Ferrari e HP insieme per un futuro migliore. Il ruolo di servizi e sistemi messi a disposizione dall’information technology è ormai indispensabile in tutto il ciclo di vita di una monoposto di F1. Design, prototipazione e produzione è fortemente assistita da macchinari a controllo numerico, simulazione e gestione delle strategie. I modelli predittivi analizzano migliaia di informazioni per fornire in tempo reale la migliore opzione strategica. L’attuale “era” che sta vivendo la massima categoria del motorsport è caratterizzata dal pervasivo utilizzo degli strumenti offerti dalla suddetta tecnologia dell’informazione.
Da tempo le fasi di design, calcolo, simulazione e prototipazione di ogni componente delle monoposto sono completamente supportate da specifici software quali CAD (Computer Aided Design), CFD (Computational Fluid Dynamics) e CAE (Computer Aided Engineering). La necessità di elaborare grandi quantità di dati (Big Data, nda) conferisce alle partnership del settore IT un ruolo strategico. Per rendere l’idea del contesto di riferimento, basta pensare alle strategie di gara. La scelta della condotta della corsa più efficace non può che essere affidata a modelli probabilistici nel corso della competizione.
I software utilizzati da alcune scuderie implementano il cosiddetto Modello Montecarlo. Monte Carlo o simulazione delle probabilità multiple, è una tecnica matematica utilizzata per stimare i possibili risultati di un evento incerto. Il metodo fu inventato da John Von Neumann e Stanislaw Ulam durante la Seconda Guerra Mondiale, provvedimento utile per migliorare il processo decisionale in condizioni incerte. Prende il nome dell’omonimo Principato, dal momento che l’elemento di casualità è il nucleo dell’approccio di modellazione è di fatto “simile” a un gioco di roulette.
Nell’arco di una corsa gli strateghi dei team devono confrontarsi con eventi a elevato livello di incertezza. Devono calcolare l’impatto delle condizioni meteorologiche, le strategie di altre squadre, i tempi di pit-stop e determinare in che modo un potenziale incidente potrebbe influire sull’esito di una gara. Per comprendere le conseguenze di queste probabilità, gli ingegneri usano appunto il metodo Monte Carlo, per simulare miliardi di potenziali scenari e risultati. Anche se non c’è una risposta corretta al 100%, alcune strategie forniscono migliori probabilità di successo rispetto ad altre.
Le uniche certezze nella scelta di una strategia prima della partenza della gara, sono il passo con alto quantitativo di carburante a bordo mostrato nelle prove libere. Riscontro che anche in questo caso potrebbe essere soggetto a variazioni, dovute alle mutevoli condizioni climatiche e la posizione sulla griglia di partenza. La probabilità di successo dei piani tattici ipotizzati varia in real time, tenendo a mente eventi così detti “unpredictable” (imprevedibili): ingresso della Safety Car, foratura di uno pneumatico, temperatura della pista, ecc.
Tali elaborazioni ricevono iterativamente in input tutte le variabili in gioco e di riflesso offrono la possibilità di fornire, come risultato, una certa distribuzione della probabilità che i risultati si verifichino in un processo imprevedibile, come detto a causa dell’intervento di variabili assai casuali. Per una gara di Formula 1, le condizioni mutevoli sotto vari aspetti includono incidenti e prestazioni che la vettura è in grado di ottenere
Come infrastruttura informatica, Red Bull Ford Powertrains ha scelto da tempo Oracle Cloud Infrastructure, per affidare alla multinazionale texana con sede ad Austin, la potenza di elaborazione e gli strumenti necessari per creare la nuova generazione di motori che, come sappiamo, debutterà nella stagione 2026. Fra i motivi di questa scelta troviamo anche il fatto che i modelli OCI (Oracle Cloud Infrastructure, nda) standard ad alte prestazioni sono ideali per elaborazioni complessi, come le simulazioni necessarie per ottimizzare la power unit verso il massimo rendimento e di conseguenza soddisfare i requisiti della F1.
I modelli OCI ad alte prestazioni vengono elaborati in network, costituiti da computer a elevata performance HPC (High Performance Computer, nda), a partire dall’analisi della fluidodinamica computazionale CFD, usata per modellare in modo rapido ed efficiente le camere di combustione del nuovo motore. Ci riferiamo alla reazione chimica che comporta l’ossidazione di un combustibile che prende forma “bruciando” un’opportuna miscela di aria e benzina. Nel caso di accensione con candela, per avere un processo efficiente è indispensabile che la combustione avvenga in modo molto rapido, favorendo la propagazione in poco tempo a tutta la camera di combustione e trasferire la potenza al pistone.
Per ottenere questa situazione è pertanto necessario concentrare il combustibile soprattutto nella zona della candela, così da favorire l’innesco e l’accelerazione del processo. Nel caso della combustione di tipo HCCI, che si sta sviluppando nelle attuali vetture, è invece importante miscelare in modo omogeneo l’aria e il combustibile, in modo da avere una concentrazione pressoché costante e poter avviare la combustione in molti punti contemporaneamente.
A tale scopo è molto importante la gestione dei flussi della vettura, dalla fase di aspirazione a quella di scarico. Esistono alcuni moti rotativi della carica fluida di tipo organizzato, in quanto non avvengono in modo casuale, ma sono indotti da opportune condizioni geometriche e cinematiche, persistendo nel tempo e favorendo l’efficienza del processo.
La scorsa settimana è stata annunciata la partnership pluriennale tra la Scuderia Ferrari e Hewlett Packard (HP, nda). Un’alleanza della portata enorme al punto da modificare il “title name” del team in Scuderia Ferrari HP, anche per quanto concerne lo username nelle piattaforme social. Non si tratta di un’operazione di marketing molto onerosa per la multinazionale statunitense dell’informatica, operante in sia nel ramo hardware che in quello software. Si vocifera infatti un corrispettivo di 300 milioni di dollari in favore del Cavallino Rampante su un arco temporale non ancora definito.
La sponsorizzazione avrà immediato effetto proprio nel sesto round che si terrà in suolo statunitense nel Gran Premio di Miami, del prossimo week-end, dove le monoposto e le divise del team italiano ospiteranno in bella mostra il logo del gigante dell’informatica. Sotto questo aspetto è importante notare che, dopo alcuni anni, forse troppi, la storica scuderia modenese torna ad avere un title sponsor, in seguito all’abbandono di Marlboro tramite il programma molto poco chiaro e spesso criticato Win-now.
Il fatto che il nuovo main sponsor sia un gigante dell’informatica lascia intendere che la collaborazione dovrà garantire un valore aggiunto, in un’area su cui la scuderia si affidava solo a soluzioni di sicurezza informatica (Bitdefender, nda) , digital transformation & AI (HCL Software, nda) e Genesys, società americana specializzata in software leader nelle soluzioni per la Customer Experience (la somma di tutte le sensazioni vissute da un cliente in ogni interazione con un marchio fino all’acquisto), il contact center in cloud e la gestione dei dati.
Attraverso la stretta collaborazione messa in atto con HP, la Scuderia Ferrari avrà finalmente un partner che potrà supportare il team sia nel ciclo di vita delle monoposto che nella fase decisionale, come detto per quanto concerne le strategie di gara. L’obiettivo è quello di raggiungere l’efficacia della sinergia Oracle-Red Bull che si è rivelata decisiva nel corso della breve ma assai fruttuosa collaborazione.
Autore e grafica: Roberto Cecere – @robertofunoat
Immagini: Scuderia Ferrari