Formula 1

F1, perchè Red Bull non ha vinto? danni al fondo, set-up imperfetto, timing Safety Car

L’inizio del declino in F1 della Red Bull prende corpo? Quesito al quale rispondere non è affatto semplice. Al contrario pare super complicato perché da un corsa non si possono certo trarre conclusioni definitive, specie se si parla della squadra di Milton Keynes. Una cosa possiamo dirla però: il dominio incontrastato della scorsa campagna agonistica non c’è più. Due sconfitte su sei gare, il doppio dell’anno passato. Un gap sugli avversari risicato che non permette al tre volte campione del mondo di gigioneggiare in pista, con il braccio fuori dal finestrino, accelerando ogni tanto per mortificare gli avversari.

Questo l’attuale scenario di F1 che però non va decontestualizzato. Alla fine dei conti, dando un’occhiata alle classifiche iridate, Verstappen e Red Bull sono sempre in testa. Tuttavia come detto i competitor si stanno avvicinando. Se in Australia il ritiro prematuro del talento di Hasselt ci ha privato di una possibile battaglia tra SF-24 e RB20, dove un super Sainz pareva essere in grado di lottare con Max, nella giornata di ieri la prova del nove è arrivata: Norris era più veloce e per il pilota nativo del Belgio non c’era nulla da fare. Il suo rendimento non era all’altezza di quello del britannico della McLaren.

In ultima istanza, per terminare questa introduzione prima di entrare nei dettagli tecnici della gara Red Bull, ribadiamo un fatto: fornire giudizi lapidari prendendo in considerazione una sola gara è sbaglio. Non è nemmeno serio. Dobbiamo infatti considerare diversi fattori che hanno reso “umana” la RB20. Ci riferiamo al secondo appuntamento con la F1 Sprint, a un danno subito sotto il fondo per un passaggio violento sul cordolo e in ultimo e non meno importante, un errore della Safety Car che di fatto ha tolto la prima posizione a Verstappen. Terminati i convenevoli veniamo al dunque.

F1, Red Bull perde per una serie di motivi a Miami

Red Bull arrivava a Miami come grande favorita per via dell’alto livello di efficienza di cui dispone. Il principale aspetto che il team ha cercato di curare riguarda il carico al posteriore. La minore downforce installata al retrotreno ha dato vita a un posteriore limitato, più “leggero” nelle fasi di ingresso curva, perdendo quindi performance. Una RB20 che ha sofferto il tyre management in questo week-end, specialmente in qualifica anche facendo la pole. Rispetto al solito Max ha faticato sul giro secco, senza trovare una strategia di warm-up soddisfacente per mantenere la gomma nella corretta finestra di temperatura durante l’arco del tornata.

Max Verstappen (Oracle Red Bull Racing) a bordo della sua RB20 – GP Miami 2024

In gara, nello stint con gomma media l’handling nel complesso era buono. Ciononostante abbiamo constato un atteggiamento sovrasterzante nelle curve veloci che ha costretto Verstappen a gestire le mescole della sua F1 specie nelle curve del primo settore. Essere più lenti nel T1 ha aiutato Red Bull strategicamente parlando, in quanto era meglio perdere qualcosa in questo settore piuttosto che nel T2, dove invece sono presenti importanti punti di sorpasso. La forza della vettura austrica ha fatto presenza nelle zone lente più guidate, dove sono riusciti sempre ad essere i migliori. Molto buona la trazione in uscita da queste curve come ad esempio la numero 16.

Parliamo di pieghe tattiche che precedendo lunghi rettilinei dove la performance è vitale durante la cosa. Pertanto, sebbene abbiano sofferto alcuni grattacapi con il posteriore che cominciava a surriscaldarsi, tale contesto non ha precluso alla Red Bull di avere un buon passo con la media. Con la Hard invece il discorso era differente, non riuscendo a eguagliare il ritmo della McLaren di Norris. Verstappen ha perso una gara che probabilmente aveva già vinto. All’olandese non sono sfuggite di mano le speranze con il mero ingresso della Safety Car, in quanto Lando aveva solamente 11 secondi di vantaggio.

Il momento preciso dove Max perde la possibilità di vincere, si palesa perché la vettura guidata da Bernd Mayländer entra in pista subito dopo che Norris passa la linea d’uscita della pitlane. In questo modo l’inglese non era obbligato ad accordarsi alla SF, facendo un giro con un ritmo maggiore, sempre rimanendo all’interno dei delta imposti dalla Federazione Internazionale. Verstappen, dietro la Safety Car, è invece stato costretto a mantenere il ritmo della Mercedes rossa decisamente inferiore. Alla fine del primo giro in regime di neutralizzazione della corsa, il vantaggio di Norris è passato da 11 a 30 secondi.

Max Verstappen (Oracle Red Bull Racing) dietro la Safety Car nel 2° stint – GP Miami 2024

Se vogliamo valutare lo scenario in merito all’accaduto, messo in onda dalle decisioni prese dalla direzione gara, possiamo dire con certezza che non è stata infranta nessuna norma relativa alla stesura regolamentare sportiva. Corpo normativo che non stima errata la decisione. Senza dubbio il timing non ha aiutato affatto Verstappen mente lo ha fatto decisamente con Norris. L’ultimo pensiero dello scritto resta dubbioso, in quanto analizzando dati, performance delle vetture e i danni suddetto al fondo della che possono aver tolto anche 2 decimi al giro, probabilmente Max avrebbe perso comunque.


Autori: Alessandro Arcari – @berrageiz – Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich  

Immagini: Oracle Red Bull Racing – F1Tv

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Pubblicato da
Zander Arcari