La Red Bull RB20 fa paura nelle mani di Verstappen. Al termine dei brevissimi test invernali gli umori nel paddock sono contrastanti. Secondo Fernando Alonso 19 piloti già sanno che non potranno vincere il mondiale, alludendo alla rinnovata imbattibilità della vettura austriaca. Con ogni probabilità nelle dichiarazioni dello spagnolo originario di Oviedo c’è del vero. Tuttavia la sentenza del fuoriclasse iberico potrebbe essere anche alimentata da una evidente frustrazione, nel constatare che la Aston Martin AMR24 non è in forma smagliante come dodici mesi fa.
Altre scuderie non vogliono/possono arrendersi al sol pensiero di un altro mondiale soporifero, nella speranza di un eventuale passo falso della squadra di Milton Keynes per racimolare qualche vittoria di tappa. Tra le scuderie che sperano di chiudere il gap verso il “drink team” figurano Ferrari e Mercedes. il gruppo di lavoro capeggiato da Newey è molto abile nell’arte del depistaggio, offrendo nelle seconde parti di stagione l’illusione di essere battibili l’anno successivo.
In realtà, l’enorme superiorità del sodalizio Verstappen/Red Bull, ha consentito all’equipe guidata dal genio di Stratford-Upon-Avon di fermare precocemente gli sviluppi sulla RB19, per dedicarsi a progetto e design del modello per l’anno successivo in largo anticipo rispetto alla concorrenza. In sostanza: mentre i rivali sfornavano ancora aggiornamenti e cercavano di carpire i segreti del corpo normativo, le monoposto colorate di blue racing erano abbastanza competitive per continuare a vincere, tra l’altro senza profondere sforzi assurdi per farlo.
I risultati cronometrici dei test pre-stagionali come sempre vanno presi con le pinze, sia per quanto concerne le simulazioni sul giro secco che sui long run. Le nostre analisi hanno cercato di fornire i primi riferimenti utili ma solo la pista, tra 5 giorni, sempre in Bahrain, svelerà il potenziale reale delle auto. La sensazione subliminale è che per l’ennesima volta i “tori anglo-austriaci” stiano giocando al gatto con il topo, celando scrupolosamente la competitività della RB20.
A volte il linguaggio del corpo lascia intendere molto di più di quanto non trasmettano le parole. Ad esempio, per capire lo stato d’animo di Leclerc, basta osservare l’espressione del suo viso per scrutare l’aria che tira in Ferrari. Al contrario è molto più raro e difficile che Verstappen faccia trasparire sensazioni ed emozioni, specie se si tratta di test. Forse la serenità offerta dai successi conseguiti lo hanno reso meno rigido, perché Max davanti ai microfoni è parso più che ottimista, mettendo da parte qualsiasi pretattica.
Il fuoriclasse olandese ha sottolineato che il piano di lavoro non prevedeva simulazioni di qualifiche o prove con esiguo quantitativo di carburante. Il team ha scelto di concentrarsi esclusivamente sui long run, con il chiaro obiettivo di comprendere al meglio il comportamento della Red Bull RB20, di cui peraltro si è detto pienamente soddisfatto. D’altronde il tre volte campione del mondo di F1, non ha perso tempo nello specificare che, le prove su pista invernali, non solo altro che utili e funzionali alla definizione di una messa a punto di base in merito alla vettura.
Pertanto solamente dal prossimo weekend di gara sarà implementato il “fine tuning” sulla vettura, in relazione alle circostanze che dovranno affrontare durante il fine settimana, come ad esempio i diversi valori di aderenza dell’asfalto o gli specifici fattori ambientali (ad esempio presenza di vento, nda). Al pari dei rivali, l’olandese e il suo team hanno concentrato tutte le attenzioni sul proprio lavoro, affermando che i test siano stati molto positivi potendo immagazzinare molte informazioni ad ogni singola modifica apportata alla monoposto.
Tale affermazione conferma implicitamente che la Red Bull RB20 è reattiva e prevedibile nel comportamento, a fronte di qualsivoglia modifica sulla messa a punto. Il bilancio della della prima vera sgambata in pista ha proferito per bocca di Verstappen una sorta di sentenza. Un chiaro messaggio senza fronzoli mediatici: “La macchina fa tutto quello che voglio, sotto questo aspetto è migliore della RB19”. Una specie di “Lasciate ogni speranza” dantesca rivolto alla tutta quanta la numerosa e agguerrita concorrenza.
Volgendo lo sguardo già al prossimo fine settimana, il campione del mondo in carica ha dichiarato che il lavoro sarà focalizzato sul setup specifico, per centrare alla perfezione tutti i dettami tecnici da seguire per rendere al meglio nel tracciato bahreinita che sorge alla periferia della capitale Manama. Obiettivo? Estrarre il massimo potenziale dall’auto. Il momento per analizzare minuziosamente i dati raccolti a Sakhir è giunto, per farsi trovare pronti alla tappa inaugurale della stagione di F1 2024.
Autore: Roberto Cecere –@robertofunoat
Immagini: Oracle Red Bull Racing