Mercedes ha prodotto la W15 che partecipa al campionato del mondo di F1 2024. I problemi non sono pochi in questo momento e in parte sembra di vedere una vettura che ricalca il comportamento bizzarro e ingestibile della Ferrari SF-23. Sì perché la monoposto nera e grigia soffre il vento e in linea generale perde improvvisamente carico a determinati range di velocità. Un posteriore ballerino che non riesce a stabilizzarsi. Per contro, senza spiegazione, in determinate condizioni cambia pelle e la performance cresce all’improvviso.
Questo il breve riassunto dell’ultima opera di ingegneria aero-meccanica di Brackley. La nostra redazione ha dedicato più di un articolo alla suddetta, spiegando le problematiche riscontrate sin dalla fase di assemblaggio, dove una volta posta al seven post rig, banco dinamico che simula asperità dell’asfalto e angolo di camber, era scattato un allarme in merito al mero funzionamento dinamico sulla cinematica al posteriore che come sappiamo è stata ridisegnata passando a uno schema push-rod.
Una volta in pista la W15 ha palesato altri grattacapi, in quanto le altezze da terra su ambedue gli assali sono parecchio difficili da mettere a punto. Si innesca spesso il bouncing, tedioso fenomeno che fa rimbalzare l’auto provocando scompensi aerodinamici mica da ridere. Per questo, prima del fine settimana australiano, avevamo anticipato che i test aerodinamici previsti comprendevano un compare tra le due attuali versioni disponili del fondo. Esame utile per sondare il terreno e capire se un distacco della vena fluida facesse presenza.
Sotto questo aspetto ne sapremo di più nei prossimi giorni, a valle dello studio dati in fabbrica. Inoltre la monoposto di F1 tedesca non ha una grande affidabilità nella sua componete motoristica. Mascherata con la scusa “engine cover sbagliata”, la prestazione nella gara inaugurale è passata sotto traccia ma in realtà, abbiamo conferme in tal senso, gli organi interni della vettura dedicati al raffreddamento hanno un’ubicazione complicata che non consente la massima reliability in determinati contesti competitivi.
Una bella gatta da pelare, insomma. Una patata bollente che gli ingegneri si passano tra le mani peraltro già ampiamente scottate. In tutto questo si deve necessariamente puntare il dito verso un responsabile? Trovare un capro espiatorio? In linea generale a così alti livelli succede che le teste saltano. Non sarebbe la prima volta in Mercedes, vedasi l’allontanamento di Mike Elliot per re-integrare come boss del reparto tecnico l’ex ferrarista James Allison. Operazione che in questo preciso momento non sembra aver portato i frutti attesi.
Il male oscuro della vettura tedesca ha un “nome e cognome” composto da tre lettere: mancanza di comprensione. Si tratta capire, direbbe il buon Mattia Binotto che tra le altre cose aprendo e chiudendo una breve parentesi, a questa Ferrari non manca affatto. Vasseur ha dimostrato che in pochi mesi, cognizioni di causa sotto braccio, le cose possono migliorare eccome. Ma torniamo alla scuderia più premiata durante l’era ibrida. E allora, come dicevamo in precedenza, tocca trovare il colpevole della situazione? Il direttivo di AMG a Stoccarda lo starà già facendo? Chissà. Nel mentre possiamo riportare le parole del co-proprietario nonché team principal della Mercedes.
Il cinquantaduenne austriaco, al secolo Toto Wolff, sostiene che come parte in causa deve assicurarsi di apportare un contributo positivo e creativo. Proprio per questo si definisce pronto ad ascoltare le idee che possano concorrere a migliorare la situazione, visto che lo spilungone originario di Vienna è fortemente intenzionato a stravolgere questa situazione negativa, il più presto possibile. Ogni mattina davanti allo specchio di casa si osserva e si domanda se tutto quello che fa è corretto. Ma la sua posizione non è certo semplice, non essendo un semplice investitore che può chiamarsi fuori.
Al contrario la sua attenzione è massima, così come l’autocritica verso se stesso. Tuttavia il momento è davvero delicato, perché sebbene cerchi di essere ottimista tutto sembra tremendamente difficile. Specie perché il team era convinto che la W15 potesse rappresentare da subito un punto di svolta rispetto alle due ultime annate deludenti. E benché Mercedes abbia profuso sforzi tecnici ed economici enormi in F1, manca ancora qualcosa che non riescono a scorgere e proprio per questo a correggere. Sino a quando non capiranno il perché, quindi, sistemare le cose, purtroppo, non sarà affatto possibile.
Un piano c’è: scavare nel profondo. Gettarsi nei meandri più reconditi della mente per aumentare la comprensione della W15. Prendere ispirazione da McLaren e Ferrari che imboccando la strada corretta hanno prodotto una monoposto di base onesta, con alcuni limiti, ma comunque “capibile” e capace di reagire alla messa a punto. Si deve allargare la finestra di set-up per trovare sempre il corretto punto di lavoro al di la del massimo potenziale dell’auto. Giunti alla fine un ulteriore quesito sorge spontaneo: ci riusciranno davvero o continueranno ad abitare questo limbo infruttuoso come nel recente passato?
Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: Mercedes AMG F1 Team