F1, Ferrari scende in pista a Fiorano. Nella giornata di domani il Cavallino Rampante testerà per la prima volta l’evoluzione della SF-24. Parliamo di un pacchetto molto importante che cercherà di potenziare tutte le aree di competenza della vettura italiana. Ci riferiamo senza dubbio al fondo, macro componente che vedrà diversi cambi al di sotto della specifica, al suo ingresso e nella zona dell’estrattore laterale (floor edge). Per di più ci sarà un re-shaping dei side pod, dove la sezione d’entrata sarà minore per ingrandire il volume dell’undercut. Il vassoio a quanto pare sarà rovesciato seguendo lo stile di pensiero Red Bull. Anche panche saranno oggetto di modifica.
Stimare quanto l’up-grade potrà favorire a livello cronometrico la Ferrari non ha poi molto senso, in quanto solo la pista determinerà la bontà dell’up-dare. Senza dubbio però, malgrado la tanta prudenza di Vasseur, Cardile e compagni nelle consuete dichiarazioni di facciata, il team di Maranello si attende uno step in avanti molto ampio. L’obietto in tale senso è molto chiaro: avvicinarsi quanto più possibile alle prestazioni della scuderia di Milton Keynes, magari in determinati contesti competitivi superarle, e in linea generale dare battaglia alla RB20 in F1. Stessa cosa nei confronti della McLaren.
Per quanto riguarda il programma odierno, la rossa sta verificando una soluzione curiosa partorita dalla Federazione Internazionale per la F1. Si tratta dei benedetti paraspruzzi. Wet Weather Package che oramai da tempo memore sta facendo ammattire il gruppo di lavoro diretto dall’ex Ferrari Nicholas Tombazis, in quanto le specifiche utilizzate sino ad ora non hanno soddisfatto per nulla le idee studiate tra CFD e simulatore. Diversi i grattacapi che hanno fatto presenza, sui quali i tecnici della FIA hanno lavorato per rendere le sessioni con la pioggia comunque esistenti se parliamo di prove libere e, di riflesso, consentire ai piloti di poter disputare qualifica e gara senza essere inondati dallo spray delle altre vetture.
Dopo aver studiato diverse soluzioni di paraspruzzi, il reparto tecnico della FIA ha deciso di mettere al vaglio altre soluzioni. Quest’oggi, con l’aiuto della Ferrari, arriva la prima raccolta dati “reale” direttamente dalla pista di Fiorano. Successivamente le informazioni raccolte verranno analizzate tramite i vari confronti incrociati del caso, con la speranza di poter validare la tanto agognata appendice aerodinamica. Un processo parecchio complicato in F1, in quanto, sebbene la forma dei flussi in questa particolare condizione sia nota, restano dei dubbi sulla quantità di gocce d’acqua all’interno del campo di flusso prodotto dalle monoposto a effetto suolo.
Il principio è risultato decisamente sofisticato e di conseguenza la sua mera gestione. A tal proposito vale la pena citare una curiosità: i tentativi effettuati nel recente passato per cercare di ridurre la scia turbolenta e quindi favorire i sorpassi, di fatto ha nettamente peggiorato l’amministrazione dello spray. Da qui il riscontro fallimentare. Essenzialmente non andavano a svolgere il lavoro per cui erano stati studiati, purtroppo. Proprio per questo motivo, la Federazione Internazionale, ha partorito una soluzione per le F1 molto più invasiva. Un test diverso con delle paratie decisamente più ingombranti.
Per la natura della massima categoria del motorsport, questo brutto (a livello visiva) rimedio forse non potrà essere soddisfacente al 100%. Tuttavia potrebbe recitare il ruolo di apripista, utile alla F1 per capire verso quale soluzione muoversi a livello aerodinamico. Un lavoro più approfondito che verrà svolto durante i prossimi mesi. I paraspruzzi coprono circa i 3/4 della gomma e dal punto di vista aero avrebbero un certo impatto. Il rotolamento dello pneumatico provoca una “cascata” di complicazioni nella gestione del fluido. Con i paraspruzzi questi problemi non vengono meno, ma sì potrebbero essere ridotti sensibilmente.
Osservando le immagini che arrivano direttamente da Fiorano, si evince come determinate zone che ricoprono il battistrada frontalmente sono di fatto aperte. Parte del fluido verrebbe comunque trascinato verso il basso. Il grosso benefici di tale provvedimento, pertanto, deriverebbe dalla riduzione della scia turbolente che si vanno a creare dietro le gomme. Inoltre notiamo come anche la spalla verrebbe ‘chiusa’ con una conseguente riduzione di resistenza proveniente da quest’area piuttosto consistente. In un certo senso si ricerca in parte l’effetto dei cerchioni sulle vetture di F1 della stagione 2009.
Autori: Alessandro Arcari – @berrageiz – Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich –
Immagini: Getty Images