Formula 1

Perchè Newey sta andando in Ferrari

Newey molto probabilmente arriverà in Ferrari. Manca l’ufficialità che salvo ripensamenti dell’ultim’ora vedrà la chiusura della trattativa con un grande Sì. L’operazione per portare a Maranello il progettista britannico è in piedi da molti mesi e, come riportato tempo fa dalla nostra redazione, il ruolo del top management capeggiato in prima persona da John Elkann, è stato fondamentale per convincere il genio di Stratford-Upon-Avon ad unirsi ai piani futuri del Cavallino Ramante. Parliamo di un “intervento chirurgico” e mirato che nel futuro a breve termine dovrebbe essere annunciato.

La banale e ridondante litania sulla presunta barriera geografica rappresentata dall’ubicazione del team italiano va ad appannaggio degli ingenui. Senza dubbio è innegabile che il britannico abbia sempre nutrito un sincero attaccamento alla sua Inghilterra, considerando molto importanti le vicende familiari, in relazione al suo ambito lavorativo. Tuttavia, ridurre il mancato approdo passato in Ferrari a un mero fattore geografico non corrisponde alla verità. Se così fosse perchè Adrian stesso avrebbe detto “ci sono stato vicino tre volte”?

Se a prescindere il vincolo sull’ubicazione fosse stato insormontabile, le trattative passate di cui sopra non sarebbero nemmeno andate in scena, no? Le reali motivazioni del suo mancato sbarco in Via Abetone inferiore 4 erano ben diverse. Ci riferiamo in primis allo scenario tecnico-organizzativo che non aveva convinto Newey. Così come l’impossibilità di avere massimi poteri decisionali all’interno della gestione sportiva, senza essere legato a orari d’ufficio, potendo dare libero sfogo al suo estro. Sono mancate le condizioni base per chiudere l’operazione, insomma.

il geniale progettista Adrian Newey, responsabile tecnico della scuderia campione del mondo in carica Oracle Red Bull Racing

Scenario che alla “veneranda” età di sessantacinque anni è dissimile. Sappiamo infatti, lo ha confermato la stessa scuderia austriaca in tempi non sospetti, che da qualche annata a questa parte l’inglese capeggiava in qualità di super visore massimo un gruppo di lavoro senior. Ci riferiamo ad una consulenza iperuranica in grado di centrare appieno i dettami tecnici che regolano l’attuale corpo normativo, sapendo sfruttare appieno le pieghe regolamentari per trarre il beneficio massimo. Una visione di insieme sul “prodotto” Red Bull che ha guidato il gruppo di lavoro verso grandi risultati.


Perché Newey ha preso in considerazione Ferrari come unica proposta?

Ne abbiamo parlato il 9 di Aprile sostenendo come la collaborazione di Newey con Red Bull era a “presenza alternata” in factory, questo malgrado per raggiungere la fabbrica bastassero pochi minuti di macchina. Una partecipazione in media di tre giorni a settimana, anche due in talune circostanze. Un contesto lavorativo che non è affatto un problema o un limite per la Ferrari. Basti pensare all’epoca dorata di Schumacher agli inizi del terzo millennio, dove il super consulente Rory Byrne, allora vero e proprio asso nella manica della scuderia italiana, aveva tanto tempo libero da dedicare alle passioni extra F1 come ad esempio la pesca subacquea.

Il “manico” britannico era oramai abituato a dirigere un pool di tecnici molto affiatati tra di loro e soprattutto a sua completa disposizione, capaci di trasferire idee e concetti di Newey sulle monoposto di Formula Uno. Situazione davvero molto simile a quella del sopracitato sudafricano che Ferrari ha già sperimentato con successo. Per questa ragione, al contrario di Aston Martin dove l’impegno dell’inglese sarebbe molto più ampio, la buona base di partenza del reparto tecnico diretto da Enrico Cardile, in questo momento secondo alla sola Red Bull, si incastra alla perfezione nelle idee di Newey.

Adrian Newey, responsabile tecnico della Oracle Red Bull Racing

E pazienza se dovesse vivere parte della sua esistenza in Italia. La campagna modenese non è poi cosi male se paragonata al Northamptonshire, anzi. Senza contare che 1 ora d’aereo (privato) è sufficiente per tornare a casa. Distanze di certo non siderali, insomma. C’è poi un’altra questione che vale la pena menzionare all’interno di questo ragionamento che riguarda il prestigio. Chiudere la carriera in Ferrari, magari portando al titolo le vetture italiane, sarebbe senza dubbio il coronamento di una carriera stellare. Una sfida non semplice che se da un lato potrebbe “spaventare” dall’altro incuriosisce non poco.

In ultima istanza un desiderio che prenderebbe forma: la possibilità che Newey avrebbe di lavorare con Hamilton, un vero e proprio “maniaco” della F1 che non si ferma ai dettagli. Un pilota enormemente esperto, ancora super veloce, con il quale avere a he fare non può essere nient’altro che un grande piacere per Adrian. Considerando la rescissione contrattuale avvenuta il 1 Maggio, lo abbiamo già detto, il britannico avrebbe la possibilità di accasarsi ufficialmente a Maranello la prossima primavera, in tempo per incidere sul regolamento 2026. Nel mentre, suggerimenti e consigli sulla la strada da prendere per il 2025 sarebbero comunque possibili. In F1 è sempre successo malgrado il famoso gardening leave


Autore:  Alessandro Arcari – @berrageiz

Immagini: Scuderia Ferrari Oracle Red Bull Racing

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Pubblicato da
Zander Arcari