Red Bull in difficoltà, mentre Newey si aggira per il paddock di Monaco. Prima di addentrarci nel pezzo due ragionamenti. Prima o poi doveva accadere. Con la pole di Charles Leclerc nel giardino di casa del Principato di Monaco, si interrompe la striscia di otto partenze dal palo consecutive per Max, di cui sette in altrettanti round della stagione in corso. In molti non davano credito alla preoccupazione degli uomini di Milton Keynes, perché capaci di ribaltare a proprio favore anche preoccupanti avvii di weekend come ad esempio nel recente gran premio dell’Emilia Romagna.
Per una volta il profilo basso di Verstappen era corretto. La RB20 nel toboga monegasco ha faticato non poco. Gli ingegneri del team austriaco hanno effettuato diverse modifiche alla vettura durante l’arco del fine settimana e, benché la vettura abbia reagito avendo un comportamento migliore, alcuni difetti sono rimasti. L’handling necessario per potersi destreggiare con sicurezza tra muretti e guardrail del circuito di Monaco non è arrivato. Quando il livello prestazionale del mezzo non è elevato, la differenza tra un fuoriclasse e buon professionista è solare.
Proprio per tale ragione non stupisce che, nel weekend più difficile per i campioni del mondo da molto tempo a questa parte, Sergio Perez venga eliminato addirittura in Q1, mentre il tre volte campione del mondo originario di Hasselt è riuscito a qualificarsi al sesto posto, massimizzando la performance di una vettura mai così difficile da tenere in pista. Nel secondo run del Q3, a causa di un leggero contatto contro le barriere in curva 1, Max non ha potuto migliorare il suo corno.
Il campione olandese ha provato a spingere molto di più di quanto fosse possibile nel T1, cercando di sfruttare al meglio la sua RB20 e guadagnare in questo settore. Ha esagerato perchè voleva recitare il ruolo da protagonista. In F1 non si sa mai, ma pare davvero improbabile che Verstappen possa giocarsi la vittoria partendo dalla terza fila. Probabilmente si tratterà di massimizzare il bottino di punti in una di quelle gare che erano già considerate tra le più ostiche nel calendario. Per Sergio Perez l’obiettivo è la zona punti, cercando di sfruttare eventuali imprevisti che modifichino l’ordine naturale degli eventi.
Nonostante il figlio di Jos avesse capito sin da venerdì che il weekend di Monte Carlo poteva essere complicato, mai si sarebbe aspettato di dover soffrire cosi tanto con la sua “arma letale” nelle stradine del Principato di Monaco. Al termine delle qualifiche, il pilota olandese ha ammesso un fatto chiaro: il team ha provato di tutto ma nulla ha reso le cose migliori, nonostante gli ingegneri abbiano cercato di ottimizzare la messa a punto della monoposto. In particolare nel secondo settore la vettura austriaca non era affatto competitiva.
Max è entrato nel dettaglio del problematico sabato pomeriggio, sottolineando che non poteva sfruttare i cordoli perché la RB20 si è comportata in modo nervoso, perdendo solo molto tempo sul giro. Il tre volte campione del mondo ha affermato che hanno provato setup più morbidi, più rigidi, tutto, ma la monoposto si comportava sempre e solo come un kart. Nell’abitacolo aveva la sensazione di guidare senza sospensioni, a causa della incapacità della RB20 di assorbire le asperità dell’asfalto e i dossi.
In particolare nell’ultima curva, Verstappen ha rischiato ripetutamente di finire nel muro. In sostanza una monoposto troppo rigida e con evidenti difficolta nell’inserimento in curva che in un tracciato che richiede precisione chirurgica alla guida, non è proprio il massimo.
La presenza di Adrian Newey nel paddock di Monaco ha suscitato sorpresa e inevitabilmente speculazioni, in relazione allo scarso rendimento qui a Monte Carlo, del suo ultimo progetto tecnico in qualità di CTO Red Bull. Nella giornata di sabato era presente nel box Red Bull in borghese, mentre ieri è divisa ufficiale della scuderia. Come esplicitato anche nel comunicato di addio, l’ingegnere inglese sta lavorando al progetto Hypercar RB17 ed è per questo motivo che si trova nel Principato.
Onestamente vederlo block notes alla mano in prossimità della RB20 evoca un passato recentissimo, in cui il geniale progettista annotava ogni minimo dettaglio da condividere con la sua equipe. Quel che è certo è che Newey farà parte di Red Bull fino a marzo 2025 come sancito tra le parti in un accordo scritto. Ciononostante è difficile immaginare che l’ingegnere di Stratford-upon-Avon assista inerme ai problemi delle sue vetture. Molto più realistica è l’ipotesi che Newey voglia lasciare il team austriaco da vincente.
Per raggiungere tale obiettivo non è sufficiente il piano di sviluppi ipotizzato al lancio della monoposto, in quanto la concorrenza ha chiuso il gap con la RB20 più velocemente di quanto si potesse immaginare e se questo trend dovesse continuare i titoli iridati potrebbero essere a rischio. In sostanza, il mutuo soccorso offerto da Newey diverge dal comunicato con il quale si congedava dal team, ma rappresenta egoisticamente una necessità affinché il progetto tecnico RB20 non passi alla storia come una monoposto perdente.
Del resto Newey è consapevole di essere il più grande progettista in circolazione e di conseguenza pretende che il suo curriculum non sia macchiato da una sconfitta imprevedibile. Siamo nel campo delle ipotesi ma conoscendo la mente geniale dell’inglese, l’ipotesi potrebbe essere alquanto verosimile…
Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Immagini: Oracle Red Bull Racing