Gp Miami 2024. un altro fine settimana di “passione” per Mercedes. Un squadra di F1 che sussiste nell’abitare un contesto tecnico davvero deficitario, specie tenendo presente il prestigio della scuderia e il recente passato vittorioso. Wolff ha subito una trasformazione quasi definitiva, prendendo le sembianze di Mattia Binotto. Si sta “binottizando”, in pratica. Basta ascoltare le sue tante (troppe) parole tristi, arrendevoli, tramite le quali si capisce molto bene come le soluzioni verso una risalita siano per il momento ancora sconosciute. “Uno scenario da brividi“, così viene descritta la situazione dal team principal austriaco.
Toto si definisce alquanto infastiditi. Dover affrontare sempre i medesimi problemi non aiuta. Abbassa il morale della truppa, incapace di addentrarsi nelle pieghe prestazionali più recondite della W15 e cercare di risolvere almeno talune questioni. L’impostazione relativa alla sospensione posteriore, schema push-rod fortemente voluto per il 2024, proprio non ne vuol sapere di funzionare a dovere. Un’impostazione che non consente ai piloti di avere la giusta “confidence” al retrotreno che di fatto non sa gestire la temperatura delle gomme. Attivazione e mantenimento della corretta working range che vieta l’accesso al massimi grip offerto dagli pneumatici Pirelli.
Le scuse stanno a zero, ovviamente. Come sottolinea lo stesso Wolff, le due Mercedes W15, rispetto alle restanti vetture che compongono il lotto della F1, non riescono a “trattare” le coperture nel modo giusto e fruttuoso. In linea di massima possiamo dire che per tutti sta risultando avvero complicato farlo, pure per Ferrari, McLaren e Red Bull. Scuderie che tuttavia hanno trovato delle soluzioni studiando il ciclo di isteresi dei compound, per adattare la warm-up-strategy e ottimizzare il rendimento delle mescole nelle varie sessioni ufficiali. Tale elemento manca ancora al team di Brackely.
Per concludere l’introduzione prima di passare all’analisi, possiamo dire che dovrebbero fare presenza ulteriori up-grade a Imola. Ci sta provando, Mercedes. Un’ulteriore accelerata sul piano di lavoro necessaria per non perdere tempo ulteriore. Il target mira alla migliore gestione dei flussi che attraversano la W15. Una correzione utile non solo per innalzare il carico ma altresì per farlo funzionare nella maniera corretta. Alcuni ritocchi dovrebbero arrivare al sistema sospensivo posteriore, nel tentativo di massimizzare il rendimento nei tratti lenti e guidati dei circuiti.
Per il sesto round della campagna agonistica Mercedes ha portato alcune modifiche sulla W15. Novità al pavimento della vettura visibili e non. Per quanto concerne quelle “facilmente analizzabili, si nota un aggiornamento sul fondo nella porzione che riguarda il bordo tagliente. Osservando le immagini, si evince come il disegno dell’estrattore laterale sia completamente variato. Il dispositivo di questa macro componente presenta dimensioni maggiori per generare un livello di “carico più avanzato”. Inoltre, per quanto concerne l’area del pavimento al di sotto della vettura c’è stato un aumento del volume generale.
Sebbene al momento nessuno sia in possesso degli scatti di questa zona della Mercedes, area sempre molto nascosta per non dare suggerimenti ai propri competitor, essenzialmente sono due le aree dove avvengono gli interventi: nel volume del diffusore o in quello dei due principali canali Venturi che percorrono il fondo. Nel primo caso, l’aumentato crea un’espansione maggiore del fluido che di riflesso accresce la downforce prodotta. Nel secondo, invece, l’eventuale provvedimento cerca di migliorare l’alloggiamento della struttura vorticosa che si sviluppa al di sotto di questo elemento importante per le wing car.
Di base, le suddette strutture vorticose (che si staccano dalle fence più interne) di maggiore entità che devono essere mantenute intatte nel loto percorso verso il diffusore sono due. Al momento, i risultati ottenuti tramite i calcolatori e successivamente confermati al simulatore della Mercedes, hanno fatto presenza solamente in determinati contesti, dove la W15 ha prodotto intertempi molto buoni. Questo tenendo presente che il telaio 2024 è senza dubbio il migliore in questa generazione di vetture. Osservando gli on board si nota del sottosterzo in entrata, fattore che di conseguenza “sporca” l’uscita di curva con il sovrasterzo.
Se in Giappone la Mercedes aveva trovato un buon bilanciamento tra i due assi della vettura tedesca, a Miami questa equazione non è stata centrata a dovere. Nel primo settore della Florida la W15 si prendeva almeno due decimi da Ferrari e Red Bull. Gli aggiornamenti miravano a stabilizzare il carico aerodinamico e renderlo altresì meno sensibile alle altezze da terra. Il centro di pressione è stato avanzato senza particolari successi. Il set-up non era ottimale in America e come detto nell’introduzione dell’articolo, i problemi maggiori riguardano la mancata attivazione delle mescole.
In qualifica Mercedes non è riuscita a far funzionare la Soft, provando nell’ultimo stint in Q3 l’utilizzo della Medium, similmente a McLaren, riuscendo a gestire meglio tale copertura. Ma durante la corsa lo stesso delta a favore non è arrivato e la “fatica” per stabilizzare le temperature della gomma era davvero grande. Tra la sprint e la qualifica i tecnici hanno ridotto il carico posteriore per guadagnare 3/4 km/h. Scelta che però ha complicato l’amministrazione delle temperature. Scenario che si è tradotto in un passo inferiore con le Pirelli a banda gialla all’inizio della gara, come possiamo osservare nel grafico relativo al gap.
I tempi duri per la scuderia tedesca sembrano prolungarsi. Lewis Hamilton circa due mesi fa lo aveva preannunciato. Una situazione complicata dalla quale Mercedes spera di poter uscire con l’arrivo degli appuntamenti europei. La stagione è ancora molto lunga e McLaren insegna, vedi stagione 2023, come la capacità di lettura dei grattacapi e relative azione vincenti per correggerli è capace di far realizzare un grande salto di qualità. Il team pluricampione ci sta provando. Gli sforzi profusi sono massimi. Non ci resta che attendere per capire, come direbbe Binotto…
Autori: Alessandro Arcari – @berrageiz – Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich
Immagini: Albert Fabrega – @AlbertFabrega –