Formula 1

F1, costi non soggetti al budget cap distruggono la sostenibilità

F1 e budget cap. Il mercato piloti e tecnici è ormai la suggestione che tiene vivo l’interesse per un mondiale che sta iniziando ad avere connotati dello scorso. Il sorprendente passaggio di Lewis Hamilton alla corte del Cavallino Rampante e l’investigazione interna in casa Red Bull nei confronti di Christian Horner, hanno prodotto un effetto domino imprevedibile fino a qualche mese fa. Il probabilissimo addio di Adrian Newey dal team di Milton Keynes dopo quasi due decenni, suscita perfino più clamore rispetto ai movimenti di mercato che riguardano blasonati piloti.

L’ambiente tossico da tempo celato dai successi a ripetizione rischia di far implodere la squadra austriaca campione del mondo. Non è affatto un mistero che Mercedes stia mettendo in atto un corteggiamento serrato, con il chiaro obiettivo di ingaggiare il tre volte campione del mondo olandese. Toto Wolff è disposto a tutto, anche portarsi in casa lo storico consulente dei “tori”, al secolo Helmut Marko, pur di convincere il fuoriclasse dei Paesi Bassi a prendere il testimone lasciato anzitempo da Lewis Hamilton.

Si ipotizza un ingaggio al “limite della decenza”, pur di raccogliere degnamente l’eredità del sette volte campione del mondo. Lo stesso dicasi per Adrian Newey che di fatto ha ricevuto un’offerta da capogiro da parte della cordata di imprenditori capeggiata da Lawrence Stroll, per entrare a far parte dell’ambizioso progetto Aston Martin accompagnato dal grande supporto di Honda. Dal punto di vista del regolamento finanziario, sia gli ingaggi dei piloti che quello dei tre tecnici più remunerati, non entra nel computo del budget cap.

Costi inclusi e non inseriti nel computo del budget Cap – Credit: @robertofunoat

Tuttavia, l’escalation delle spese nelle aree non disciplinate dal regolamento finanziario, sta vanificando lo spirito dello stesso corpo normativo. Il limite relativo agli emolumenti è stato pensato per contenere le spese annuali delle scuderie che prima della stagione 2021 superavano abbondantemente il mezzo miliardo di dollari per quanto concerne i top team, Mercedes e Ferrari in primis. Nel momento in cui i migliori piloti e tecnici sono sul mercato, quindi, risulta assai evidente che molte scuderie non potranno mai ambire ad ingaggiarli.

Il budget cap è non riesce regolamentare molte aree che determinano un vantaggio competitivo. Se fosse vero che il team di Brackely avesse offerto circa 150 milioni di dollari a stagione, a Verstappen, per beneficiare dei servigi illuminati del fuoriclasse di Hasselt, si tratta dell’equivalente di quanto un team ha a disposizione per sostenere le spese dell’intera stagione agonistica. A conti fatti è molto probabile che i top team, tra costi inclusi ed esclusi dal budget cap, spendano esattamente la stessa quantità di denaro prima dell’effettività del provvedimento.

F1, la sostenibilità economica va a farsi benedire

Come spesso accade la F1 predica bene e razzola male. La tanto decantata e desiderata sostenibilità economica, in grado di livellare i valori in pista va a farsi benedire, allorquando, una montagna di denaro esce dalla porta di servizio dei costi non inclusi nel regolamento finanziario. Quindi la domanda è: sono eticamente lecite operazioni di mercato che muovono una quantità di soldi simile se non superiore a quella teoricamente fissata dal regolamento finanziario? Per fattori casuali e scadenze di contratti in essere, il mercato di piloti e tecnici ha mostrato la fragilità di un corpo normativo che ambisce a raggiungere una chimera.

amministratore delegato della McLaren Racing

Lo stesso regolamento che impedisce di investire nella sostenibilità ambientale. Negli scorsi mesi Zack Brown aveva lanciato un grido di allarme, chiedendo che tra le spese inserite nel computo del budget cap fossero eliminate alcune voci spesa progetti e iniziative di sostenibilità, senza compromettere l’integrità del tetto dei costi. Queste dovrebbero includere iniziative e formazione in materia di diversità, equità e inclusione, attività per il benessere del team e riduzione dei costi per i programmi di tirocinio utili a favorire l’accesso alle carriere nel settore del motorsport.

In secondo luogo, si dovrebbe raggiungere un regolamento tecnico che incoraggi fattivamente l’adozione di materiali e processi più sostenibili, in gradi di favorire la ricerca e lo sviluppo di una vettura di F1. Argomenti su cui il mondo della massima categoria del motorsport sta temporeggiando, mentre i costi non controllati stanno assumendo proporzioni pericolosi per la stessa permanenza di alcuni team, sul medio-lungo periodo. Questo lo scenario molto poco chiacchierato che, andando avanti di questo passo, ha tutte le possibilità di fare più danni della grandine, come si suol dire…


Autore e grafica: Roberto Cecere – @robertofunoat 

Immagini: Scuderia FerrariOracle Red Bull Racing

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Pubblicato da
Roberto Cecere