Negli ambienti della F1 e della FIA si sta discutendo e non poco su quanto accaduto a Miami per quanto concerne la condotta di gara di Kevin Magnussen. Il pilota della Haas, nel corso della Sprint Race, ha deliberatamente commesso delle scorrettezze, una volta penalizzato, per favorire la gara del suo compagno, rallentando Lewis Hamilton e di fatto rovinando la sua mini gara per un tornaconto del team.
Lo stesso pilota danese di F1, al termine della sessione ha fatto sapere di non essere per nulla contento di utilizzare simili stratagemmi per aiutare la squadra e il compagno di squadra, ma ha fatto capire di non averne potuto fare a meno. E’ stato anche recidivo, visto che con manovre simili, anche a Jeddah ha penalizzato la gara degli altri dopo aver ricevuto delle sanzioni, sempre per favorire Hulkenberg, piazzato in zona punti.
Gli altri team stanno iniziando ad alzare la voce in tal senso, non è plausibile che un pilota già penalizzato di 5 o 10 secondi sul tempo di gara, resti in pista a creare danno, e la FIA, anziché adottare sanzioni più severe man mano che vengono accumulate scorrettezze, ha continuato ad aggiungere secondi invece di togliere fisicamente dalla pista il pilota danese, magari con un Drive Through o la cara e vecchia penalità di dieci secondi di Stop&Go ai box.
La FIA, dopo il weekend di F1 a Miami ha notificato il comportamento recidivo di Kevin Magnussen, il quale adesso rischia anche una squalifica per aver accumulato punti di penalità sulla patente, un po’ come Alonso, anche se i due casi sono profondamente diversi. C’è chi, come Andrea Stella, team principal della McLaren, ha anche evocato la gara di squalifica per il pilota della Haas visti i suoi comportamenti reiteratamente scorretti.
In un periodo storico nel quale la Federazione Internazionale non risparmia nulla, penalizzando anche il minimo contatto (e il caso Sainz-Piastri proprio a Miami è tanto lampante quanto imbarazzante, ndr), riesce comunque a non stare sul pezzo, prendendo decisioni spesso discutibili e che non rispecchiano in alcun modo la competizione della quale è garante. Tutto il mondo è paese a quanto pare, visto che anche nel WEC la scorsa settimana, la FIA ha preso decisioni borderline, per non dire altro, senza un ragionevole motivo.
Tornando però a quello che ci interessa di più, basterebbe spremere un po’ più le meningi per capire come agire in circostanze del genere: nel caso specifico di Magnussen, il quale ha già ricevuto una penalità in tempo, e quindi la sua gara di F1 sostanzialmente conclusa (essendo Sprint, ndr), non bisogna dargli la possibilità di danneggiare deliberatamente gli avversari per un qualsivoglia motivo, che non deve essere per forza legato al favoreggiamento del compagno di squadra.
Come detto anche da Laurent Mekies, team principal dell’AlphaTauri ed ex membro della FIA, in quei casi bisogna inasprire la pena, dando al pilota un Drive Through, una penalità praticamente scomparsa dal regolamento (o meglio, c’è, ma non viene più applicata). Stessa identica cosa per i dieci secondi di Stop&Go, così da non permettere ai piloti già sanzionati di fare un po’ che gli pare, come se stessero giocando a F1 alla PlayStation in una competizione online.
Fa specie fare questi discorsi in un periodo in cui la FIA sanziona anche un respiro più profondo, ma pare che le cose possano cambiare al più presto. A Imola infatti, sede del prossimo Gp di F1, nel corso della giornata di venerdì ci sarà un meeting tra tutti i team per discutere proprio della questione, così da non permettere più ai piloti di fare i furbetti come se avessero un joypad tra le mani anziché una vera e propria vettura e con la quale puoi diventare davvero pericoloso con manovre, diciamo così, azzardate.
Nulla contro il pilota Magnussen, il quale certamente non se la sta passando benissimo, visto che Hulkenberg lo sta martellando quasi in ogni weekend, pur essendo uscente, e a quanto pare anche il futuro del danese in F1 con la Haas sembra tutt’altro che scontato, essendo un fido uomo di Gunther Steiner, del quale però la squadra americana pare voglia cancellare ogni traccia, forse anche per quel che riguarda la line-up dei prossimo anno.
La frustrazione di Kevin dopo la Sprint Race di Miami era evidente, gli si leggeva in volto tutta la rabbia del caso e questo umanamente non può fare altro che dispiacere, ma un comportamento come quello tenuto in Florida (e in parte anche a Miami) non può e non deve essere tollerato da chi è chiamato a giudicare i comportamenti in pista, specialmente quando si sanziona la qualunque, purtroppo, in questi anni. Ci auguriamo che le cose possano cambiare sostanzialmente al più presto.
Autore: Andrea Bovone