Melbourne 2024: terzo appuntamento iridato. Ferrari con la SF-24 vuole essere più aggressiva. Un approccio studiato con le gambe sotto il tavolo a margine dei buoni riscontri racimolati in Arabia Saudita. Benché il degrado di Jeddah era molto basso, considerando la poca abrasività del piano di riferimento (asfalto), i dati raccolti hanno confermato lo step in avanti sul male oscuro che per anni ha purtroppo afflitto le vetture italiane. Ci riferiamo al consumo gomme eccessivo. Il margine per avere un ritmo superiore esisteva eccome nel lunghissimo stint sulle Hard.
Tuttavia, avendo contezza che Red Bull era comunque più rapida, si è preferito gestire il passo e risparmiare le parti meccaniche che come sappiamo debbono essere amministrate al massimo per non incorrere in penalità. Sotto questo aspetto Albert Park sarà un banco di prova più fattuale. Il manto dello storico circuito nella terra dei canguri mostra un’abrasività superiore e proprio per questo il Cavallino Rampante è in cerca di ulteriori conferme assai importanti nell’economia della prima parte della stagione.
Prima di procedere all’esame di una piccola novità aerodinamica ricordiamo che, a seguito della visita svolta nel centro medico del tracciato, la Federazione Internazionale ha dato il via libera al team di Maranello per schierare la coppia titolare di piloti. Al fianco di Charles Leclerc, pertanto, tornerà lo spagnolo Carlos Sainz. Sebbene aggirandosi nel paddock si possa notare come la camminata dell’iberico sia tuttavia claudicante, l’ex McLaren salirà comunque a bordo della rossa durante la prima sessione di prove libere. Senza ulteriori preamboli passiamo al dunque.
Ferrari si presenta a Melbourne con una certezza: continuare a profondere il massimo sforzo per ottimizzare il risultato. Grazie all’immagine dell’amico Albert Fabrega, in arrivo direttamente dalla pitlane australiana, possiamo notare un piccola novità nella parte posteriore della SF-24. Nel definirlo aggiornamento probabilmente esageriamo. Preferiamo pertanto chiamarlo “aiutino aerodinamico fattuale!”, ricordando che in F1 anche i dettagli, per quanto minuti, possono comunque fare una certa differenza. Grazie allo scatto di Albert Fabrega prendiamo in esame l’elemento.
L’appendice aerodinamica è collocata in prossimità della sezione d’uscita delle pance. Si tratta di zona della monoposto dove le soluzioni adottate cercano di far evacuare l’aria calda. In questi casi sostenere con certezza quale scopo abbia un profilo del genere risulta sempre complicato specie se, come nel nostro caso, non si ha a disposizione il CFD della storica scuderia italiana che di riflesso azzererebbe ogni dubbio. Tuttavia possiamo supporre che l’appendice in questione venga utilizzata “semplicemente” per re-direzionare il flusso in questa specifica area della vettura.
Se così fosse, infatti, l’obbiettivo sarebbe quello di variare la traiettoria con cui il fluido “investe” la beam-wing, piccola componente delle wing car ma molto fruttuosa in termini di spinta verticale, con la quale Ferrari ha deciso di integrare la “downforce mancante”, considerando la scelta sull’ala posteriore da medio-carco effettuata per Albert Park. Nel caso della SF-24, quindi, la volontà dovrebbe essere quella di “pulire” i filetti fluidi che, con ogni probabilità, percorrevano una traiettoria non fattuale quanto desiderato.
Inoltre all’interno di questa mini analisi va tenuto a mente un fattore senza dubbio interessante. In questa porzione della monoposto la massa d’aria viene disturbata dai braccetti dello schema sospensivo posteriore, pull-rod nel caso della rossa, che di fatto ne alterano il campo. Da questo piccolo profilo, sebbene non molto intenso, si stacca comunque un vortice che dovrebbe contribuire a guidare la corrente in una zona strategica e di riflesso migliorarne la struttura. Resta da capire se tale provvedimento possa in qualche modo aumentare il carico al retrotreno.
Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari – Albert Fabrega – @AlbertFabrega