Il passaggio di Lewis Hamilton in Ferrari ha certamente scosso il mondo della F1 ancor prima dell’inizio della stagione 2024. Il sette volte campione del mondo britannico, dopo una vita con il marchio Mercedes, è pronto a 40 anni per iniziare una nuova avventura, presumibilmente l’ultima nel Circus iridato, dopo un flirt nemmeno troppo nascosto durato nel tempo.
L’avvento di Frederic Vasseur alla guida del Cavallino ha certamente spalancato ogni possibilità, con la collaborazione del presidente John Elkann, da sempre estimatore del campionissimo natio di Stevenage, ma bisogna anche dire come le garanzie negli ambienti di Brackley siano venuti sempre meno nel corso delle ultime stagioni, con la Mercedes brutta controfigura di quella squadra vincente ammirata fino alla fine del 2021, ovvero quando lo stesso Lewis venne scippato di un mondiale in favore di Max Verstappen, oggi dominatore assoluto della F1.
La mossa di Hamilton può aprire a diversi scenari: il suo approdo in Ferrari sposta attenzioni, sponsor (HP potrebbe non essere un caso, ecco) e tecnici. Su questo punto deve necessariamente puntare la Scuderia modenese per dare al campione britannico e a Charles Leclerc una vettura in grado di competere per vittorie di gare e campionati, e diciamo che le voci che si susseguono su un possibile approdo di Adrian Newey in rosso non sembrano essere del tutto casuali.
L’ambiente interno alla GES, si sa, è sempre stato molto particolare. Ben lontano dal metodo classico british, questo aspetto ha dato certamente unicità alla Scuderia di Maranello nel corso della sua gloriosa esistenza, ma forse negli ultimi tempi si è visto il bisogno di dare una sterzata anche alla metodologia di lavoro, anche perché le vittorie, purtroppo, non sono state costantemente affare della rossa, con i domini Red Bull (x2) e Mercedes a monopolizzare la F1 dal 2010 in poi.
Qualche vittoria sporadica, che per carità emoziona sempre, non può più bastare, e per questo motivo l’arrivo innanzitutto di Vasseur ha dato un forte segnale: intanto basta con la “lentezza” nel prendere le decisioni, ovvero ognuno stia al proprio posto e si occupi delle rispettive mansioni, senza intervenire in questioni extra. L’esempio più lampante è l’allontanamento dalle vicende sportive di Benedetto Vigna, CEO della Ferrari, il quale avrebbe già avuto con il manager francese ex Alfa Romeo Sauber delle divergenze all’inizio della scorsa stagione.
Il 2023 della rossa, lo ricordiamo bene, è stato pessimo, e Vasseur da neofita dell’ambiente ha capito come bisognasse dare una ripulita al metodo di lavoro nella Gestione Sportiva. Gli altri rami dell’azienda che facciano il loro, senza intromissioni di alcun tipo, e questo l’ex Apple sembra averlo capito. Come si dice di questi tempi? Lasciate cucinare in pace il buon Fred, o una cosa simile. Beh, diciamo che gli ingredienti adesso iniziano ad essere più di prima qualità.
Stefano Domenicali ha recentemente “avvertito” Lewis Hamilton: in Ferrari c’è una mentalità che sicuramente non rispecchia quanto visto dal sette volte campione del mondo nelle sue esperienze tra McLaren e Mercedes. Ovviamente, l’ex team principal della rossa, oggi a capo della F1 sa benissimo di cosa si tratta, anche se ad oggi sono ormai dieci gli anni di assenza da Maranello.
Quello che troverà il britannico sarà un ambiente forse non british, ma sicuramente diverso, più moderno, con meno paturnie varie. Un contesto nel quale ognuno ricopre un ruolo ben chiaro, dove si lavora meglio e con più serenità. Certamente, fino al 2021/2022, questo tipo di movimento di mercato non sarebbe stato possibile, vista la confusione che regnava sovrana nella Gestione Sportiva nell’ultima decade, e un campione con Hamilton non si sarebbe mai sognato di spostarsi dalla Mercedes, nonostante i problemi maturati nell’ultimo biennio.
E poi, c’è quella questione Newey, ormai difficile da ignorare ogniqualvolta si parla di Ferrari, Hamilton, Vasseur, eccetera, eccetera. Il genio inglese, stufo evidentemente di quel che sta accadendo in orbita Red Bull, arriverebbe soltanto in condizioni a lui congeniali, in un ambiente di lavoro che adesso ha tutte le carte in regola per giocarsela con chi domina da anni, e con al volante due piloti di assoluto livello, uno dei quali ha vinto ben sette titoli mondiali. Hamilton potrebbe essere la garanzia marchiata Ferrari per arrivare a un matrimonio sognato nei decenni e mai davvero compiuto. Solo il tempo ce lo dirà.
Autore: Andrea Bovone
Immagini: Scuderia Ferrari – Mercedes AMG F1 Team – Oracle Red Bull Racing