Adrian Newey e Ferrari, il sogno continua. Il progettista britannico è al centro di molte voci che lo vorrebbero fuori dalla Red Bull entro la fine di questa stagione. L’affaire Horner e tutto ciò che ne è conseguito, potrebbe infatti spingere il genio del team austriaco a lasciare Milton Keynes dopo quasi 20 anni. Una mossa che chiaramente potrebbe aprire a scenari importanti sotto diversi punti di vista e per squadre importanti, le quali potrebbero anche fare “carte false” per assicurarselo nel prossimo futuro.
Vi abbiamo già parlato di come la Ferrari si sia mossa nelle scorse settimane non appena ha avvertito i forti scossoni poi arrivati in casa Red Bull: convincere Adrian Newey a muoversi e lasciare l’Inghilterra però non è cosa da poco, ma la Scuderia Ferrari potrebbe giocare una carta interessante, ovvero Lewis Hamilton, pilota con il quale l’inglese avrebbe molto piacere a lavorare prima di chiudere la sua gloriosa carriera in Formula 1, e dall’altra parte anche al sette volte campione del mondo non dispiacerebbe unire finalmente le forze dopo anni di flirt mai andati a buon fine.
C’è un però: nelle ultime settimane anche l’Aston Martin pare abbia messo gli occhi su Newey. Il team capitanato da Lawrence Stroll, con il supporto del main sponsor Aramco avrebbe messo sul piatto una cifra non indifferente per assicurarsi il genio britannico. Fermo restando che per uno come Newey, i soldi contano tanto e non quanto, a lui interessa soltanto disegnare le macchine più veloci, guidate dai piloti migliori del mondo, ergo, la situazione può essere allettante come no, dipende dai punti di vista e dalle necessità soggettive.
Vedere Newey in Ferrari sarebbe chiaramente un sogno, non solo per i tifosi della rossa ma per tutto il movimento della Formula 1, a coronamento di una corte davvero longeva. L’inserimento dell’Aston Martin però potrebbe scompigliare i piani a Maranello, anche perché Stroll può contare su una struttura sempre più in crescita, su un pacco di soldi (cosa che in Ferrari ovviamente non manca, ndr), sul motore Honda e sul fatto che così facendo, Newey resterebbe in Inghilterra, da sempre uno dei punti cardini quando si parla di trattative che lo riguardano.
Ricordiamo anche la collaborazione proprio tra Adrian e l’Aston Martin per la realizzazione della Valkyrie, una delle super car più veloci al mondo, sfruttando anche quella che fu una partnership tra la Red Bull e lo stesso marchio britannico. Un progetto che, di fatto, lega Newey all’azienda oggi di Lawrence Stroll. E’ una postilla, non vuol dire assolutamente nulla, ma è un pezzettino di cronaca che andava comunque messo nel calderone di tutto il nostro discorso.
Aston Martin però, ufficialmente, ha voluto negare la corte nei confronti del genio inglese. Il team principal Mike Krack infatti ha gettato acqua sul fuoco sulla vicenda, forse anche per proteggere i suoi uomini attualmente nella compagine tecnica della squadra di Silverstone: “Abbiamo un team molto forte con Dan Fallows, Tom McCullough, Luca Furbatto e Bob Bell. Siamo molto soddisfatti della squadra a nostra disposizione in questo momento”.
Tutto questo ovviamente al netto della sua permanenza in Red Bull, cosa certamente non esclusa. La RB20 continua a vincere e dominare gare e campionati, ma i problemi all’interno dell’azienda restano e le tensioni sono più accese che mai, anche se non lo si dà a vedere. La sensazione è che entro fine stagione, però, qualcosa accadrà, e figure considerate chiave negli ultimi 20 anni non faranno più parte dell’azienda bibitara nel prossimo futuro.
Già da tempo nella collaborazione con Red Bull, il genio di Stratford-Upon-Avon ha una presenza alternata in factory, limitandosi a fare presenza una media di tre giorni a settimana. Questo malgrado la sede a Milton Keynes sia da lui raggiungibile in pochi minuti. Il problema della presenza non continuativa non sarebbe un limite per la Ferrari in quanto, anche nelle annate trionfali dell’era Michael Schumacher, il super consulente Rory Byrne, asso nella manica dell’allora Cavallino Rampante, era spesso impegnato in tante attività extra sportive quali pesca subacquea.
Tuttavia il nord africano possedeva un gruppo di lavoro al suo servizio, in grado di traferire i suoi concetti sulle migliori monoposto che Ferrari ha sfoderato nei primi anni 2000. Per contro sappiamo come Aston Martin sia decisa nel suo corteggiamento verso Newey. Una sorta di all-in, ora o mai più. I soldi non mancano, le strutture nemmeno. Per di più va considerata la futura collaborazione con Honda come partner esclusivo per la progettazione e creazione delle power unit 2026. Un gruppo di tecnici e ingegneri in fase di assemblamento, tenendo presente che la quasi totalità del gruppo di lavoro che ha partorito l’attuale unità di potenza che spinge la RB20 è stato assorbito da Red Bull Powertrains.
Parliamo di circa 150 individui. Ciononostante le ambizioni della futura Aston Martin–Honda sono davvero alte. Lo testimonia la nuova base europea che farà il pari con la storica sede di Sakura. La scuderia di Silverstone sta spingendo molto, cercando di replicare il “prodotto Red Bull“. Una sfida che parte da zero dove il sessantacinquenne britannico avrebbe carta bianca su tutto. D’altra parte Newey ha necessità di disegnare e dare libero sfogo alla sua grande inventiva. Non è interessato a lotte di potere e intrighi, ambiente che il team campione del mondo sta abitando da qualche mese, oramai. Per il resto c’è un fattore importante.
Tra Oliver Mintzlaff (CEO dei progetti aziendali e dei nuovi investimenti della Red Bull GmbH) e Christian Horner non scorre affatto buon sangue. Proprio per tale ragione un’eventuale perdita di Adrian andrebbe a depotenziare il valore di Christian che a quel punto mostrerebbe una vulnerabilità decisamente superiore. Per il resto c’è un’altra motivazione interessante. Determinati scenari all’interno del mondo della F1 difficilmente avvengono per caso. Resta nel recente passato ha saputo mostrare il suo valore in Ferrari. Eppure, in uscita dal team Haas, la scuderia italiana non lo ha preso minimamente in considerazione di fatto liberandolo.
Come sappiamo il faentino si è accasato in Mercedes assieme ad un altro tecnico della rossa, al secolo Enrico Sampò. Simone sarà il direttore dello sviluppo strategico e risponderà del suo lavoro direttamente al responsabile tecnico del team tedesco James Allison. Mentre Enrico dedicherà i propri sforzi sulle applicazioni software relative alle prestazioni, tenendo presente che a Maranello era il supervisore del gruppo simulativo. Ora, ragionando fuori dagli schemi, pensare che nella contrattazione avanzata tra Newey e Ferrari il britannico abbia posto eventuali condizioni per il suo approdo non sarebbe di certo una follia.
Al contrario il “manico” inglese possiede già un pool di tecnici affiatati a sua completa disposizione che, come detto per Rory Byrne a suo tempo, hanno l’estrema capacità di trasferire idee e concetti di Newey sulle vetture. Benché questo ultimo ragionamento si muova nel campo delle ipotesi, potrebbe comunque far parte di uno scacchiere che già si sta muovendo, in quanto il top management della Ferrari continua a flirtare con Newey e l’intenzione di portarlo in Italia tramite altri incontri per supportare un nuovo ciclo vincente resta più forte che mai.
Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari – Oracle Red Bull Racing – Adrian Newey