Verstappen si appresta a salire sulla Red Bull per riprendersi la leadership. Un weekend importante per la squadra di Milton Keynes. Il Gran Premio di casa è servito, considerando che ben 150 tecnici ex Honda lavorano nel reparto powertrain. E così, proprio a Suzuka, arriva l’occasione per dare una bella accelerata non solo in pista. Sì perché il gruppo di tecnici capeggiati dal genio di Adrian Newey ha deciso di anticipare alcuni aggiornamenti. In attesa di vedere il nuovo fondo annunciato, in giornata abbiamo discusso e spiegato le modifiche nella parte centrale della RB20.
Innanzi tutto ci riferiamo al piccolo ma effettivo re-shaping relativo agli inlet delle pance. La così detta “letterbox“, apostrofata in questo modo visto la sezione molto ridotta d’entrata che ha subito un ulteriore ridimensionamento. Inoltre la sua collocazione è ancor più alta per guadagnare qualche millimetro cubo utile a liberare ulteriormente l’aerea dell’undercut, zona davvero molto importante della monoposto per la gestione dei flussi all’interno del corpo normativo vigente. Inoltre è comparsa una nuova “air duct” al lato del cockpit. Una porzione dell’auto solitamente di poco interesse aerodinamico, in quanto la struttura del fluido è caotica.
Tenendo presente che l’ingegnere nativo di Stratford-Upon-Avon, all’interno dei sui “deliri progettistici” sa sempre cosa fare, se tale soluzione fa presenza sulle vetture colorate blue racing un motivo c’è e, senza dubbio, fornirà i vantaggi sperati. In attesa di vedere le monoposto austriache girare sul bellissimo circuito nipponico, possiamo commentare ancora un fatto. Per quanto concerne il carico installato sulla Red Bull, benché gli aerodinamici testeranno diverse versioni, pare che la downforce scelta sia medio-alta, poi accoppiata con una beam–wing adeguata.
Senza dubbio tutti ricordano il problema sofferto dalla vettura numero 1 al giro 4 di Melbourne che di fatto ha messo la parole fine alla gara del tre volte campione del mondo di F1 in maniera anticipata. La nostra redazione a suo tempo aveva realizzato un focus sull’impianto frenante della Red Bull RB20. La parte posteriore utilizza un’unica linea freno dal cilindro principale per servire entrambe le pinze “interrotta” dal brake by wire, sistema che a sua volta usa una pompa motorizzata che aziona i freni al retrotreno.
Ragion per cui all’altezza dell’asse posteriore la linea del freno si sdoppia per servire ciascuna pinza tramite uno splitter, dove partono due bracci oscillanti che si dirigono verso le pinze. In questo punto troviamo la componente “dry break” che consente la rimozione della pinza senza dover spurgare l’impianto, area dove si è palesato il problema. Un guasto in questo punto, di fatti, consente al freno di funzionare ma non di rilasciare la pressione bloccando il sistema. Prendiamo ora in esame le parole di Max Verstappen nella giornata odierna.
Verstappen non si definisce affatto preoccupato e allo stesso tempo rivela il provvedimento che l’equipe di meccanici prenderà in questo week-end per evitare situazioni spiacevoli. L’olandese sostiene come alcune procedure nel lavoro cambieranno da domani, per far si che tale grattacapo non si verifichi più. Parliamo di una chiara conferma del fatto che il problema quasi sicuramente era di carattere umano, in quanto dopo aver rimosso la pinza del freno a margine della qualifica, al momento di ricomporre l’elemento un errore “stupido” ma fatale ha colpito. Sono cose che possono succedere anche a Red Bull, più che altro per ricordarci, ogni tanto, come anche loro sono dei “banalissimi umani”.
Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: Craig Scarborough – @ScarbsTech – Oracle Red Bull Racing