Incredibile risultato a Le Mans per la Ferrari, che vince per il secondo anno consecutivo la 24 Ore di Le Mans in Hypercar. Dopo 50 anni dall’ultima partecipazione, la casa di Maranello riesce così ad inanellare due successi consecutivi in altrettante presenze, riuscendo stavolta a trionfare con la vettura numero 50 guidata da Antonio Fuoco, Miguel Molina e Nicklas Nielsen. Sul circuito francese è andata in scena una gara pazza ed imprevedibile, condizionata delle molteplici incognite tra cui quelle legate al freddo, alla pioggia ed al ban delle termocoperte che ha reso ancor più complicata la gestione delle gomme e delle fasi successive ai pit stop.
Sin dal via la Ferrari si è dimostrata pronta a lottare per la vittoria, con un primo giro in cui la vettura numero 50 si è subito portata al comando dalla quarta posizione in griglia, confermando una velocità di punta migliore a quella delle rivali Porsche e Cadillac. Nel corso delle prime fasi di gara, complici le differenti strategie e gli scrosci di pioggia intermittenti, diversi equipaggi si sono alternati in testa con Toyota e Porsche che si sono mostrate fin da subito come le rivali più agguerrite.
La prima grande svolta della gara è avvenuta in notturna, quando al calare del sole sono arrivati le prime neutralizzazioni dovute a diversi incidenti che hanno condizionato la direzione di gara, costretta progressivamente ad inserire diverse Slow Zone, per poi passare a momenti di Full Course Yellow ed infine a chiamare la Safety Car. I primi a fare le spese della complessa situazione, tra problemi di affidabilità e difficoltà nella gestione del traffico sono state le due Alpine e le due BMW, entrambe fuori dopo poche ore con le loro LMDh al debutto quest’anno a Le Mans.
La seconda BMW è stata particolarmente sfortunata in un contatto con la Ferrari clienti numero 83 guidata da Robert Kubica: il polacco, autore fino a quel momento di una gara incredibile che lo aveva portato addirittura in testa, ha infatti inavvertitamente speronato la BMW durante il doppiaggio di una GT3. La direzione di gara non ha avuto dubbi nel penalizzare la Ferrari gialla con uno Stop&Go di 30 secondi, cosa che l’ha messa momentaneamente fuori dai giochi per la vittoria, prima del ritiro definitivo a 3 ore e mezza dalla fine per un problema di affidabilità.
Tra gli incidenti notturni da segnalare anche quello che ha portato al ritiro della BMW numero 46 di Valentino Rossi, che era stata clamorosamente in testa in classe GT3: il “Dottore” è però totalmente incolpevole, in quanto ad andare a muro è stato il suo compagno di squadra con licenza “Bronze”, l’omanita Ahmad Al Harthy. A congelare la gara, oltre al freddo, è stato il fortissimo acquazzone notturno che ha portato ad una lunghissima fase di Safety Car durata circa 4 ore, dalle 4 del mattino fino alle 8.
All’alba si è dunque assistito ad un nuovo inizio, con le ultime 8 ore che hanno rappresentato una sorta di ulteriore manche in cui tutti i protagonisti hanno dovuto ricostruire la propria gara. Ferrari e Toyota hanno continuato ad alternarsi in testa fino all’ennesimo colpo di scena, ovvero un ulteriore arrivo della pioggia a scombinare i piani dei protagonisti a 2 ore dalla fine. Dopo il giro di pit stop per rimettere le gomme da bagnato la gara sembrava un’affare a quattro tra le due Ferrari e le due Toyota, quando due colpi di scena hanno ulteriormente cambiato le carte in tavola.
La Ferrari numero 51 ha infatti colpito la Toyota numero 8, con una manovra giudicata valevole di penalità da parte dei giudici, con la vettura giapponese costretta a ripartire dopo un testacoda. Al contempo, la Ferrari #50 in testa con Nielsen ha ricevuto una bandiera nera con cerchio arancione a causa della portiera destra rimasta leggermente aperta dopo il pit stop. Lo stop extra della 50 ha consegnato la leadership virtuale alla Toyota numero 7, quella partita dal fondo della griglia Hypercar, ma ha anche consentito alla squadra di Coletta di cambiare strategia tentando l’azzardo di andare su una sosta in meno dei rivali.
Azzardo che ha portato ad un’ultima ora e mezzo di gara al cardiopalma, con la Toyota a tirare e la Ferrari a gestire il carburante cercando di non dilapidare un vantaggio che dopo il round finale di soste era di circa 50 secondi per gli ultimi 50 minuti di gara. A spuntarla è stata incredibilmente proprio la 499P guidata da Nielsen, capace di una gestione di gara da vero campione, con l’arrivo al traguardo a serbatoio praticamente vuoto. Secondo alla bandiera a scacchi il prototipo della casa giapponese, che per il secondo anno consecutivo si è vista sfuggire di mano il successo nelle battute finali di gara.
A completare il quadro di grande festa per gli uomini di Maranello è il terzo posto della #51, vincitrice lo scorso anno e quest’anno nuovamente a podio. Per la Ferrari è l’undicesima vittoria a Le Mans, la seconda dell’era della 499P, progetto fortemente voluto sotto la presidenza di John Elkann con la squadra corse gestita da Antonino Coletta con il team AF Corse.
Autore e foto: Marco Santini – @marcosantini91
Immagini: @FerrariHypercar