La frustrazione emotiva è più pesante del dolore fisico? il pilota Ferrari, l’iberico Sainz, potrebbe dare certamente una spiegazione più dettagliata in relazione agli avvenimenti dello scorso weekend in Arabia Saudita. Nonostante la stoica partecipazione alle libere del giovedì, il pilota originario di Madrid è stato costretto ad alzare la bandiera bianca a fronte della diagnosi di appendicite che lo ha costretto ad abbandonare la contesa in maniera prematura.
L’esemplare professionalità del figlio del quattro volte vincitore della Parigi–Dakar, però, ha trovato conferma dall’inaspettata quanto gradita presenza nel box della Scuderia Ferrari nel giorno della gara (sabato sorso, nda). Parliamo di poche più tardi rispetto al comunque delicato intervento chirurgico che ha visto un Carlos visibilmente claudicante, mentre il suo papà era impegnato a interessanti conversazioni con il team principal della Mercedes Toto Wolff.
Nessuno avrebbe scommesso il solito caffè sulla prestazione così incoraggiante di Oliver Bearman, in quanto non si poteva prevedere che il diciottenne britannico catapultato nella massima categoria del motorsport, in tutta fretta il venerdì mattina, potesse mostrare tanta autorevolezza. Sulla performance di Ollie si sono spese a ragione fiumi di parole, perché da tempo un rookie convinceva tutti tramite una solida performance, priva di errori, coronata da un piazzamento in zona punti.
A bocce ferme si può affermare che il rendimento del pilota inglese ha limitato i danni in casa Ferrari, perché l’assenza del ben più esperto pilota titolare poteva pesare non poco nell’economia globale del fine settimana di Jeddah. Con ogni probabilità, sabato sera, oltre alla ferita della recente operazione, lo stato d’animo di Carlitos è stato messo a dura prova dalla prova convincente del pilotino della rossa.
Causa ennesimo mondiale soporifero, Bearman ha portato una ventata di novità di aria fresca in tutto il Circus. Alzi la mano, infatti, chi non vorrebbe vedere nuovamente all’opera in nativo di Chelmsford sulla rossa di Maranello, per comprendere definitivamente se in terra araba è girato tutto per il verso giusto oppure se siamo difronte ad un nuovo talento nascente delle Ferrari Driver Accademy. Con il possibile ritorno in pista del madrileño in Australia, ancora in dubbio come ricordato dallo stesso Vasseur, Oliver tornerà a correre in Formula 2 continuando a testare le rosse.
Ma si può mettere in naftalina quello che appare un talento cristallino? E come se Michael Schumacher dopo aver stupito il mondo a Spa Francorchamps nel 1991 fosse stato rispedito nel gruppo C con il team Mercedes. Tuttavia in F1 i volanti scarseggiano, tenendo presente che pochi manager sono disposti a rischiare tempo e denaro in scommesse. Si è parlato di un potenziale approdo in Haas nella prossima stagione, nonostante la squadra statunitense abbia recentemente bocciato la linea verde intrapresa con Mick Schumacher.
Siamo certi che Carlos Sainz farà di tutto per essere presente al terzo round della campagna agonistica 2024. Lo spagnolo ha bisogno di estrarre il meglio da se stesso per potersi sedere a vari tavoli delle trattative . Obiettivo? contrattare al massimo della prossimità con il management del suo prossimo team di F1 sulla scorta di una stagione brillante. L’imprevisto materializzatosi sotto forma di appendicite potrebbe essere un bel problema per Carlos, così come il debutto eccellente di Oliver Bearman che ha fatto breccia nei cuori dei fan del Cavallino Rampante.
Appare più che scontato che eventuali prestazioni sottotono di Sainz nel corso di questo mondiale, riporteranno alla mente il convincente debutto di Oliver nella mente dei tifosi e non solo. Dal punto di vista squisitamente tecnico, l’esordio di un terzo pilota al volante della rossa ha dimostrato un fatto: la SF-24 è una monoposto prevedibile che perdona gli errori, lontana parente stretta SF-23 che, al contrario, malgrado assetti studiati per renderla docile, in più di una circostanza ha tradito un pilota dalla sensibilità mostruosa come Charles Leclerc.
Su un tracciato velocissimo in cui si sfiorano i muretti a velocità pazzesche, Bearman ha compiuto due piccole sbavature nel corso del primo giro. Ma d’altronde il giovane inglese ha semplicemente cercato di stare lontano dai guai il più possibile, per poi impostare il ritmo e seguire le indicazioni del suo ingegnere di pista. In modo subliminale è passato il concetto che anche un pilota debuttante con solo un’ora e mezza di apprendistato (Fp3+ Q1 e Q2, nda) può andare molto forte con questa Ferrari.
Di certo non ai livelli pazzeschi degli extraterrestri della Red Bull oppure a quelli del più scafato monegasco, ma certamente, con qualche ora di guida in più alle spalle, pensare che Bearman possa avvicinarsi alle prestazioni dei titolare non sembra affatto fantascienza. In ultima istanza una considerazione: per il prossimo futuro, a quanto pare, il team italiano potrà contare su un talento che si spera, nelle prossime annate, abbia la possibilità di crescere e fare esperienza per poi approdare definitivamente nella massima categoria del motorsport entrando dalla porta principale.
Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Immagini: Scuderia Ferrari