Guidare una Mercedes W15 e partire in prima fila non affatto semplice. Oggi, il diritto a farlo se lo è conquistato un “bollito” di nome Lewis Hamilton, bollato in questo modo da una marea di persone che forse, almeno per oggi, si saranno rese conto che il “manico” del sette volte campione del mondo di F1 è ancora intatto. Questo per buona pace del pensiero detrattore di molti “anti”. La pseudo polemica finisce qui, non è certo questo il senso dello scritto. Al contrario parliamo dei fatti della pista, dove le frecce nere e grigie continuano a faticare tremendamente nelle normali condizioni. Esattamente quello che è successo stamani sino alla SQ3.
Sul manto asciutto, nonostante le temperature basse che piacciono alle vetture tedesche, il rendimento era molto lontano da quello stimato. La W15 soffre di un sovrasterzo cronico. Un po’ come la Ferrari ma senza dubbio superiore. Se la SF-24 riesce comunque a gestirlo e in certi casi a trasformarlo addirittura in un vantaggio , godendo di un’ottima rotazione, per le auto di Brackely il discorso è certamente diverso. Nelle curve alle basse velocità Mercedes ha sofferto non poco a Shanghai. Tante le correzioni sul volante da parte dei piloti che di riflesso inficiano negativamente sul laptime.
Ci riferiamo a una mancanza intrinseca di grip meccanico, dove altezze da terra e soprattutto gli schemi sospensivi sono colpevoli. In queste piste dove il layout presenta curve miste, il giusto compromesso relativo alla rigidità del retrotreno proprio non si riesce a trovare. Uno schema push-rod tutto nuovo che ha dato problemi sin dalla prima sgambata in pista nei pre-season test del Bahrein e, purtroppo, continua a darli a distanza di circa 2 mesi. Una soluzione vera e proprio al momento non c’è. O forse sarebbe meglio sostenere che non è stata ancora trovata. Questo perché tutto sommato la Mercedes W15 non è certo da buttare e il potenziale inespresso esiste.
Mercedes, dicevamo. Una monoposto di F1 che in Cina soffre con il rear-end. Quando la coperta è corta gli esperimenti sono sempre fini a se stessi. La monoposto che porta sulla scocca la Stella a Tre Punte resta parecchio imprevedibile. A determinati range di velocità, in curva, diventa scorbutica e instabile. Fattore che sotto la pioggia è certamente peggiorato, in quanto il bilanciamento non faceva di certo presenza. Proprio per questa ragione vale la pena sottolineare la grande prestazione di Lewis che, zitto zitto, come si suol dire, ha messo dietro rivali più giovani e soprattutto molto più accreditati.
Il primo è il suo compagno di squadra, l’erede al trono, se così possiamo definirlo. Le gomme del ventiseienne di King’s Lynn, spendendo un tempo troppo lungo in pitlane si sono raffreddate eccessivamente. Questo perché la vettura numero 63 ha patito il grande traffico nella corsia box. Peccato che lo stesso scenario si sia verificato anche per altri, aggiungiamo noi, e il risultato è stato ben diverso. Quindi se in parte è assolutamente vero quello che sostiene l’inglese, possiamo dire che la sua bravura nel mettere assieme una tornata sufficiente per passare il taglio e accedere alla SQ3 non è stata all’altezza dei colleghi.
George non ne fa un dramma. D’altronde era la sessione classificatoria che compone la griglia della Sprint Race, la mini gara da 100km, circa 19 passaggi sul traguardo in questo caso. La qualifica che conta è quella di domani per Russell. Contento lui, noi anche. Per il resto possiamo aggiungere un fatto: tenendo presente che il britannico guida comunque una Mercedes, scattare dall’undicesima posizione non preclude affatto un piazzamento a punti, specie considerando che le incognite resteranno tali anche sull’asciutto e il tempo per recuperare esiste a prescindere, quindi. Tornando a Hamilton le sue parole confermano quanto detto in apertura.
“Con la pioggia la mia qualifica ha preso vita“. L’asfalto bagnato ha offerto una chiara possibilità ai piloti: usare il proprio talento per sopperire alle carenze della vettura. Osservando il risultato finale possiamo confermare che tale scenario si è palesato. L’aderenza era nulla per tutti. L’entusiasmo del trentanovenne di origine caribeña è saltato fuori e come un falco in picchiata sulla preda, il futuro pilota della Ferrari ha fatto vedere a tutti che la voglia di primeggiare è sempre molto alta. Ma domani non dovrebbe piovere. Lewis lo sa. Un contesto dove sfruttare il vantaggio acquisito non sarà impossibile, ma comunque molto complicato.
La speranza che le condizioni climatiche si ripresentino anche durante la prima delle sei Sprint Race della lunghissima campagna agonistica 2024 esiste. Contesto competitivo dove il Re Nero potrebbe fare ancora la differenza. Se così non sarà l’obiettivo mira a difendere la posizione conquistata dal ritorno di Ferrari e Red Bull. Senza dimenticare un certo Fernando Alonso che al pari dell’inglese, benché nel suo caso le primavere sulle spalle siano addirittura quattro in più, ha tutta l’intenzione di dare battaglia e perché no salire sul podio. Ne sapremo di più dalle 5.00 AM di domani.
Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: Mercedes AMG F1 Team – F1