sei sicuro di farlo fuori davvero. L’avversario non deve avere scampo. Nel caso ciò non accada, devi aspettarti che prima o poi il diretto interessato ti restituisca lo sgarbo con gli interessi.
E’ questo il caso? Non è dato sapere, anche se tenderei a pensare che ci sia una manina che sta orchestrando la gran cassa mediatica, al di là della bontà delle accuse. Certo, sgombriamo il nostro ragionamento dagli equivoci. Se le accuse mosse fossero vere, Christian farebbe bene a sparire, perché le molestie non sono sciocchezze. Ma al di là di questo, torniamo al ragionamento che stavo portando avanti. L’eventuale defenestrazione di Horner avrebbe ripercussioni sul team? In molti ci sperano.
Ne dubito, almeno parzialmente. Se la monoposto andrà bene come dicono, avrà abbastanza margine per vincere. Tuttavia aggiungo anche che un clima non sereno in casa Red Bull, o in qualsiasi gruppo impegnato in una qualche “competizione”, qualche crepa la lascia. Soprattutto se ci sono due fazioni che si fanno la guerra (cosa che in Ferrari si conoscono, purtroppo per i tifosi da decenni, con risultati disastrosi).
Horner è, in un certo qual modo, la Red Bull. C’era lui quando è partita da zero nel motorsport per arrivare ad essere una squadra invincibile o quasi. Christian non è un team principal qualsiasi, come non lo è, ad esempio, Wolff. E in britannico ha anche una notevole capacità negoziale verso la FIA (vedi come è stata gestita la vicenda sforamento budget cap). Al di là di questo, bisogna anche ragionare su un altro aspetto. A far funzionare le strategie, i pit, le vetture sono gli esseri umani.
Per questo, piaccia o meno, sono animali sociali e emozionali. Una defenestrazione come quella di Horner non passerebbe senza qualche scossone interno. E’ inevitabile. Aggiungiamo che, anche fra gli stessi avversari in F1, non ci si dispiacerebbe affatto per una Red Bull de-hornerizzata. E ovviamente avranno mosso le loro pedine. Questo il mio punto di vista. Ovviamente, anche in questo caso dovremo aspettare giusto qualche giorno per vedere se il caso si sgonfierà o se, come tanti dicono, si arriverà all’addio di Horner.
Autore: Mariano Froldi – @MarianoFroldi
Immagini: Oracle Red Bull Racing