Ferrari e Brembo insieme per esaminare. Mettiamo da parte per un momento l’incipit e riavvolgiamo il nastro. Il più scuro in volto tra i piloti dei top team al termine della gara inaugurale della stagione di F1 era certamente quello di Charles Leclerc. Una rabbia dettata da condizioni estreme che ha dovuto affrontare nel corso dei 57 giri, dovute al malfunzionamento dell’impianto frenante anteriore della SF-24. Una reazione di chi è consapevole di aver perso una grossa opportunità per salire almeno sul secondo gradino del podio.
Guardando il bicchiere mezzo pieno, in altre stagioni, la noia tecnica occorsa al monegasco avrebbe determinato il ritiro della monoposto numero sedici. Invece, grazie alla gentilezza nella guida di Charles e alla diminuzione del peso della monoposto nel corso della gara per via del consumo di carburante, l’alfiere di Maranello è riuscito a strappare un quarto posto finale alle spalle del compagno di squadra. Sulla natura del malfunzionamento, al momento non esistono risposte chiare da parte della storca scuderia italiana e con ogni probabilità non verranno date molte spiegazioni in futuro.
I sistemi di frenata delle vetture sono integrati all’interno di una cover realizzata per garantirne il raffreddamento. Come la quasi totalità totalità delle scuderie, l’impianto frenante è fornito dalla società bergamasca Brembo, eccellenza nostrana del motorsport. Nelle monoposto di Formula 1 l’impianto frenante è l’insieme delle componenti meccaniche, elettroidrauliche e accompagnate dal software che concorrono alla rallentare il mezzo meccanico allorquando il pilota esercita una pressione sul pedale del freno.
Nel caso in cui il guasto avesse colpito una delle componenti realizzate esclusivamente dal team di Maranello, l’identificazione della causa sarebbe stata più immediata. Nei sistemi integrati, risalire alla natura del grattacapo sofferto comporta l’analisi congiunta tra Scuderia Ferrari e della Brembo. In particolare, la verifica del problema occorso alla SF-24 di Leclerc deve in primo luogo individuare la causa del problema.
L’obiettivo è quello di stabilire se si tratti di un malfunzionamento accertato o una problematica che potrebbe ripresentarsi in funzione di particolari condizioni operative. E’ necessario sottolineare che gli uomini di Maranello, in regime di parco chiuso, in base alla documentazione della Federazione Internazionale, avevano sostituito il deflettore d’uscita della brake duct anteriore sinistro, proprio quello sul quale si è presentato il guasto.
Forse una singolare coincidenza, difficile dirlo senza avere una risposta dai diretti interessati. Eppure, il fatto che tramite i sensori montati in quella zona della monoposto, già nella giornata di sabato, prima del Gran Premio del Bahrain, era stato notato qualche parametro fuori giri dalla working range ottimale, fa pensare che la questione sia più torbida di quello che possiamo immaginare.
Sainz ha rivelato che, analogamente al compagno di squadra, è stato costretto a gestire i freni nel corso della prima gara della stagione. Mentre il monegasco si è reso protagonista di sei bloccaggi in curva 10 a causa del problema ai freni, la SF-24 dell’iberico sembrava essere esente da alcuna problematica. Ma nel post gara Carlos ha confermato che anche sulla rossa numero 55 il comportamento dei freni ha limitato la sua performance, anche se in modo non così accentuato come sulla vettura di Leclerc.
Nella conferenza stampa della FIA, il madrileño ha dichiarato che nel primo stint e all’inizio del secondo, ogni volta che era nel traffico sentiva molte vibrazioni sui freni e il pedale a un certo punto ha iniziato ad allungarsi. In diverse fasi della corsa, pertanto, ha dovuto scegliere se uscire dell’aria sporca proveniente dalle monoposto che lo precedevano, oppure risparmiare i freni temendo un improvviso cedimento. Sarà molto importante per gli ingegneri di Maranello unitamente a quelli della Brembo appurare se esiste una correlazione tra il guasto evidente di Charles e quello latente rivelato da Carlos.
Risulta alquanto strano, pensandoci bene, che le noie tecniche si siano presentate durante la gara inaugurale senza fare presenza, ad esempio, nella marea di chilometri percorsi sul medesimo tracciato, nella 24 ore di test, peraltro con temperature più alte. Da un certo punto di vista, la contemporanea presenza di un problema tecnico su entrambe le vetture potrebbe rendere più semplice la risoluzione della problematica, accertandone la natura progettuale o casuale. Attendiamo aggiornamenti dalla Ferrari per saperne di più.
Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Immagini: Scuderia Ferrari – FIA