Con il mondiale di F1 ormai entrato nel vivo, ma che vede sempre la Red Bull dominare con il suo campione assoluto, ovvero Max Verstappen, il pensiero di tanti si sta spostando a quello che accadrà dal 2026 con il nuovo regolamento tecnico in merito alle power unit. All’inizio del prossimo anno infatti le squadre potranno iniziare il loro lavoro sulle vetture di nuova generazione, una sfida che coinvolge costruttori e motoristi.
A proposito di motori/power unit, chiamatele come cavolo vi pare, la situazione della Red Bull ha scatenato un po’ di polemiche qualche anno fa, quando la Honda lasciò di fatto la squadra di Milton Keynes (salvo poi tornare per marchiare la RBPT, quantomeno ufficialmente, ndr) per concentrarsi esclusivamente sulle power unit 2026. A quel punto, Horner e compagnia cantante hanno ben pensato di istituire la Red Bull PowerTrains nel 2021.
Una nuova sfida per la Red Bull, la quale non ha perso minimamente tempo, volendo innalzare il suo livello non solo per quanto concerne il telaio, ma anche diventando motorista. Un qualcosa che può sembrare impossibile, ma in realtà, una volta ingaggiati i tecnici giusti, con le strutture più adeguate (e siamo certi che a Milton Keynes ne abbiano a bizzeffe, ndr) si può creare qualcosa di davvero importante, anche in un tempo relativamente breve (parliamo comunque di anni, sia chiaro).
Ma cosa intendiamo esattamente? La Red Bull, dopo “l’addio” di Honda annunciato nel 2020, ha ben pensato di ingaggiare dalla casa giapponese circa 150 tra tecnici e ingegneri per dare continuità al suo progetto. Questo cosa vuol dire? Per sommi capi, facendo un discorso molto semplice, dal 2026 avremo una power unit Red Bull, marchiata Ford, la quale fornirà la batteria, con derivazione e conoscenze Honda. Mettendola su questo piano, viene facile pensare come la squadra austriaca, in realtà, non sia così “novellina” nella costruzione dei propulsori turbo-ibridi.
Questo è il messaggio che ha voluto far passare recentemente Christian Horner, team principal del sodalizio anglo/austriaco/thailandese. Le domande su questo argomento, lo abbiamo già scritto, sono sempre più frequenti, e il britannico, un po’ per mettere le mani avanti, un po’ forse per sfottere, ha ben pensato di dire: “Siamo indietro di 70 anni rispetto alla Ferrari“.
A parte il fatto che dal 2026 si ricomincerà praticamente da zero, con una power unit più semplice, senza l’MGU-H, e quindi tutti saranno nelle stesse identiche condizioni, ma caro Christian, le PU sono entrate in vigore in F1 soltanto dal 2014, e ogni tot di anni in questo sport ci sono sempre stati cambiamenti regolamentari che hanno coinvolto anche i motori, quindi questa tua paraculata, obiettivamente, l’avremmo volentieri risparmiata.
Per l’amor del cielo cara Red Bull, non stiamo parlando di giocatine a carte, siamo onesti, ma nemmeno farci passare per ostacoli insormontabili questioni che evidentemente, nella realtà dei fatti, sono più semplici di quanto si possa, anzi, voglia dire. Lo abbiamo scritto prima: 150 tra tecnici e ingegneri che prima lavoravano per Honda, dal 2021 sono stipendiati dalla Red Bull, e stanno partecipando alla nascita della nuova power unit.
Non solo però, perché negli anni la squadra di Milton Keynes ha fatto mercato tecnici, andando a pescare, pensate un po’, dalla Mercedes: nel 2022 infatti arriva l’assunzione di Ben Hodgkinson, ex capo High Performance Powertrains delle Frecce d’Argento, al quale è stato assegnato il ruolo di direttore tecnico. Successivamente sono arrivati anche Steve Blewett, direttore di produzione, Omid Mostaghimi, capo dei settori motore, elettronica e recupero energetico, Pip Clode boss dei progetti meccanici per il recupero energetico, Anton Mayo, responsabile della progettazione unità di potenza a combustione e infine Steve Brodie, leader delle operazioni della parte termica.
Queste ultime righe sono un estratto di un nostro articolo al riguardo, e che ci dice anche della differenza tra quella che era la Honda, e quella che sarà la nuova sfida della casa giapponese andando a fornire unicamente l’Aston Martin dal 2026. Tutto questo casotto per dirvi che, seppur la sfida della Red Bull sia sicuramente importante e affascinante, non lo mettiamo in dubbio, ci viene molto difficile pensare a una RBPT “impreparata” nel 2026 e non al livello di Ferrari, Mercedes e Honda stessa. Quindi, caro Horner, abituato a giocare con le parole, non ce la dai proprio a bere.
Autore: Andrea Bovone
Immagini: Red Bull