Analisi Tecnica

F1: Newey “corregge” il regolamento 2026

F1, Newey, il genio della massima categoria. Un uomo che avrebbe le soluzioni per tutto ma a quanto pare non viene ascoltato. La vittoria Ferrari nel Gran Premio d’Australia consente di cullare le speranze di assistere a un mondiale più combattuto, nonostante Red Bull abbia messo a segno già tre doppiette dopo soli quattro round. La minaccia che si possa ripetere il dominio della passata campagna è ancora molto elevata, per via del vantaggio che la RB20 mostra sfruttando un corpo normativo che esalta le componenti aero-meccaniche.

Probabilmente lo strapotere del team austriaco era prevedibile, potendo disporre dei servigi del miglior progettista degli ultimi decenni. L’ingegnere britannico, sostiene che nonostante la rivoluzione regolamentare introdotta nel 2022 abbia segnato una discontinuità tecnica senza precedenti, non sia riuscita a rimescolare i valori in campo. In sostanza, quindi, il sogno di poter assistere a una stagione simile a quella del 2012, in cui si avvicendarono sei vincitori nei primi sei Gran Premi della stagione, resta una vera e propria chimera.


F1|Newey: non “demonizzare” il degrado degli pneumatici

Secondo il CTO del team austriaco, l’attuale corpo normativo è forse tra i più restrittivi che abbiano mai disciplinato F1, dal punto di vista tecnico, sportivo ed economico. Da tempo si susseguono norme che tendono a concedere un grado minore di libertà rispetto ai precedenti. Per il progettista di Stratford-upon-Avon, nonostante l’introduzione del budget cap, l’ordine competitivo non è cambiato in modo significativo. L’ammissione sincera di un fallimento dello spirito alla base del regolamento che ha favorito la supremazia del suo team.

Il successo della F1 non dipende solo dai progetti tecnici competitivi. Per Newey un fattore fondamentale che concorre all’imprevedibilità del risultato riguarda la gestione degli pneumatici da parte delle monoposto. Team e piloti spesso esprimono il loro malumore nel dover amministrare piuttosto che poter estrarre il massimo potenziale dal mezzo, temendo il consumo esagerato e/o repentino delle gomme. Sotto questo aspetto Newey crede che il degrado venga ingiustamente “demonizzato”. Il geniale progettista inglese ritiene che grazie all’usura difforme delle mescole, sulle diverse vetture vengono deliberate strategie che possono rimescolare i valori in pista.

Charles Leclerc (Scuderia Ferrari) a bordo della SF-24 durante il lunghissimo primo stint con le Medium – Gp Giappone 2024

Significa che le squadre possono utilizzare tattiche diverse in base al comportamento delle auto nelle diverse fasi della gara. Ad esempio, nello scorso Gran Premio del Giappone, Charles Leclerc è stato protagonista di un primo stint lunghissimo che gli ha consentito di recuperare 4 posizioni al termine della corsa. Questo è stato possibile grazie alla perfetta gestione dei compound da parte del monegasco e dalla gentilezza della SF-24, capace di “cullare” le gomme Pirelli. Di fatto, nelle gare in cui il consumo è molto limitato, i team scelgono di effettuare un singolo pit-stop con effetti drammatici in relazione imprevedibilità del risultato.

F1|Newey: le dimensioni extralarge sono anacronistiche

Uno degli aspetti più discussi nei tavoli tecnici del Circus è la persistenza del consistente flusso di aria “sporca” che investe le monoposto ingaggiate nei duelli in pista. Nonostante tutti gli sforzi fatti con l’introduzione del regolamento tecnico del 2022, Newey è convinto che all’origine della problematica ci siano le dimensioni extra larghe delle wing car.
Adrian sostiene che le attuali vetture di F1 siano davvero grandi, veloci ma anacronisticamente pesanti. La massima categoria del motorsport è stata spesso il laboratorio di soluzioni tecniche traslate nel tempo sulle vetture stradali.

Adrian Newey, responsabile tecnico della Oracle Red Bull Racing

Tuttavia per il mago inglese la F1 la storia sta andando nella direzione opposta ai migliori modelli di efficienza. Per il progettista della Red Bull, quindi, la massima categoria del motorsport dovrebbe concepire auto molto più piccole, più leggere e aerodinamicamente parlando efficienti. In sostanza tornare a quelle che erano le dimensioni delle monoposto nei primi anni del terzo millennio. In base a questi razionali, pertanto, dovrebbero essere redatti i regolamenti tecnici dell’imminente rivoluzione regolamentare targata 2026. Al contrario la FIA non ci sente e in tale scenario continua a percorrere un strada solitaria senza badare ai consigli di chi davvero ne sa.


autore: Roberto Cecere – @robertofunoat

Immagini: Oracle Red Bull RacingAdrian Newey

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Roberto Cecere