La questione sull’incidente di Russell e relativa sanzione verso Alonso ha creato un tan tan mediatico mica da ridere. Non è certo la prima volta che una decisione della Federazione Internazionale lascia interdetta una parte in causa, in questo caso Fernando, e al tempo stesso gran parte di tifosi, appassionati, media e addetti ai lavori. Lo spagnolo non ha fatto mistero della sua opinione, postando su Instagram le due idee che di fatto difendono i diritti di un campione che guida monoposto di F1 da più di 15 anni. Senza dubbio non corre buon sangue tra FIA e Aston Martin, questo considerando le diverse diatribe che durante le ultime annate hanno fatto discutere non poco.
Grazie alla telemetria possiamo analizzare il comportamento “incriminato” di Fernando Alonso, che per la direzione gara è valsa una penalità di 20 secondi e tre punti tolti dalla licenza. Prendendo in esame le curve 6-7 attraverso il compare grafico inerenti alla tornata 56 e 57, balza subito all’occhio come il due volte campione del mondo dell’Aston Martin porta una velocità a centro curva di ben 36km/h in meno rispetto al passaggio precedente quando Russell non era ancora negli scarichi dello spagnolo.
Si nota chiaramente come l’ex ferrarista fornisca un input al freno diverso, in un punto dove solitamente non pigiava il pedale per rallentare la corsa della AMR24. Questo fattore fa sì che Russell si avvicini troppo e di conseguenza, tramite le turbolenze subite, la sua ala anteriore si carica troppo perdendo di riflesso molto facilmente il posteriore della W15. D’altronde un avantreno con troppa downforce in questa tipologia di curva rende il retrotreno ballerino.
La conferma arriva quando lo stesso Charles Leclerc, durante la qualifica, chiedendo un incidenza esagerata sull’anteriore (+ 5 click), nelle pieghe in rapida successione 6-7 e 11-12 era andato in seria difficolta per un livello di aderenza sull’asse posteriore inadatto, con la SF-24 che tendeva a scomporsi in questi tratti della pista. Se poi analizziamo la telemetria relativa all’acceleratore di Fernando, notiamo come l’iberico alza il piede circa 100 metri prima di quanto avesse fatto precedentemente in quel punto esatto.
Inoltre Alonso ha scalato una marcia (durante l’arco del Gran Premio non lo aveva mai fatto) per poi dare nuovamente gas prima di approcciare la curva. Dalla telemetria di George, invece, emerge come il pilota britannico abbia lasciato l’acceleratore e frenato nello stesso punto dei giri precedenti, andando quindi a subire durante la tornata 57 quello che la federazione internazionale ha definito “brake test”. Violazione che solitamente viene punita con 10 secondi che nel caso specifico non avrebbe cambiato il posizionamento della Aston Martin AMR24.
Al di la dei fatti riportati con peculiarità esprimiamo ora la nostra opinione. Per quanto ci riguarda la penalità comminata a Fernando risulta alquanto eccessiva o comunque ingiusta. Il motivo è semplice: Russell aveva il tempo per notare che Alonso stava rallentando principalmente per due fattori. Innanzi tutto la distanza tra le due vetture era sufficiente per accorgersi del rallentamento voluto dalla spagnolo. Per di più, lo testimoniano il led luminosi lampeggianti collocati nella parte posteriore della vettura, in quel momento la AMR24 stava ricaricando le batterie.
Per questo la mossa di Alonso non può essere considerata intenzionale se la finalità era quella di far perdere carico alla Mercedes. Al contrario il provvedimento andrebbe definito “strategico” per preparare al massimo l’ingresso di curva 6 e ottimizzare l’uscita verso il successivo tratto a lunga velocità di percorrenza, dove Russell poteva usufruire del dispositivo DRS abbassando repentemente il livello di resistenza all’avanzamento per tentare il sorpasso. Fernando caricava la batteria (cerchio giallo) in punti precisi per poi avere a disposizione più energia nei rettilinei.
Alla luce della giustificazione fornita dai commissari la punizione assume contorni ancora più ingiusti, in quanto gli steward hanno sentenziato una guida pericolosa dello spagnolo nei confronti del britannico. In realtà Russell è semplicemente entrato nel cono d’aria della AMR24 perdendo carico aerodinamico e nel momento in cui ha staccato il posteriore è scivolato via producendo sbandata e successivo botto contro le barriere. Forse si poteva evitare la questione “problemi all’acceleratore” che sembrerebbe più una scusa per eludere una possibile investigazione. D’altra parte simulare un contesto del genere quando la telemetria può smentirlo di immediato non è parsa una mossa geniale.
Autore e telemetrie: Marco Iurlandino – Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: F1TV