E va beh dai… “portare rispetto ai tifosi di F1 è cosa più importante per Domenicali“. Prende corpo da questa frase il pezzo dedicato alla proprietà a stelle e strisce che amministra oramai da diverse annate la massima categoria del motorsport. A proposito… il prossimo round iridato, il sesto di questa lunghissima stagione, vedrà il debutto delle wing car 2024 sul terreno americano. Un appuntamento dove la Ferrari si presenterà vestita in maniera differente. Un richiamo al passato che prevedere due sfumature di azzurro per celebrare la storia passata del Cavallino Rampante negli States.
Tonalità che faranno parte di una speciale livrea per la SF-24 che andrà a corredare l’intero fine settimana nella città internazionale che sorge sul capo sudorientale della Florida, fortemente influenzata dal mondo latino. Il tutto verrà accompagnato dai festeggiamenti che andranno in scena al Miami International Autodrome. Atmosfera che in qualche modo fornirà un plus al team italiano che dopo i vari esami del caso sul fattore gomme e qualche piccola possibile novità, in attesa del lauto pacchetto di aggiornamenti previsto per Imola, farà di tutto per stare più vicino possibile alla Red Bull.
Per la seconda volta in stagione sarà presente la Sprint Race, particolare format che prevede una sola ora di prove libere, due qualifiche, Sprint Shootout e quella classica, una mini gara dal 100 km e la consueta corsa domenicale. Contesto competitivo escogitato da Liberty Media qualche anno fa, mirato ad attirare spettatori da tutto il mondo tenendoli incollati ai teleschermi. D’altra parte 3 sessioni di prove libere stufano… questo il “Domenicali pensiero”. “Piacciono solamente agli ingegneri”, sempre secondo Stefano. Ex ferrarista che nei panni di leader maximo, recentemente, ha reso noto ulteriori pensieri riguardo al week-end sprint.
Ci rifacciamo alle parole che l’italiano di origine imolese ha profuso riguardo una possibilità: ampliare la presenza della Sprint Race nel prossimo futuro. Se ne discuterà con calma perchè senza dubbio pare una tematica assai controversa al momento. Tuttavia la sua opinione in merito a tale ipotesi è chiara, perchè “mantenere alta la tensione dei piloti ogni giorno” non può far altro che bene a questa F1. Specie alle tasche della F1, aggiungiamo noi. Sotto questo aspetto c’è un altro tema interessante che vale la pena menzionare e riguarda la corposità del calendario.
Facciamo una premessa. La F1 è uno sport straordinario, in quanto fonde la massima tecnologia alla vera competizione in pista. Senza dubbio parliamo di un contesto che potrebbe essere gestito molto meglio sotto il mero profilo prestazionale, magari pensando un po’ meno al denaro per dedicare un’importanza maggiore allo spirito della categoria. Ma questa sembra essere una battaglia oramai persa, sulla quale spendere tempo è francamente inutile. Torniamo al lato corse, quindi, in merito alla quantità di gare nell’arco di una stagione di F1. Anzi tutto un precisazione che Domenicali ci tiene a ribadire.
Il cinquantottenne a capo del Formula One Group ricorda come lui stesso, in prima persona, sia in diretto contatto con i piloti. Questo significa che la comunicazione è attiva e Liberty Media non tramerebbe alla spalle di nessuno. Al contrario discute, fa proposte e sta a sentire cosa ne pensano i diretti interessati. Resta da capire se un’eventuale scelta verrà presa tenendo in considerazione le parti o semplicemente la F1 presterà orecchio per poi fare di testa propria, quello che solitamente succede. “Se ti piace guidare come pilota puoi farlo ogni giorno, ma se non ti piace correre in F1 puoi pure restarne fuori“. Libero di scegliere. Un “aut aut”, in pratica.
Balestrata che chiarisce l’idea di Stefano e ci ricollega alla frase inziale dell’articolo: “È una questione di rispetto per i tifosi che vogliono vedere le gare. Noi […F1] abbiamo una responsabilità nei confronti di spettatori, partner, organizzatori, sponsor ed emittenti“. La “paraculaggine” del ragionamento è palese, in quanto il vero scopo è puramente economico. Lucrare il più possibile e chissenefrega se le gare sono troppe, i piloti si lamentano, i team hanno tempistiche risicatissime e gli sforzi profusi nell’arco di circa dieci mesi sono enormi.
“Questa è la magia dello sport in cui viviamo. Abbiamo bisogno di eroi che si divertano in quello che fanno. Sono sicuro che gli piace farlo”. Anche noi siamo sicuri che ai piloti piaccia farlo (guidare) ma forse anche un po’ meno, caro Stefano. O forse sarebbe meglio dire che vorrebbero poter guidare di più ma in differenti scenari. Come ad esempio avere la possibilità di testare le proprie monoposto durante l’anno, magari partecipando a un numero di gare non eccessivo.
Autori: Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: F1 – FIA