Analisi Tecnica

Mercedes: serve più carico per trovare il punto di lavoro ottimale della W15

Mercedes non è ancora pronta con la W15. Una vettura completamente nuova nella sua concezione che al momento pecca di identità. Questo, con grande proprietà di sintesi, il quadro generale della situazione. Dopo soli tre giorni fare le pulci a una scuderia di F1 non sembra poi così corretto. Tuttavia, tenendo presente il rendimento della vettura tedesca, tirare le prime somme è d’obbligo considerando tutti i se e i ma del caso. D’altronde non potrebbe essere altrimenti.

Nei tre giorni dedicati alle prove su pista in Bahrain, il gruppo di lavoro “originario” di Brackely ha messo assieme buoni progressi per quanto concerne la comprensione della vettura. Parliamo di un feedback decisamente più positivo fornito di piloti, sebbene qualche grattacapo di troppo abbia fatto presenza. Sforzi profusi in inverno che hanno funzionato per eliminare una certa instabilità.

Difetti congeniti della W14 che di fatto hanno reso impossibile sviluppare a dovere la vettura durante il mondiale 2023. Cancellarle con un colpo di spugna il tutto era l’obiettivo. Lasciarsi alle spalle uno scenario nocivo, per aprire un nuovo percorso scevro da carenze irrisolvibile nel breve termine. Questo era l’obiettivo stimato, considerando che nella settimana scarsa che porta al primo round del campionato il lavoro è ancora molto.

Lewis Hamilton (Mercedes AMG) scende in pista a bordo della sua W15 – Test F1 2024 Bahrain day 3

Unire le conoscenze acquisite sommate alle analisi del caso per presentarsi ai nastri di partenza della campagna agonistica nel migliore dei modi. Un pacchetto, quello Mercedes, che tuttavia via dev’essere massimizzato, consapevoli che la posizione di partenza rispetto alla passata stagione senza dubbio offre possibilità migliori. Benchè fare previsioni non sia possibile, possiamo comunque commentare alcuni fattori che ci parlano della W15. Per conoscerla e capirla meglio.


Mercedes W15: la mancanza di carico si fa sentire sull’asse posteriore delle monoposto

Rastrelli aerodinamici. Uno strumento assai utile per studiare a fondo l’andamento dei flussi in una determinata parte della vettura. Tecniche di raccolta dati e successiva correlazione nel contesto virtuale. Target? Migliorare il rendimento della monoposto, ovviamente. Mercedes lo ha continuato a fare anche nella mattinata di ieri, quando Lewis Hamilton è sceso in pista con gli aero rakes collocati davanti alla ruota posteriore, in quanto le prove comparative non erano ancora terminate e “attenzionare” a dovere la struttura dei flussi in quell’area era tuttavia necessario.

Passando al mero comportamento della monoposto, dobbiamo sottolineare come il primo approccio alla pista nel “day 3” non sia stato dei migliori. Il solito posteriore leggero con il quale i piloti lottano dal mondiale scorso. Parliamo di alte velocità però, visto che a livello meccanico, nelle curve lente, il retrotreno dell’auto non si scomponeva. Benchè il sette volte campione del mondo fosse in grado di pennellare le traiettorie senza particolari problemi, lo squilibrio dinamico non ha abbandonato la W15.

Lewis Hamilton (Mercedes AMG) rientra ai box a bordo della sua W15

James Vowles ha sempre sostenuto che Lewis fosse davvero bravo a cambiare i settaggi dell’auto in corsa per migliorarne il rendimento. E in effetti tale prerogativa è stata osservata a più riprese, con il britannico impegnato nel modificare vari paramenti per ottimizzare le performance e gestire al meglio la freccia nera intrisa dal grigio Mercedes. Provvedimenti che sebbene abbiano reso le cose un po’ più semplici a livello di handling, non hanno comunque corretto l’impostazione sbarazzina dell’auto tedesca.

L’apice mancato in tante tornate, snap in uscita di curva, piccoli bloccaggi, controsterzi e il recidivo e suddetto retrotreno ballerino. La continuità non arriva, descrivendo un sintomo antipatico per una monoposto di F1. Parliamo dello squilibrio concernete la piattaforma aerodinamica che sbilancia in carico tra i due assali. E allora scattano una marea di prove partorite dalle saggezza al volante di chi Gran Premi ne ha disputati 332.

l’attento sguardo di George Russell (Mercedes AMG F1 Team) in attesa di scendere in pista a bordo della W15

Approcci diversi per carpire i segreti più reconditi della W15. Medesimo discorso vale pure per Russell, giovane di belle speranze che ha disputato meno di un terzo delle gare messe assieme dal compagno di garage. Tuttavia il gioiellino nativo di King’s Lynn, Norfolk, Gran Bretagna, è salito su una vettura che ha goduto di alcune correzioni realizzate sui preziosissimi feedback del Re Nero, da sempre molto capace a indirizzare il team verso la strada corretta.

Proprio per questa semplice ragione le cose sono andate migliorando nel pomeriggio bahreinita e il buon George, dal canto suo, ha messo tanto del proprio per far si che la vettura rendesse di più. Un passo nella giusta direzione in attesa di comprovare la bontà del pacchetto, sempre qui in Bahrain, tra poco meno una settimana. Il tutto consapevoli che sulla monoposto serve più carico aerodinamico, prerogativa che aiuterebbe non poco il posteriore in difficoltà dell’auto tedesca.


Autore: Andrea Bovone

Immagini: Mercedes AMG F1 Team

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