Formula 1

F1/FIA: l’hardening sull’outlap in qualifica testato in Bahrain non funziona

La FIA ci prova ma non ci riesce, esattamente come per tante altre tematiche alle quali mette mano senza raggiungere nessun tipo di risultato. Riavvolgiamo per un attimo il nastro. Nella F1 divenuta oramai una polveriera, l’essenza della competizione appare come un aspetto secondario. In ordine cronologico, l’ennesima ombra si è paventata nel tardo pomeriggio di ieri, con la diffusione relativa alla presunta ingerenza del presidente della FIA Mohammed Ben Sulayem, relativa all’appello presentato da Aston Martin per la penalità di 10 secondi inflitta alla AMR23 di Alonso un anno fa a Jeddah.

Tornando a quello che più ci interessa, ovvero l’aspetto tecnico/sportivo, nel corso delle libere in Bahrain è stata testata una modifica al regolamento sportivo che disciplina le qualifiche. Provvedimento mirato all’abolizione della condotta di guida eccessivamente lenta da parte dei piloti nell’outlap. Nonostante l’organo federale abbia imposto un tempo massimo di percorrenza, sia per il giro di preparazione gomme che su quello di rientro ai box, il problema non sembra essere risolto.

In molte circostanze i piloti hanno percorso a buona andatura la tornata per poi fermarsi in prossimità delle ultime curve. Comportamento che ha distrutto i tentativi dei colleghi impegnati nel push lap e, in alcuni casi, ha beffato i piloti in coda al gruppo transitati sulla linea di partenza fuori tempo massimo. Un problema di sicurezza e di correttezza. Il gentlemen agreement che regola i “non sorpassi” non viene più rispettato e in diversi frangenti ha impedito ai piloti di effettuare l’ultimo run in qualifica.

uno dei vari impeeding impunito di Max Verstappen (Oracle Red Bull Racing) durante il week end del Gran Premio di Singapore edizione 2023

Lo scorso anno fu emblematica la condotta pericolosa di Verstappen nella sessione classificatoria di Singapore. Il tre volte campione del mondo olandese si rese protagonista di due chiari impeeding commessi durante la Q1, uno in pitlane, dove rallentò quasi bloccando i piloti in uscita dai box, il secondo ai danni di Sargeant. Il terzo lo subì Tsunoda durante il Q2. Le investigazioni si conclusero con due reprimende accompagnato dall’accademico e scontatissimo (chissà perchè) “no-further action“.


F1, il provvedimento della FIA: che tipo di condotta è stata testata nello scorso weekend?

Nel primo round della stagione 2024, il direttore di gara Niels Wittich ha voluto rafforzare il regolamento nel tentativo di mitigare le probabilità che una vettura “lumaca” rovinasse il giro di un altro pilota, divenendo una pericolosa sorta di “chicane mobile”, come un tempo venivano chiamate le monoposto più lente dello schieramento. Nelle note presentate a scuderie e piloti in avvicinamento al Gran Premio del Bahrain edizione 2024, venne sottolineata una certa condizione da mantenere.

Ci riferiamo “all’obbligo” di restare entro o al di sotto del tempo massimo stabilito in ogni micro-settore, stesso discorso per quanto concerne la prima e la seconda linea di Safety Car. Il test nelle libere a Sakhir non ha fornito i riscontri desiderati, dato che nel corso delle qualifiche l’hardening regolamentare non è stato applicato. Secondo alcuni piloti la disciplina provata potrebbe essere ancor più rischiosa per l’incolumità dei piloti. A sostenerlo è Lando Norris che interrogato sulla questione si è detto scettico rispetto a quanto provato giovedì in Bahrain.

Carlos Sainz (Scuderia Ferrari) attende lo smaltimento del traffico alla fine della pit lane a bordo della suaSF-24 – Gp Bahrain 2024

Il britannico sostiene che l’attuale disciplina che regola outlap e inlap sia valida e che debba essere solamente messa a punto. Nulla più. Il giovane compagno di squadra della storica scuderia di Woking, al secolo Oscar Piastri, ha elogiato gli sforzi della FIA anche se, al pari del suo teammate, non crede che quanto testato sia la giusta soluzione al problema. Forse, secondo l’australiano, un rimedio a tale problematica non esiste affatto. Amen.

Tirando le somme non ci resta che aggiungere un fatto: in F1 prevarrà sempre il bisogno di ogni pilota nel preparare il suo giro veloce in qualifica, in relazione alla migliore modalità di messa in temperatura degli pneumatici. Così come la necessità di sorpassare chi lo precede se corre il rischio di prendere la bandiera a scacchi. Si tratta di semplici istinti, pura natura competitiva che nessun corpo normativo, a quanto sembra, pare sia in grado di disciplinare.


Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat

Immagini: Formula Uno

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