La F1 si appresta ad iniziare un nuovo ciclo regolamentare. La FIA, agli albori del weekend del Gp del Canada vinto dal solito Verstappen, ha pubblicato quella che sembra essere una bozza delle normative tecniche che entreranno in vigore a partire dal 2026, e che verosimilmente saranno in atto quantomeno fino al 2029. Dopo poco tempo, alcuni team sembrano aver storto il muso, avendo letto dettagliatamente le regole.
La McLaren per esempio, nella persona del suo team principal Andrea Stella, ha fatto sapere come la FIA abbia la necessità di porre delle modifiche a questa bozza, perché tra la velocità in rettilineo e quella in curva c’è troppa differenza, e la cosiddetta aerodinamica attiva non sembra soddisfare i più, senza contare quel marchingegno chiamato al momento “Override“, una sorta di Push To Pass che insomma, non è stato accolto con giubilo.
L’ingegnere di Orvieto quindi non ha parlato della power unit, bensì di come sarà costruita la vettura di concezione 2026, anche se la nuova natura del propulsore, che di fatto sarà mezzo termico e mezzo elettrico, stando quantomeno alle volontà della Federazione e da quanto spiegato da Tombazis, potrebbe aver bisogno di ulteriori modifiche in futuro, cosa che però potrebbe far tardare e non poco lo sviluppo vero e proprio.
A parlare delle power unit del futuro della F1 ci ha pensato proprio l’ingegnere greco della FIA, che una volta appurate le considerazioni delle squadre dopo la pubblicazione della bozza dei regolamenti 2026, ha fatto capire come ci sia bisogno di unità di intenti affinché le prossime vetture siano al passo coi tempi e non abbiano degli squilibri importanti tra rettilineo e curva.
“Se fossero necessarie alcune modifiche, sono sicuro che i costruttori di power unit mi aiuterebbero e sarebbero collaborativi”. Così Tombazis ha cercato di mettere in mezzo i produttori affinché vi sia qualche modifica nei motori per far sì che le vetture del futuro possano avere più potenza. Tutto questo però sembra essere più complicato del previsto, anche perché qualsiasi eventuale correttivo dovrà essere approvato all’unanimità dai costruttori stessi.
La Mercedes, per esempio, ha fatto sapere come non vi sia alcune intenzione di tornare indietro. Già da più di un anno e mezzo infatti si sta lavorando duramente sullo sviluppo di queste unità motrici, e Toto Wolff ha fatto subito capire come la nave sia già salpata per quanto concerne la costruzione delle power unit 2026, e che non accetterà di fatto alcuna modifica su eventuali nuove proposte.
Sulla stessa lunghezza d’onda dell’austriaco c’è anche il team principal dell’Alpine, Bruno Famin, perché anche Renault è arrivata a una fase troppo avanzata per quel che riguarda i nuovi propulsori. Entrambi sono d’accordo sul fatto che si possa intervenire per quel che riguarda l’aerodinamica, ma con due anni di lavoro alle spalle, quantomeno per i francesi, apportare delle modifiche adesso non sarebbe possibile.
La sensazione è che in FIA siano rimasti un po’ interdetti da queste rimostranze da parte di alcuni team di F1, come se quanto pattuito in precedenza sui regolamenti 2026 fosse stato smentito da questa bozza pubblicata nel weekend di Montreal. Tombazis stesso, che va a chiedere aiuto alle squadre proponendo cose per certi versi improponibili come la modifica alle power unit, lo fa sembrare come un pesce fuor d’acqua senza sapere benissimo cosa stia facendo.
Al suo “fianco” c’è Christian Horner, team principal della Red Bull, il quale ha voluto smentire Wolff e Famin: “Qualcuno che non vuole cambiamenti c’è sempre – ha detto Horner riferendosi presumibilmente all'”amico” Wolff -. Questo però dipende dalla FIA, non è mai troppo tardi per cambiare qualcosa: ci sono tutte le conoscenze e le simulazioni del caso, devi guardare innanzitutto a cosa sia meglio per la F1. Bisogna fidarsi della FIA e della FOM“.
Un Wolff di traverso a priori contro la Federazione Internazionale è più che plausibile visti gli screzi degli ultimi mesi, e poi si sa, lui e Horner non vanno mai a braccetto quando ci sono delle battaglie politiche di questo tenore. Pare che le normative 2026 faranno discutere molto più del previsto, ma bisogna fare in fretta a trovare una soluzione, perché tra meno di sei mesi si metterà davvero mano alle vetture che nasceranno tra un anno e mezzo, il tempo stringe.
Autore: Andrea Bovone
Immagini: FIA – McLaren Media Centre – Red Bull Content Pool