La F1 e la Ferrari “hanno scoperto” il talento di Oliver Bearman. O meglio, il pilotino inglese ha già fatto vedere ottime cose nella sua giovanissima carriera, ricordiamo che tra meno di due mesi farà 19 anni, però essere catapultati da una Formula 2 a una Formula Uno, per di più del Cavallino Rampante, in meno di 24 ore e su una pista molto sfidante come quella di Jeddah, dimostra innanzitutto il coraggio della scuderia italiana (oltre che la necessità, sia chiaro) nel mettere su un giovane rookie su una “bestia” a quattro ruote del genere, e poi la bravura di un ragazzo che ha tutte le carte in regole per vincere il mondiale “cadetto”.
Di Bearman stupiscono evidentemente tranquillità e freddezza, anche nelle decisioni in gara: dopo un primo tentennamento su un sorpasso ai danni della Haas andato a buon fine, infatti, eseguito prima dell’ultima curva, è stato poi risucchiato dal DRS della vettura americana dell’esperto pilota tedesco. A quel punto, la comprensione della situazione e quindi il sorpasso qualche giro più tardi , questa volta sul rettilineo principale.
Una banalità potrebbero pensare i superficiali, ma immaginatevi di essere catapultati in una situazione oggettivamente più grande di voi, tutto in una volta, quando avete passato settimane a preparare tutt’altro tipo di weekend e con una macchina molto diversa. Non si possono sottovalutare tutte le sfaccettature che hanno portato il giovane pilota inglese a guidare la Ferrari, il più “piccolo” ad averlo mai fatto, per giunta alla prima in assoluto in Formula 1.
Il primo ad essere stupito dell’ottima prestazione di Bearman in Arabia Saudita è Frederic Vasseur. Il team principal della Ferrari non si aspettava nulla dal giovane inglese, ma non perché non credesse in lui, altrimenti state certi che non gli avrebbe mai dato una macchina in un tracciato così complicato come quello di Jeddah, piuttosto avrebbe lasciato la SF-24 di proprietà di Carlos Sainz tranquillamente chiusa nel garage.
La bravura del ragazzo sta nel rapidissimo adattamento: catapultato in macchina nelle Fp3 di venerdì, alcuni run per prendere confidenza, un po’ di motore in più per fargli subito capire le velocità che avrebbe dovuto affrontare per il resto del fine settimana, gomme morbide e via a girare, girare e girare. Una Q3 sfiorata per 36 millesimi di distanza da Lewis Hamilton, colui che salirà su “quella” macchina l’anno prossimo, primo a complimentarsi con il ragazzino dopo il settimo posto in gara.
“Ero un po’ spaventato – ha ammesso Fred Vasseur dopo la gara di sabato scorso a Jeddah -. Pensavo alla procedura di partenza, a quella del pit-stop e a tutto ciò che non aveva mai fatto prima. Lui però era molto focalizzato su ciò che doveva fare, non ha commesso alcun errore in gara ed è stato in grado di accelerare nel finale quando gli abbiamo detto che Norris e Hamilton erano dietro di lui. Nel complesso ha fatto un lavoro davvero fantastico”.
“E’ stato stupefacente: parlo della gestione della situazione, perché il ritmo è una cosa, ma la gestione è un’altra, e non parlo solo della gara. Fin dall’inizio dell’evento è stato molto solido, robusto, non ha commesso una sola sbavatura e ha dato un buon feedback. Era molto calmo nei team radio e con i suoi messaggi ha aiutato tutta la squadra a rimanere tranquilla in situazioni potenzialmente concitate”.
Quale futuro per Oliver Bearman? Innanzitutto, il focus deve essere sul campionato di Formula 2, anche perché il rovescio della medaglia ci dice come a Jeddah abbia perso una grande occasione per vincere nella gara principale della categoria propedeutica alla F1, vista la pole position conquistata. Non bisogna bruciare i tempi, si deve crescere, e dopodiché dare una possibilità nel 2025.
La Haas potrebbe essere l’opzione più “semplice”, nonostante il patron Gene Haas non sembra volere più piloti giovani. Certo, l’esperienza Mazepin avrebbe traumatizzato tutti, ce ne rendiamo conto, ma ci sono alcuni ragazzi in grado di essere sul pezzo, e l’inglese ha dimostrato di riuscirci. Forse era più una volontà dell’ex team principal Guenther Steiner, perché il suo successore, il giapponese Komatsu, ha aperto alla possibilità di avere Bearman nella prossima stagione, e già nel 2024 la sua presenza nel box sarà “ingombrante”.
“Sì, assolutamente – ha detto il nipponico dopo Jeddah -. Lo scorso lo abbiamo avuto con noi in due sessioni di prove libere in Messico e ad Abu Dhabi, è stato subito ovvio come fosse un pacchetto completo. E’ un ragazzo impressionante, quindi sono molto contento di averlo a disposizione per sei FP1 quest’anno. Sono molto felice per lui”.
Autore: Andrea Bovone
Immagini: Scuderia Ferrari