Le prime quattro gare della stagione 2024 di F1 ci hanno fornito un quadro abbastanza chiaro dei valori in campo: Red Bull è sempre davanti che domina. La RB20 mostra pochissimi se non zero punti deboli e una piattaforma estremamente stabile e adatta a ogni condizione e layout di pista. Dietro di lei il gruppo si è avvicinato. Non ancora abbastanza per poter sfidarla ad armi pari, ma quantomeno in grado di sfruttare anche la minima imperfezione del team austriaco, vedi Melbourne dove la Ferrari ha realizzato un grande doppietta approfittano del ritiro di Max Verstappen.
In molti potranno chiedersi, ma quanto sono distanti i top team dalla scuderia di Milton Keynes? Non è facile rispondere a tale quesito ma, tramite lo studio dati, si può comunque cercare di realizzare un ragionamento basandosi sui risultati ottenuti dalle scuderie nei primi appuntamenti di questa stagione. Per questo l’articolo di F1 odierno verte sull’analisi del cosiddetto gap chilometrico. Come al solito saranno necessarie alcune precisazioni prima di buttarsi a capofitto nei grafici: il gap chilometrico, in questo caso, viene espresso come differenza dalla pole position in termini di tempo (e quindi misurata in secondi) diviso per la lunghezza del tracciato in questione, espresso in chilometri.
L’unita di misura, quindi, è S/Km. L’adimensionalizzazione del gap in termini di tempo sulla lunghezza della pista, permette di prescindere da quelle che sono le nette differenze tra circuiti corti e lunghi. Non a caso, un gap di mezzo secondo fatto registrare a Montecarlo (pista di appena 3 Km) assume un peso molto maggiore che il medesimo distacco a Spa-Francorchamps (7 Km), proprio perché la lunghezza superiore del tracciato offre più spazio fisico per fare la differenza. Di rilesso, dividendo la differenza di tempo per l’estensione della pista, ci aiuta a contestualizzare meglio i distacchi.
Inoltre i tempi sul giro che sono stati considerati per l’analisi sono i migliori segnati in qualifica a prescindere dal pilota e dalla sessione (Q1,Q2,Q3). Così facendo si riesce meglio ad inquadrare il reale potenziale della vettura che, talvolta per svariati motivi, un pilota non riesce a sbloccare. Il focus è stato posto sui top 5 team del 2024. Utilizzando Red Bull come benchmark (avendo conquistato 4 pole su 4), i distacchi riportati son quelli di Ferrari, McLaren ,Mercedes e Aston Martin.
La prima peculiarità che sicuro salta all’occhio è il gap negativo fatto segnare da Ferrari in Bahrain: in quella situazione, la SF-24 si mostrò estremamente competitiva nell’arco del Q1 e Q2, tanto da far segnare i migliori tempi, salvo poi faticare in Q3 e addirittura peggiorare i tempi della mini-sessione precedente. Ad onor del vero, in pochi hanno migliorato significativamente i riferimenti cronometrici tra Q2 e Q3, tra cui ovviamente Red Bull. Tuttavia, curiosamente, il tempo Q2 di Leclerc è risultato comunque più veloce della pole position segnata da Max Verstappen, attuale leader del mondiale di F1.
Da qui si spiega la colonnina rossa che si protrae in negativo. Si parla comunque di finezze, in quanto 14 millesimi su 5.4 chilometri di pista segnano un gap al kilometro di appena, 0,0025 s/Km. Nel primo appuntamento stagionale, il delta chilometrico maggiore è stato fatto segnare dalla McLaren, con circa 0,08 s/Km di distacco. Il team colorato papaya, non a caso aveva faticato particolarmente nella gara di apertura, mettendosi comunque dietro a Mercedes e davanti ad Aston Martin in gara. Le frecce nero-argento facevano segnare poco meno di 0,06 s/Km, mentre l’AMR24 (che nel corso dell’articolo ci abitueremo a definirla l’Aston di Alonso) si attestava sui 0,07 s/Km.
I dati del primo round stagionale raramente si sono riproposti in maniera simile nelle gare successive, sia perché auto diverse hanno performato meglio o peggio su determinate piste, sia perché già nei primi quattro appuntamenti molte scuderie di F1 hanno portato novità alle proprie vetture e, in linea generale, hanno “costruito” un bagaglio di nozioni utile ad ottimizzare il pacchetto delle proprie monoposto. Assume pertanto maggior valore l’analisi del trend relativo al distacco chilometrico, più che il mero dato in se stesso. Ora, concentriamoci su di un secondo grafico che traccia l’evoluzione del distacco nelle varie gare della campagna agonistica 2024.
Le linee continue colorate connettono i gap chilometrici per ogni gara di F1, mentre quelle tratteggiate segnano il distacco medio nel primo sesto di stagione. Osservando l’immagine a seguire, ci risulta molto facile notare come Ferrari abbia il distacco medio minore di tutti, fattore che conferma quanto visto in pista recitando il ruolo prima inseguitrice della Red Bull. Tuttavia il trend della SF-24 è in aumento: dopo l’ottima performance del Bahrain il gap ha iniziato ad ingrandirsi, stabilizzandosi negli appuntamenti di Arabia e Australia e subendo un’ulteriore inflessione a Suzuka. Come ci si può spiegare tale comportamento?
Va detto che al contrario di team come Red Bull e Aston, Ferrari non ha ancora fatto debuttare un serio pacchetto di novità, preferendo l’ottimizzazione di quello attuale e leggere modifiche per adattarsi ai circuiti. Inoltre, tenendo presente che l’analisi prende considera i giri in qualifica, si conferma come la vettura italiana faccia fatica ad attivare le coperture (come a Suzuka) e di riflesso i distacchi aumentino. L’insieme dei due fattori contribuisce a spiegare il crescente distacco al chilometro nelle sessioni classificatorie, ma va detto che qualora valutassimo le simulazioni passo gara, il trend sarebbe ben differente!
Comportamento inverso per McLaren: dopo una difficile gara in Bahrain e una qualifica non troppo competitiva a Jeddah, la MCL38 si riprende con gli interessi a Melbourne e Suzuka. I layout di F1 più congeniali alle caratteristiche della monoposto britannica hanno aiutato molto, tanto che, nella recente tappa nipponica, la monoposto inglese ha registrato il proprio gap minimo su Red Bull con poco più di 0,055 s/Km. Più staccate e con andamenti diversi Mercedes e Aston Martin: per il team con sede a Brackley, l’inizio di stagione si può definire a dir poco travagliato.
La W15 non mostra i livelli di carico attesi in pista, mentre il degrado gomma lascia parecchio a desiderare. Ecco quindi che anche sul giro singolo i distacchi si fanno sentire. Dopo un inizio da quarta forza in Bahrain, Mercedes viene relegata a quinta forza in Arabia, con addirittura 0,14 s/Km. La situazione peggiora ulteriormente in Australia, dove si raggiunge il decimo e mezzo al chilometro. Piccoli miglioramenti si son visti a Suzuka, non tanto in termini di posizioni, dato che la vettura risultava comunque più lenta della AMR24, ma quantomeno sul distacco dal leader (sotto al 0,1 s/Km).
Non sorprende che il difficile inizio della stagione 2024 di F1 determini il distacco medio maggiore dei team in questione e l’unico che supera la barriera del decimo a chilometro. Aston Martin, per mano di Alonso, ha messo assieme il suo miglior weekend a Jeddah, dove sul giro secco ha imposto la sua vettura come terza forza dietro a Ferrari e Red Bull. A Melbourne, invece, arriva la peggior AMR24 dell’inizio di stagione che rimediava più di 0,14 s/Km, ma quantomeno rimaneva davanti Mercedes. In vista della tappa giapponese, un pacchetto importante di novità è stato introdotto, rivoluzionando principalmente le pance della vettura.
Si può dire che tale provvedimento abbia funzionato, dato che il single-lap-pace era al pari di Ferrari e di poco dietro alla seconda forza McLaren. L’intero gruppo è mediamente più vicino a Red Bull, ma ciò che risulta più interessante è notare quanto compatto sia il gruppo degli inseguitori: nelle prime quattro gare abbiamo visto alternarsi due volte il ruolo di prima inseguitrice, mentre Mercedes, McLaren e Aston Martin si son scambiate spesso la posizione di fanalino di coda del gruppo di testa. Assumeranno maggiore importanza i corposi aggiornamenti previsti per le prossime due/tre gare, che riguarderanno sicuramente Ferrari ma anche Mercedes.
In ultimissima istanza un ragionamento già fatto sulle nostre pagine che quest’oggi trova conferma tramite l’analisi dati della F1. Il Cavallino Rampante mostra un passo gara davvero ottimale, i quanto finalmente la gestione delle mescole con alto quantitativo di carburante a bordo è davvero buono. Proprio per tale ragione Ferrari sta lavorando per migliorare un tratto distintivo che sta limitando il raggiungimento del massimo obbiettivo in gara. Ci riferiamo appunto al giro secco in qualifica, dove la SF-24 ha peccato nell’attivazione delle coperture, non ponendo sfruttare appieno il potenziale della vettura.
Autore e grafiche: Andrea Mauri – howf1works
Immagini: Scuderia Ferrari – F1