F1, Max Verstappen conquista la pole position del GP di Miami davanti a Ferrari di Charles Leclerc. Le qualifiche che si sono svolte nella giornata di ieri non hanno rispettato il classico canovaccio tattico. La pista di Miami era parecchio difficile da interpretare per gli ingegneri, con l’asfalto a 45 gradi che non ha concesso lo step evolutivo finale alla prestazione dei piloti. Nell’ultimo giro push ci sono stati molti errori da parte di vari piloti, a causa di un tracciato per nulla prevedibile
Oltre a questo, team di F1 come McLaren e Mercedes hanno cercato di tirar fuori la propria prestazione nel Q3 facendo un tentativo con gomma media. Il motivo è legato al fatto che a detta di queste scuderie, la mescola più dura permetteva uno scivolamento minore. Questo tentativo però non è bastato a migliorare i lap time della W15 e della MCL38, con i piloti che hanno effettuato il loro best lap time con la mescola più morbida nel run successivo. Tattica che pareva potesse funzionare ma in realtà ha tolto fiducia ai piloti.
Prendendo in analisi il grafico relativo alla media delle velocità all’apice delle curve, notiamo che nei cambi di direzione McLaren è la più rapida. I due piloti sfruttano l’assetto pointing e è il grip meccanico all’anteriore, generato dalla sospensione pull-rod. Norris inoltre è più veloce del compagno, in quanto monta il pacchetto di aggiornamenti completo. Sempre nel lento, Leclerc mostra una performance simile ai piloti del team di Woking, sebbene avesse le gomme non propriamente in finestra nel T2. Monegasco che mantiene una media di velocità all’apice superiore al duo Red Bull anche in curva 5 ed 8, prediligendo l’ingresso curva all’uscita.
Mercedes è in difficoltà alla 8 a causa degli pneumatici, incapaci di garantire prestazione alla vettura dopo il breve tratto in appoggio per l’eccessiva energia immessa sulle mescole. Per di più possiamo notare come Red Bull, rispetto al venerdì, abbia cambiato approccio nella gestione generale delle curve. Le velocità inferiori rispetto gli avversari non sono segno di debolezza, ma bensì la volontà di sacrificare l’ingresso in curva per preparare meglio la trazione in uscita e guadagnare maggiormente sulle rette.
Il grafico relativo al DRS, evidenzia una gestione simile rispetto alla qualifica della F1 Sprint per quanto concerne la parte ibrida. La scelta effettuata è quella di massimizzare la spinta ibrida nel secondo tratto con l’ala mobile aperta. In curva 11 Hulkenberg e Perez hanno le velocità più elevate. Haas possiede una vettura più scarica che permette ai piloti di raggiungere picchi più elevati. Le due Ferrari hanno la medesima EOSS rispetto la F1 Sprint. I tecnici della rossa hanno deciso di non modificare il carico aero. Per questo Leclerc ottiene il medesimo riferimento, mentre Sainz è più rapido di 3 km grazie ad una scia.
In curva 17, dove tutti i piloti hanno aumentato la velocità massima, gli alfieri Ferrari mostrano una prestazione simile alla Red Bull. I “due Carlo” sfruttarono un DRS efficiente che gli permette un delta velocistico di 44 km/h. McLaren invece paga una resistenza all’avanzamento endemica delle sue vetture, problema che si trascina dall’anno scorso e sul quale stano cercando di intervenire per migliorare l’efficienza. Le due MCL38, infatti, sono le più lente tra i top team. Infine, nella sezione in basso del grafico, vediamo come Red Bull e Haas ottengono in media riferimenti migliori nelle rette, mentre Ferrari, Mercedes e McLaren sono leggermente più lente.
Autori e grafici: Alessandro Arcari – @berrageiz – Leonardo Pasqual – @PasqualLeonardo
Immagini: Scuderia Ferrari – F1