F1, Gp della Cina 2024: Shanghai è pronta ad accogliere il Circus della Formula Uno dopo 5 anni. Per le note vicissitudini legate al Covid-19, la Repubblica Cinese ha ripetutamente cancellato l’evento dopo aver ospitato il millesimo Gran Premio della massima categoria del motorsport. Dopo questa prolungata assenza, nel weekend che si appresta ad iniziare, vedremo vetture differenti rispetto il 2019. Fattori che sommato al format Sprint Race, descrivono lo scenario orientale come uno dei più difficili di questa stagione. Nello specifico va sottolineato un fatto.
Ben cinque piloti non hanno mai visto l’asfalto cinese e i piloti già rodati hanno gareggiato con vetture completamente differenti da quelle odierne. I team, dunque, non hanno nessun dato utile alla costruzione del weekend. Il motivo al poco tempo a disposizione per testare le vetture, considerando l’unica ora di prove libere a disposizione . Un fine settimana molto importante nel riscontro relativo alla correlazione tra simulatori e pista che ci farà capire le quali scuderie arriveranno al venerdì con i compiti ben fatti da casa.
Ferrari avrà nuovamente l’opportunità di avvicinarsi a Red Bull, grazie ad un circuito che si dovrebbe adattare molto bene alle caratteristiche della SF-24. La vettura modenese è abile nelle curve in appoggio ed è notevolmente migliorata nella gestione gomma rispetto alla passata stagione. Charles Leclerc e Carlos Sainz, inoltre, potranno contare su una buona efficienza aerodinamica come hanno dimostrato i dati raccolti in pista a Suzuka nella recente trasferta in terra nipponica.
Il tracciato Shanghai International Circuit si srotola su di una lunghezza complessiva di 5451 metri ed è composto da 16 curve: 9 a destra e 7 a sinistra. La gara si svilupperà su 54 giri, per un totale di circa 305 km, mentre nella F1 Sprint i piloti percorreranno 18 tornate. Le molteplici curve in appoggio, unite ai continui start and stop in cui è richiesta trazione, indicano come probabile strategia della domenica quella delle due soste. Pirelli porta in Cina gli stessi compound di 5 anni fa, optando per la fascia centrale delle proprie coperture: C2 Hard, C3 Medium e C4 Soft.
Gli ingegneri delle varie scuderie cercheranno di ottimizzare il set-up delle monoposto tra la prestazione nei rettilinei, la riduzione dello slip angle con carico alto quantitativo di carburate a bordo e la prestazione assoluta in curva: diverse “equazioni” per le quali risulta assai complicato trovare un’unica soluzione che possa “soddisfare” dal mero punto di vista aero-meccanico la messa a punto della vettura, specie se appunto consideriamo la scarsa quantità di dati a disposizione nelle mani di tecnici e ingegneri.
Nel push lap le vetture tagliano il traguardo ad una velocità di poco inferiore ai 300 km/h con DRS aperto. Curva 1 è la più complicata ma allo stesso appare abbastanza libera nella sua interpretazione, potendo scegliere linee di guida dissimili ma comunque effettive . Come si può notare osservando la nostra telemetria relativa al campionato 2019, i piloti utilizzano freno e acceleratore nel modo a loro più congegnale e scelgono traiettorie come detto differenti. In linea generale, tuttavia, il punto di corda si trova all’inizio del cordolo e solamente vicino all’apice i conducenti iniziano a frenare.
Parliamo di un periodo di circa 7/8 secondi in appoggio che fa aumentare notevolmente le temperature delle gomme. Nella warm up strategy, quindi, sarà fondamentale preparare la le mescole maggiormente nella loro parte interna grazie alle frenate, mantenendo la temperatura della carcassa al di sotto della finestra ideale. Analogamente, in curva 3, si anticipa il punto di corda per premere prima possibile il pedale del gas. Successivamente si va a sfruttare tutta la larghezza del tracciato in uscita per raggiungere la velocità maggiore nel rettilineo verso curva 6.
All’inizio del settore centrale i piloti frenano al cartello dei 100 metri, rallentando di circa 200 km/h le F1 e prendendo il punto di corda all’apice della piega. In uscita si sfrutta il grip meccanico al posteriore e la spinta dell’ibrido in trazione. Successivamente inizia la sezione comprendente le curve più veloci del circuito. La 7 potrebbe essere affrontata in pieno, con i piloti costretti a sopportare ampi “G” laterali per poi utilizzare il freno, con un leggero angolo volante, prima di curva 8.
La velocità minima al centro di questa curva si aggira attorno ai 180 km/h e i piloti lottano in accelerazione con un posteriore leggero e vicino al sovrasterzo. Curva 9 richiede nuovamente un punto di corda anticipato. L’obiettivo è di controllare il più possibile il sottosterzo dovuto principalmente alle coperture in overheating. In uscita i piloti cercano un angolo volante il più lineare possibile e che permetta loro di compiere in un’unica soluzione anche curva 10.
Con la staccata della 11 inizia il settore finale. I piloti premono il pedale del freno all’inizio del cordolo, sulla destra, ovvero in corrispondenza del cartello che indica i 100m. Le vetture rallentano di circa 200 km/h ed è importante avere una monoposto abile nel cambio di direzione e poco rigida per affrontare curva 12. In uscita, si deve controllare una vettura prima sottosterzante e poi sovrasterzante.
Si deve andare sull’acceleratore il prima possibile per affrontare il rettilineo di circa 1,2 km che porta alla staccata di curva 14, la più impegnativa del circuito cinese di F1. Per rallentare la corsa della monoposto sono richiesti circa 250 kg di pressione sul pedale del freno, per una decelerazione complessiva di circa 5.5g. Si stacca a 120m dalla curva rallentando la wing car di 250 km/h in meno di 3 secondi. In uscita si prende il punto di corda all’apice ed è necessario controllare il posteriore facilmente sovrasterzante in uscita.
Autori e grafici: Alessandro Arcari – @berrageiz – Leonardo Pasqual – @PasqualLeonardo