Ferrari vince il Gran Premio d’Australia con Carlos Sainz. L’altra SF-24 si colloca seconda con Charles Leclerc che completa una doppietta storica per il Cavallino Rampante. Un week-end divenuto perfetto grazie al ritiro di Max Verstappen. il freno destro ha preso fuoco nelle primissime fasi della corsa e l’olandese è costretto al ritiro. Perez non è affatto brillante e termina a 56 secondi dal madrileño della rossa, sofferente per una perdita di carico a seguito di un contatto a inizio gara. Le due McLaren provano a mantenere il ritmo della vettura di Maranello ma non ci riescono.
Mentre le “oneste” Aston Martin hanno chiuso a punti, sebbene la penalità di 20 secondi inflitta al due volte campione del mondo ex ferrarista cambi il risultato finale. Per concludere il discorso sui top team tocca parlare di Mercedes, una vera e propria decaduta. La W15 non ne vuole sapere di funzionare e lascia a piede Lewis Hamilton per un problema alla power unit. Dulcis in fundo, come si suol dire ironicamente in questi casi, George Russell sbatte violentemente contro le barriere perdendo la vettura nella scia di Fernando Alonso, accusato dalla FIA di comportamento pericoloso.
Per la partenza la scelta è ricaduta quasi per tutti sulla Pirelli a banda gialla, tranne che per Hamilton e Alonso che hanno scelto rispettivamente Soft e Hard. L’inglese è partito con la gomme più morbida perché essendo eliminato in Q2 aveva ancora a disposizione un set di morbide. Alonso ha invece ha deciso di partire con il compound più duro a disposizione per allungare lo stint e cercare un overcut su vetture che montando la Medium si sarebbero fermate prima.
Grazie alla tabella in alto possiamo osservare il riassunto grafico con i treni di gomme disponibili al momento della partenza. Essenzialmente tutti avevano due set di Hard e almeno un treno di Medium nuove, per cui la strategia era abbastanza ben definita dallo start: partenza con mescola a banda gialla e poi due stint su quella a banda bianca.
Durante i giri iniziali in molti hanno cercato di amministrare i primi chilometri della mescola, in modo da non metterla subito in difficoltà. Diversi piloti hanno poi ricevuto indicazioni sull’utilizzo del compound, in quanto la paura del graining era reale. Parliamo di un fenomeno formato da due fattori: la pulizia della pista, ma soprattutto la tendenza comune al sottosterzo. In Ferrari hanno fatto un super lavoro su questo fronte, specie considerando che nella giornata di ieri, per vari motivi, la solidità del front-end era di fatto non ottimale.
Nel primo stint con gomma media Sainz è stato il benchmark. Non essendoci Verstappen non abbiamo un riscontro su questo dato, anche se osservando i tempi di Perez (problema a parte) forse quest’oggi la RB20 avrebbe potuto non essere così forte. Checo e Russell giravano sugli stessi tempi, anche se il messicano in questo frangente non ha potuto esprimere il proprio passo.
Per quanto riguarda il monegasco delle rossa possiamo dire che Leclerc, di fatto, si è precluso la lotta per la vittoria durante questo stint, trovandosi a dover gestire gli pneumatici e, al medesimo tempo, trovare il sorpasso su un comunque molto competitivo Lando Norris. Il ferrarista girava infatti sugli stessi tempi delle due McLaren ed è rimasto ingabbiato senza poter esprimere la totalità del suo potenziale.
Charles è rimasto nella stretta morsa delle McLaren soprattutto per non mettere in difficoltà la mescola, rischiando di uscire dalla finestra ottimale e compromettere il set. Per questa ragione, al decimo giro, il muretto gli gli ha chiesto tramite il comando “opposite to Norris” di coprire la posizione sul britannico. L’inglese della McLaren ha continuato la sua marcia e Leclerc è rientrato ai box per passare alla Hard e tentare un undercut, visto il gap minimo.
Allo medesima tornata si è fermato anche Piastri, sempre per montare il compound più duro della gamma Pirelli. Entrambi sono usciti dietro a Pierre Gasly, dovendo “sbarazzarsi” in fretta del francese per rendere effettiva la strategia dell’undercut. Nei primi giri con le gomme dure, dal box Ferrari sono arrivate molte indicazioni su dove effettuare il tyre saving. Nello specifico, i piloti dovevano fare attenzione a curva 7, 10 e 12, ovvero dove si impone il maggior stress durante il giro singolo.
La Pirelli C3 era sì la mescola più dura, ma la working range rimane comunque piuttosto bassa e di difficile interpretazione. Per intenderci meglio, possiamo rammentare come questa mescola aveva dato diversi problemi alla SF-24 nella gara inaugurale in Bahrain, rendendo molto difficile il lavoro per centrare la finestra ottimale di utilizzo.
Norris e Sainz hanno invece portato avanti la strategia opposta: allungare lo stint per avere un vantaggio in termini di tyre life nello successiva parte di gara. Lando si è fermato al passaggio 15 per farsi montare la Hard, perdendo però la posizione in pista su Leclerc e il compagno di squadra. Carlos aveva un buon gap di sicurezza e senza troppi problemi è riuscito a mantenere la sua posizione. Sono ben sette le tornate di differenza tra i “due Carlo” sulla gomma a banda bianca.
Con la C3 Ferrari ha quindi lavorato molto bene, anche se è mancato il confronto diretto con Verstappen che non ci permette di quantificare il passo avanti sul tema gestione. Leclerc ha detto di aver faticato a centrare la finestra con questa gomma, infatti è rimasto a 5 decimi di media dal compagno di squadra. Norris in questo frangente era più veloce della numero 16, anche perchè era riuscito ad allungare il primo stint accorciando il secondo con la Hard.
Al giro 34 Leclerc avvisa la squadra che la sua anteriore sinistra è completamente esaurita e che il pit stop doveva arrivare a breve. Allo stesso giro è stato fatto rientrare per passare al secondo treno di Hard. Il monegasco è uscito a ridosso di Perez, ma per sua fortuna è riuscito a stargli davanti evitando l’overcut di Norris. Sainz ha nuovamente cercato di allungare il più possibile trasferendo il vantaggio anche all’ultimo stint, che quindi sarebbe diventato il più corto della gara.
Attorno al passaggio numero 40 anche le due McLaren sono passate alla seconda gomma Hard. Da que preciso momento in poi, i due ingegneri i pista della Ferrari, Riccardo Adami e Xavi Marcos, hanno costantemente tenuto informati i propri piloti sui tempi sul giro delle vetture color papaya, con il chiaro obiettivo di amministrare al meglio il consolidato vantaggio e portare a casa la doppietta.
Per analizzare macroscopicamente quanto visto proponiamo il grafico del distacco. Ogni tempo è confrontato ad un momento di riferimento costante per tutta la gara. I vari stint si possono ben riconoscere e sezionare. Nel primo si vedono molto chiaramente le tornate in cui Sainz è riuscito a costruire un delta di sicurezza sugli avversari, mentre Leclerc è rimasto imbottigliato dietro a Norris, costringendo lo stop anticipare verso l’undercut (cerchio rosso).
Il secondo stint è dominio di Sainz che ha continuato ad allungare, mentre Charles non è riuscito a rispondere ai tempi del compagno. Solo nella parte finale i due erano sullo stesso crono, ma il gap è rimasto costante e Leclerc non è riuscito ad avvicinarsi ulteriormente. Con il secondo treno di Hard il monegasco ammette di essersi trovato più a suo agio. Sull’arco intero della corsa, tuttavia, i due mostrano la stessa media globale, sintomo la numero 16 poteva giocarsela senza il traffico di Norris
in ultima istanza prendiamo in esame la grafica che ci permette di osservare il livelli delle forze i campo di quest’oggi. Ferrari leader davanti a una McLaren che poi cos’ tanto lontana non era, perché infatti il gap medio è di circa un decimo al giro. La Red Bull di Perez si è beccata quasi sei decimi per tornata dalla vettura di Carlos Sainz. Infine Aston Martin e Mercedes con un passo indietro in gara, restando a quasi 1 secondo al giro di distacco medio.
Autori: Alessandro Arcari – @berrageiz – Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich