Formula 1

La F1 “bipolare” non sa e non vuole giudicare il livello dei team

F1: ieri Andretti ha inaugurato la nuova sede. Una struttura di 4.460 mq a Silverstone, segno tangibile che la scuderia americana non ha affatto rinunciato a un futuro ingresso nella massima categoria del motorsport. Il presidente e CEO dell’azienda Michael Andretti e suo padre, il mitico “Piedone” Mario Andretti, erano presenti alla cerimonia di inaugurazione insieme a 80 dipendenti di Andretti Cadillac UK. Il comunicato ufficiale ha fatto luce sulla destinazione d’uso del struttura. Sarà uno spazio flessibile che ospiterà reparti di produzione tra cui officine di modelli, ADM, elettronica, un’area di ricerca e sviluppo e ulteriori strutture per uffici e riunioni.

La nuova sede opererà a stretto contatto con l’headquarter in Indiana e con la factory di Banbury. E’ palese che la struttura di Silverstone fosse stata inizialmente concepita per l’ingresso in F1 a partire dal 2026, ma la bocciatura della candidatura da parte della FOM ha spostato il traguardo al 2028. La candidatura del team Andretti dello scorso gennaio a seguito di una lunga valutazione commerciale è stata rispedita al mittente. Secondo Liberty Media la categoria avrebbe fornito più valore ad Andretti che viceversa. Questa, in estrema sintesi, la motivazione ufficiale del rifiuto.

Michael e Mario Andretti

Una risposta senza nessuna base oggettiva quella fornita dall’organizzazione che si è dimostrata tanto aperta nell’esportare la F1 in qualsiasi angolo del pianeta, ma altrettanto conservatrice quando si tratta di ascoltare l’interesse di qualsiasi soggetto intenzionato ad entrare nel Circus. L’ingresso di Audi di fatto non costituisce un precedente, in quanto la casa dei quattro anelli ha effettuato l’acquisizione progressiva di un team già esistente come la scuderia svizzera Sauber.


F1: la perseveranza di Andretti mette a nudo le contraddizioni della Formula 1

Nel corso delle ultime due gare è di fatto esploso il caso Williams. Logan Sargeant non ha potuto prendere parte al gran premio d’Australia perché Alex Albon aveva distrutto il telaio della sua FW46 nelle prove libere. Lo storico team inglese non ha prodotto un terzo telaio per allocare gran parte del budget nello sviluppo della monoposto. Anche in Giappone il pilota thailandese è stato protagonista di un incidente nel primo giro della corsa entrando in contatto con la VCARB di Daniel Ricciardo, finendo rovinosamente la sua corsa nelle barriere.

Secondo la scuderia, il telaio della FW46 ha subito danni nella zona anteriore destra e l’aspettativa è che la riparazione venga effettuata in tempo per la Cina. Con tutto il rispetto per chi gestisce il budget e il piano di sviluppo della monoposto del del glorioso team di Grove, non è possibile che un team di F1 non disponga di un terzo telaio che consenta ai piloti di prendere parte al gran premio. La FOM così solerte nell’impedire al team Andretti di non entrare nel Circus gira il capo dianzi a una vicenda imbarazzante e pericolosa.

Alexander Albon a muro distrugge il telaio della sua Williams FW46 – Gp Giappone 2024

Pericolosa sì… perchè nonostante la tecnologia in F1 abbia fatto passi da gigante durante gli ultimi decenni, in questo caso la storica scuderia britannica dovrà riparare un telaio danneggiato e rotto, anziché avere la possibilità di produrne uno nuovo di pacca. A questo punto una domanda sorge spontanea: questo modus operandi rispecchierebbe il livello di eccellenza richiesto ai team per far parte del meraviglioso mondo del Circus? Sembrerebbe proprio di no…


F1: Andretti Global non demorde

Attraverso i canali ufficiali del team Andretti viene specificato che la struttura di Silverstone sarà completata in fasi in base alle esigenze commerciali e sportive e ai requisiti della forza lavoro. Avere una base europea è un ottimo modo per attirare le eccellenze presenti in F1 e installare macchinari all’avanguardia. Andretti Global attualmente gestisce programmi sportivi in svariate categorie: NASCAR, Indy Car, Formula E, Extreme E e ha anche una partnership con altre squadre in IMSA GTP e Supercars australiane.

Il mese scorso, Andretti ha rivelato i piani per un nuovissimo campus di 90 acri nello stato dell’Indiana. Area destinata alla gestione dei programmi Indy Car, Indy NXT e IMSA. Insomma un colosso del motorsport che con tanta umiltà non abbandona il sogno di entrare nella massima categoria del motorsport nonostante la cecità e l’avidità di chi la gestisce.


Autore: Andrea Bovone

Immagini: Andretti F1

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