Ferrari ha ottenuto una splendida vittoria. Doppietta rossa per battere una Red Bull senza dubbio falcidiata dai problemi. Una RB20 che non è riuscita ad adattarsi al meglio al tracciato di Albert Park e ha deciso di arrivare in qualifica con un assetto che le permettesse la partenza dal palo, sacrificando in parte la gara. Questo sulla base dell’ottimo rendimento che vetture austriache sanno mostrare con i serbatori pieni di carburante, con un delta prestazionale tra sabato e domenica sempre più competitivo dei diretti avversari.
Purtroppo però la sfortuna sotto forma di cestello dei freni ha fatto presenza. Si dalle prime curve del Gran Premio, infatti, Verstappen ha notato una certa difficoltà in fase di staccata che di li a poco si è trasformata in incubo quando la posteriore destra delle vettura colorata di blue racing ha iniziato a produrre una densa fumata. L’olandese non ha potuto far altro che ritirarsi pertanto per un “problema stupido” ma letale. Il suo compagno di squadra ha portato la numero 11 al traguardo in quinta posizione. Una gara anonima sulla quale Christian Horner, team principal Red Bull, ha reso noto un grattacapo tecnico.
Il fondo di Checo era danneggiato per un contatto nelle primissima fasi di gara. Contesto che ha rallentato il ritmo del messicano togliendo al trentaquattrenne di Guadalajara la possibilità di lottare al vertice con McLaren e Ferrari. Ma ci sono altri aspetti interessanti che in questo fine settimana hanno limato il gap, rendendo la RB20 una monoposto più umana. Ci riferiamo all’amministrazione delle gomme che, con alto quantitativo di carburante a bordo, avrebbe senza dubbio creato una situazione non facile da gestire anche per il talento di Hasselt nella lotta con la rossa.
L’asfalto di Melbourne ha circa due anni di vita, visto che l’ultimo lavoro svolto sul manto di cemento di questa pista risale alla stagione 2022. Parliamo di un livello di abrasione media. Rispetto alla passata stagione, il costruttore di pneumatici Pirelli ha deciso di portare una gamma di compound più morbidi: C3 (Hard), C4 (Medium) e C5 (Soft), fattore che ha cambiato le strategia delle scuderie vedendosi obbligate alle due soste. Sin dalle prove libere del venerdì, durante le consuete simulazioni sul passo gara, abbiamo notato la presenza del graining, tedioso fenomeno che concorre negativamente al deterioramento delle coperture.
Ci riferiamo a un aspetto che ha reso molto più complicata l’amministrazione delle mescole, in quanto a Melbourne il valore dell’energia immessa nella struttura centrale dello penumatico è basso e di riflesso il battistrada soffre tremendamente dando vita al graining su ambedue gli assali che, come sappiamo, riduce non di poco la resistenza della gomma all’usura. A tal proposito vale la pena ricordare il recente passato. Parliamo del Gran Premio di Las Vegas edizione 2023, dove la Ferrari ha messo assieme un fantastico fine settimana sfiorando la vittoria.
Una corsa dove la Safety Car sfavorì la rossa numero 16 che di certo, tra le altre cose, non godeva di un livello di competitività così alto come la Ferrari SF-24 e in linea generale pativa un gap superiore dalle vetture austriache rispetto al presente. Tutto questo per dire che nel terzo appuntamento della campagna agonistica 2024, Red Bull avrebbe sofferto anche con Max Verstappen. L’olandese ha ben altro rendimento rispetto a Checo Perez, splendido interprete di una monoposto, la RB20, molto solida e con pochissimi difetti. Per questa ragione il ritiro del campione del mondo in carica ci ha lasciato con un grande dubbio.
Il reparto di Milton Keynes deputato alla dinamica del veicolo, ha realizzato un lavoro davvero fantastico nel concepire cinematismi capaci di trattare i compound con estrema dolcezza. Elemento emerso in maniera chiara durante le ultime stagioni. L’asfalto del tracciato australiano non presentava pesanti limitazioni termiche ma bensì problemi di graining con la formazione di abrasioni che abbassano il grip delle gomme. Fenomeno che Red Bull ha dimostrato patire al contrario della Ferrari (vedasi appunto Las Vegas). Per questo Sainz aveva la possibilità di sfidare Verstappen nella lotta al primato.
Pensando al futuro ecco il rovescio della medaglia. Suzuka, prossima gara in calendario tra due settimane, presenta un’abrasività dell’asfalto parecchio alta. Elemento che molto probabilmente potrebbe ristabilire le distanze tra Red Bull e Ferrari che nella terra dei canguri sono parse decisamente più sottili. Non ci resta che aspettare per la verifica ricordando che, in Giappone, il team di Maranello dovrebbe portare una prima parte di upgrade in attesa del più corposo pacchetto di aggiornamenti che vedremo a Imola. Il Cavallino Rampante sta cercando di spingere sull’acceleratore e continuerà a farlo per “umanizzare” la scuderia austriaca.
Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari – Oracle Red Bull Racing