Il team di F1 Aston Martin ha perso il punto corretto di lavoro della sua monoposto. Medesima questione si era verificata lo scorso anno, proprio sul più bello, quando la AMR23 aggiornata proprio non ne voleva sapere di funzionare. Un grattacapo che la squadra di Sheldon Strulovitch, al secolo Lawrence Stroll, non è riuscita più a risolvere. Risultato? Da seconda forza poco a poco si è vista superare da Mercedes, Ferrari e in extremis anche dalla grande rimonta della McLaren. Un quinto posto finale nella classifica costruttori che ha fatto male davvero.
Nel 2024 le cose sono iniziate in maniera diversa. Nessun exploit ma comunque una buona vettura. Poi, dopo 7 gare sul groppone e diverse modifiche importanti tra cui fondo, pance e alettoni, la Aston Martin pare nuovamente persa. La mancanza di correlazione dati tra simulazioni e pista fa presenza? Può essere. Il weekend appena trascorso è stato probabilmente il più difficile di questo mondiale che sta prendendo una piega decisamente negativa. Alonso, non ancora scomparso dai radar come il compagno, ha pagato per tutto il fine settimana l’errore commesso nelle Fp3. L’uscita di pista alla Rivazza ha infatti obbligato il team a un lavoro extra che ha portato a un nulla di fatto in qualifica.
A causa di questo problema la gara sul circuito di F1 che sorge sulle rive Santerno è diventato un vero e proprio test. Gli stessi protagonisti lo hanno rivelato senza troppi problemi. L’obbiettivo della scuderia era piuttosto chiaro in tal senso: cercare di capire la monoposto tutta verde e più precisamente raccogliere dati sul funzionamento degli aggiornamenti, in vista di un weekend complicato come quello di Montecarlo. La pista ha rivelato chiaramente come ci sia una grossa differenza tra i dati che forniscono le simulazioni in fabbrica e il comportamento della vettura sul tracciato.
Questo fattore, nella moderna F1, comporta un complesso lavoro di fine tuning che rende più difficile la comprensione della monoposto da parte dei piloti. Aggiustamento che tra le altre cose non funzionano di certo alla perfezione. Tutte queste mancanze comportano un abbassamento della fiducia nel mezzo quando i piloti si trovano alla guida. Elemento che implica un forte allontanamento dal limite di prestazione massima raggiungibile con Aston Martin AMR24. monoposto.
All’alba di un fine settimana dove la conoscenza del mezzo è fondamentale, il lavoro di simulazione che è stato svolto a Silverstone dev’essere ancora più raffinato. La volontà è quella di deliberare degli assetti che permettano una guida “confident” ai piloti, per poi provare a massimizzare il setting rispetto alla pista. Solo tramite la messa a punto, Aston Martin cercherà di far convergere questi due aspetti. I diversi aggiornamenti introdotti negli ultimi due mesi devono essere sfruttati al massimo, con l’intento di fornire un reale riscontro in merito al miglioramento prestazionale che possono fruttare.
In linea generale, possiamo dire che Aston Martin scenderà in pista con la configurazione da alto carico aerodinamico già montata sulla vettura nel GP italiano. Anche la ride height sarà un aspetto tecnico su cui il team andrà a lavorare molto. Sappiamo come le modifiche apportate all’ala anteriore avessero tra gli scopi, quello di aumentare la massa d’aria che va ad alimentare il fondo. La squadra britannica dovrà alzare necessariamente l’altezza da terra della vettura per non usurare eccessivamente lo skid block, presente nella parte inferiore del pavimento.
L’altezza maggiore va incontro alla dinamica del veicolo che può optare per assetti più morbidi. Riducendo il rollio, le AMR24 risulteranno più solide in inserimento, consentendo una fiducia maggiore ai piloti. La rigidezza maggiore all’avantreno dovrebbe migliorare la working range della sospensione che nonostante il grosso lavoro eseguito nell’inverno, non è ancora stato pienamente ottimizzato. La massima spinta verticale al posteriore verrà abbinata ad un retrotreno più morbido. Questa scelta va incontro alla guida dei piloti, favorendo la trazione per massimizzare la prestazione in qualifica.
Inoltre, sebbene l’usura gomma sia per certi versi trascurabile nel GP di Monaco, questo concept tecnico, in gara, dovrebbe aiutare nella gestione delle temperature al posteriore. Una delle ragioni principali per le quali il team di Silverstone era poco competitivo, infatti, era causato dalle coperture in overheating con alto carico di benzina a bordo. Tutte queste modifiche devono pertanto trovare un chiaro punto di incontro con le novità tecniche in questione che, dopo la performance dell’ultimo weekend, pare tutt’altro che un’azione scontata.
Un circuito tanto affascinante quanto complicato come quello di Monaco, senza ombra di dubbio non aiuta la causa della storica scuderia inglese. La messa a punto con la quale le “verdone” scenderanno in pista sarà cucita principalmente sulle caratteristiche di ogni pilota. L’obbiettivo primario del team, inoltre, sarà quello di portare ai box senza danni le monoposto ad ogni run, cosa per nulla scontata a Monaco per la vicinanza dei muretti e la suddetta scarsa fiducia dei suoi alfieri verso la AMR24.
Autori e grafici: Alessandro Arcari – @berrageiz – Leonardo Pasqual – @PasqualLeonardo
Immagini: Aston Martin – F1Tv