Formula 1

La F1 pensa al ritorno dei motori aspirati eliminando l’elettrico

La F1 è nel bel mezzo di una rivoluzione tecnica. Entro giugno infatti, saranno determinati i regolamenti in merito alle power unit che dovranno essere utilizzate dal 2026 in poi. Parliamo di unità di potenza più semplici, senza elementi come l’MGUH, e che portano il Circus ad uno step successivo per quel che concerne la sostenibilità tanto decantata negli ultimi anni, specialmente da quando appunto sono arrivati i motori turbo-ibridi.

Onestamente, questi propulsori non hanno mai fatto breccia nei cuori degli appassionati, abituati intanto a un ben altro suono, cosa che in una competizione motoristica si rivela comunque una parte essenziale, e poi ovviamente parliamo di questioni squisitamente tecniche: siamo arrivati a power unit che durano per diverse gare nel corso della stagione, o almeno questo è l’intento, con piloti e team chiamati a gestire ogni cosa per far durare il più possibile le componenti.

La power unit 066/12 della Ferrari SF-24

Nella Formula risparmio di oggi non è certamente una novità, ma il mercato dell’auto è un po’ cambiato negli anni, e si pensava che l’elettrico prendesse molto più piede, quando invece sta creando diversi danni alle case automobilistiche, le quali oltre l’ibrido, al momento, non sembrano volersi spingere più di tanto, anche perché i consumatori, in linea generale, non si sono mai appassionati alle auto completamente elettrificate.


F1, Flop elettrico: l’ibrido potrebbe essere accantonato

Chiaro è come in F1 anche dal 2026 la componente elettrica sarà ancora fondamentale per far sì che i motori possano spingere al massimo, ma forse qualcosina nelle menti dei vertici del Circus e della FIA sta cambiando, ed è un qualcosa che si paventa già da diversi mesi anche in chiacchiere informali tra vari addetti ai lavori e che bazzicano attorno a questo mondo, ovvero il ritorno ai motori aspirati in un futuro non poi così lontano.

Per far sì che ciò avvenga però bisogna credere e investire nei carburanti sintetici, ovvero quelli sostenibili. E’ un’idea, nemmeno troppo pazza, che lo stesso CEO di Liberty Media Stefano Domenicali ha messo sul piatto nella conferenza stampa prima del Gran Premio dell’Emilia-Romagna e del Made in Italy, che in questo weekend vedrà impegnata la F1 nello storico tracciato di Imola.

Tracciato Enzo e Dino Ferrari, Imola

L’ex team principal della Ferrari infatti non ha escluso la possibilità di fare un passo indietro con le power unit a partire dalla stagione 2030, ma devono appunto verificarsi le condizioni di cui sopra. Un periodo abbastanza lungo di ricerca e sviluppo che potrebbe in futuro ridare alla massima categoria a ruote scoperte del motorsport una parte di quel DNA che inevitabilmente è venuta a mancare con l’arrivo dei propulsori turbo-ibridi all’inizio del 2014, quando in tanti ci mettevamo le mani nei capelli per quello che stavamo vedendo, e soprattutto ascoltando.


F1 2030: carburanti sostenibili e motori aspirati

La strada della sostenibilità e della gestione delle componenti è stata tracciata già da tempo dalla F1, e ogni anno c’è sempre quella piccola restrizione in più che fa storcere il naso ai più. Non crediamo che un eventuale ritorno agli aspirati, cosa che sarebbe assolutamente gradita, indichi un “liberi tutti” per quanto concerne i tempi e i modi di utilizzo dei motori, ma quantomeno sarebbe un vero passo verso le preferenze del pubblico, una volta tanto accontentato.

Stefano Domenicali, CEO della F1

Attenzione a correre troppo però, perché ancora non abbiamo ben chiare le regole per le power unit 2026 che già ci stiamo proiettando al 2030. Calma, ovviamente, ma è lo stesso Domenicali a sembrare impaziente sul tema: “Il regolamento 2026 dovrebbe essere divulgato il prossimo 1 giugno, e sarà la FIA a spiegare le novità, e saranno molte, anche perché bisogna fare chiarezza in merito a una serie di considerazioni fatte e che non corrispondono al vero”.

“Il punto dolente riguarda il peso delle vetture – prosegue Domenicali -. Con le power unit ibride anche dal 2026 ci sarà un incremento del peso, ma purtroppo si rende al momento necessario. E’ diventato un tema significativo, pensando soprattutto a quanto pesavano le macchine anche soltanto dieci anni fa. I piloti vorrebbero auto più leggere, e io personalmente vorrei anche un suono più importante rispetto a quello attuale. E’ un qualcosa di molto richiesto, facendo tutte le analisi di mercato del caso”.

“Non appena il regolamento 2026 sarà definito, inizieremo a pensare a quello che sarà il passaggio ai motori del 2030. La considerazione che faccio è puramente personale, non l’ho condivisa ancora con i team ma ne ho parlato con la FIA: se le benzine sostenibili faranno il loro dovere, dovremo valutare se continuare con i motori ibridi oppure andare per altre strade e cercare delle soluzioni migliori”.

Saudi Aramco, uno degli sponsor più importnati della F1

Tanti piccoli appunti che però fanno capire come dopo più di 15 anni di era turbo ibrida, la F1 possa tornare agli aspirati con carburanti sintetici. Una soluzione che Aramco, partner dell‘Aston Martin e del Circus stesso, sta testando da diverso tempo sotto il seguito attento proprio della F1. Una questione che sicuramente analizzeremo nei prossimi mesi/anni, in attesa del regolamento tecnico in ottica 2026.


Autore: Andrea Bovone

Immagini: Scuderia Ferrari – Aston Martin F1 Team – F1 – Autodromo di Imola

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