I primi due round del mondiale di F1 avevano rafforzato la convinzione che il 2024 sarebbe stato la replica della scorsa campagna. Improvvisamente nella terza tappa in Australia è tornata in gioco una variabile ormai dimenticata dalla “Formula Endurance”: l’affidabilità. Un fattore ormai dato per scontato che tuttavia è venuto meno sulla RB20 di Verstappen, aprendo le porte alla cavalcata trionfale delle monoposto di Maranello. La sensazione è che il successo del Cavallino Rampante non sarà un caso isolato, agevolato unicamente dalle noie tecniche sulla monoposto numero 1.
A confermare tale supposizione è stato lo stesso Sergio Perez secondo il quale anche Max nulla avrebbe potuto contro le rosse sulla distanza dei 300 chilometri e fischia necessari a tagliare la bandiera a scacchi. Certo il pilota messicano è stato protagonista di una prestazione scialba sui livelli della seconda metà della scorsa stagione. Horner, nelle dichiarazioni post gara, si è affrettato a dichiarare che la monoposto di Checo aveva subito un danno aerodinamico causato dalla visiera di Alonso che, incastrata nel fondo, avrebbe ridotto l’efficienza dei flussi limitando il potenziale dell’auto.
Nonostante il mondiale sia alle prime battute il mercato piloti è in fermento. Da tempo il team campione del mondo intende affiancare a Verstappen un pilota capace di essere costantemente all’altezza del mezzo e del velocissimo compagno. Lo stesso dicasi per Mercedes che metabolizzato l’addio di Lewis Hamilton deve fare i conti con un grande dilemma. George Russell, nonostante l’indubbio talento, non sembra ancora pronto a prendersi sulle spalle la scuderia. Ancora troppo incline all’errore nonostante la velocità. Per uno strano scherzo del destino sull’asse Brackley – Milton Keynes potrebbe giocarsi un derby tutto spagnolo.
La terza vittoria in carriera di Carlos Sainz è stata forse la più impressionante. Nonostante il recente intervento chirurgico che gli ha impedito di prendere parte al Gran Premio dell’Arabia Saudita, lo spagnolo ha dosato le forze nell’arco del weekend per essere in grado di resistere allo stress fisico della gara. Il resto è storia. Il pilota di Madrid ha vinto in scioltezza, battendo Leclerc sia in qualifica che in gara. Se Silverstone 2022 fu una vittoria controversa e caotica a causa delle mutevoli condizioni atmosferiche e Singapore un capolavoro di strategia nell’uso del DRS, Melbourne certifica che Carlos può vestire i panni del leader.
Un pilota all’apice della maturità professionale. L’identikit perfetto di chi è in cerca di un conducente che sappia prendere per mano il team e capace al tempo stesso di mettersi al servizio della scuderia. L’illustre connazionale originario di Oviedo è stato e sarà sempre una “prima donna”. Fernando Alonso grazie alla sua esperienza e preparazione atletica è ancora uno dei piloti più competitivi della griglia. La parentesi in Aston Martin lo ha rigenerato, dimostrando che non ha perso velocità e motivazioni nonostante sia il pilota più “anziano” per distacco.
Il due volte campione del mondo è uno dei pochi in grado di lottare per posizioni superiori al reale potenziale del mezzo. Al tempo stesso, l’asturiano potrebbe essere difficile da gestire se il mezzo non è all’altezza delle sue aspettative. Come tutti i vincenti del resto. Anche Fernando è entrato nei radar del team AMG Mercedes che dal suo ritorno in F1 ha sempre schierato un campione del mondo. La staffetta Hamilton/Alonso è una forte suggestione per chi ha vissuto la loro acerrima rivalità nell’unica stagione di convivenza in McLaren, ben 17 anni fa.
Al tempo stesso i “cavalieri del rischio” possono realmente ambire anche al volante che con ogni probabilità Perez lascerà a fine stagione. Per qualsiasi pilota un sedile in Red Bull rappresenta un sogno e un potenziale incubo al tempo stesso. Sogno di poter mettere alla prova le proprie potenzialità sulla migliore monoposto del lotto, potenziale incubo perché si entra in diretta competizione con il pilota attualmente più forte della griglia: Max Verstappen. Tuttavia le cose cambiano…
Il polverone sollevato dall’indagine interna al team Red Bull sembra diradarsi. Tuttavia
è venuta a galla una profonda frattura all’interno della scuderia che solamente la strepitosa sequenza di successi ha lenito. Ora gli animi sembrano più distesi, le dichiarazioni dei protagonisti più concilianti ma il tutto sembra un copione necessario per continuare a vincere senza masochismi. La sensazione è che Horner si senta tradito dall’entourage di Max Verstappen e dallo stesso pilota olandese che non ha manifestato alcuna solidarietà verso il team principal.
E’ legittimo ipotizzare che lo “Spice Boy” abbia maturato il desiderio di vincere anche senza l’asso di Hasselt. Del resto Max ha beneficiato della gioiosa macchina da guerra faticosamente costruita tassello dopo tassello da Horner, partendo praticamente da zero. Perez sarà l’ultimo teammate su misura per Max? Se il prossimo compagno di squadra di Verstappen sarà Fernando Alonso siamo certi che il “drink team” avrà scelto di non essere più Maxcentrico. Più difficile un ritorno all’ovile di Carlos Sainz, a quanto sembra.
Dopo lo scottante benservito della Ferrari, difficile che l’iberico cerchi la sua dimensione scalando un altro Everest chiamato Verstappen, dopo l’esigente convivenza con Charles Leclerc. Non sembrano esserci altre alternative sul tavolo per Red Bull, dal momento che nel vivaio di giovani piloti non sembrano esserci nuovi talenti come Vettel o Verstappen e Daniel Ricciardo sembra ormai la nemesi del pilota veloce e grintoso di qualche anno fa. Il prossimo anno, per la prima volta nella storia della F1, la Spagna potrebbe annoverare i propri piloti in due top team.
Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Immagini: Scuderia Ferrari – Oracle Red Bull Racing