Il mondiale della Mercedes, così come nelle due stagioni precedenti, è iniziato con notevoli difficoltà. Questa volta però c’è un po’ di imbarazzo a Brackley, perché la bontà del progetto che ha poi dato alla luce la W15 sembrava dare a piloti e tecnici una speranza notevole quantomeno per dare vita a una bella battaglia con la Ferrari alle spalle dell’imprendibile Red Bull.
Eppure le cose non sono andate così nelle due gare d’apertura del mondiale di Formula 1 2024: la Mercedes fatica anche a stare al passo di McLaren e Aston Martin, e in una pista molto veloce e ricca di curvoni ad alta percorrenza come quella di Jeddah, le difficoltà non sono per nulla mancate, con un posteriore ballerino ma che non permette l’aggiunta di carico aerodinamico senza che la monoposto si pianti in rettilineo.
Compromessi difficili da appianare al momento, eppure si pensava che con l’addio dell’ex direttore tecnico Mike Elliott, padre delle fallimentari W13 (una vittoria in Brasile nel 2022) e W14 (seconda nel mondiale costruttori 2023) e il ritorno nei ranghi di James Allison, la luce all’orizzonte fosse più nitida, ma al momento non è così, e il poco feeling di Hamilton e Russell, al quale aggiungiamo il fastidio di Toto Wolff, fanno sì che la Mercedes, al momento, sia inaspettatamente in alto mare.
Iniziamo col dire come la Mercedes W15 sia stata abbastanza veloce nei lunghi rettilinei di Jeddah, questo per via di un carico aerodinamico minimo, ma inevitabilmente questo ha fatto sì che il primo settore ricco di curve molto rapide fosse un vero e proprio tallone d’Achille per Russell e Hamilton, i quali preferiscono una macchina che dia loro fiducia in un primo settore molto complicato come quello del tracciato dell’Arabia Saudita.
Rischio di sovrasterzo elevato una volta che la monoposto si appoggiava sulle gomme, e quindi perdita di carico al posteriore e “sculettamenti” vari e improvvisi da parte della vettura. In qualifica il problema era anche maggiore per via del bouncing, un particolare che non ha permesso a Russell e Hamilton di andare meglio di una settima e ottava fila nella gara di sabato.
Problema minore in gara sotto questo punto di vista, essendoci parecchio carburante a bordo, ma a quel punto è venuto fuori il problema dell’aderenza, un fattore del quale la Mercedes dovrà per necessità lavorarci su, anche perché il layout di Melbourne, prossima gara, non è così diverso da quello di Jeddah pur essendo un semi-permanente. La W15 in questa tipologia di tracciati evidentemente soffre rispetto ai rivali più vicini, ossia Ferrari, McLaren e Aston Martin, e perdeva circa quattro decimi.
Dall’altra parte, la vettura è stata tra le più veloci in assoluto sul dritto, chiedere a Oscar Piastri per qualsiasi referenza, ma è chiaro come questo non possa bastare, anche perché si trattava comunque di una macchina con le ali molto scariche, e questo ha favorito la velocità di punta in rettilineo. Quindi, ancora una volta, compromessi, senza però sollecitare il carico aerodinamico, perché inevitabilmente si va a perdere la top speed sul dritto.
Diciamocelo: la Mercedes è un bel po’ indietro sulla tabella di marcia rispetto alla concorrenza diretta, e parliamo della Ferrari e per grandi linee anche della McLaren, la quale in Arabia Saudita ha subito tantissimo il problema del drag in rettilineo, ma quantomeno nelle curve ad alta velocità si mangiava la W15. Ecco, a Brackley sembrano non averci capito granché nonostante il cambio di direzione tecnica nell’ultimo anno, chissà quanto starà gongolando il buon Mike Elliott.
James Allison ha sicuramente la competenza tale da risollevare le sorti del team della Stella a Tre Punte, ma forse il problema potrebbe essere su chi gli sta attorno. Magari un bel mercato tecnici, quello che sta facendo da un po’ anche la Ferrari, potrebbe essere una soluzione vincente, anche perché la vettura si presenta sì più facile da guidare rispetto alle due precedenti (e non ci voleva molto, diciamolo), ma presenta ancora troppi problemi per competere ad alti livelli, e il reparto aerodinamico sta dimostrato di avere più di qualche difficoltà a risolvere la situazione.
Due i motivi fondamentali: ci sono ancora praticamente due campionati interi da disputare con questo regolamento tecnico, e un team come la Mercedes, campione in tutto e per tutto nell’era turbo-ibrida, non può permettersi altre 40 gare con questi risultati, e poi dal 2026 inizierà un nuovo percorso tecnico e nel quale, per forza di cose, dovrà tornare protagonista.
Autore: Andrea Bovone