Ferrari si presenta in Canada, 9° round della F1 2024 con parecchia fiducia. Parliamo della terza gara che affronterà con la SF-24 EVO, la rossa aggiornata dal reparto tecnico capeggiato da Enrico Cardile. Il team di Maranello deve ancora ottimizzare il nuovo pacchetto. D’altra parte funziona così in F1, lo sappiamo. Il Gran Premio di Spagna è stato individuato come ultima prova per capire quanto gli aggiornamenti possano rendere, grazie a un tracciato che metterà sotto esame tutte le caratteristiche dell’auto. Parliamo di un lavoro che ha preso corpo a Imola, dando i primi buoni riscontri, ma poi si è “interrotto” a Monaco.
Lungo le stradine del Principato le verifiche sono difficili in tal senso, perché si tratta di un percorso cittadino completamente a se stante nel calendario. Anche il Canada ha delle richieste particolari che si discostano un po’ dalla media, ma senza dubbio i riscontri saranno più probanti rispetto a Monte Carlo. Dal nord America dovranno quindi arrivare ulteriori conferme, con il processo di apprendimento in F1 che continuerà per allargare ulteriormente la finestra operativa che, a quanto pare, rispetto a Miami pare senza dubbio più grande.
I principali aspetti sui quali Ferrari si è concentrata in merito alla messa a punto della SF-24 sono l’aumento delle velocità di punta, cercando ovviamente di mantenere il livello di grip necessario, sommato a un miglioramento ulteriore del tyre management. Per sbloccare ulteriore performance, il team dev’essere bravo a trovare un compromesso sospensivo più favorevole nella transizione tra lento e veloce. La pista di F1 nel Québec presenta varie chicane che si percorrono a velocità dissimili. Lo scorso anno il gap si accumulava nelle fasi di ingresso, dove Red Bull guadagnava molto.
Inoltre le due RB19 riuscivano a mantenere il vantaggio in uscita sistemando la trazione. Quest’anno la rossa tende a “costruire” il laptime puntando proprio sulle fasi di inserimento. Ragion per cui, come successo di recente, i “due Carlo” dovranno impegnarsi non poco per cercare di massimizzare l’uscita dalle curve, con il chiaro obiettivo di mantenere positivo il delta guadagnato nella prima metà delle pieghe. Per farlo sfrutteranno anche l’apporto elettrico, pratica che stanno usano molto. Una percentuale di energia viene utilizzate per “sanare” le fasi d’uscita e migliorare la trazione.
Ci riferiamo a una strategia che di riflesso limita le velocità di punta che, è ovvio, proprio nel tracciato di F1 canadese è molto importante sulla grande retta del terzo settore, prima dell’ultima chinane. Rilevanza che fa tanta differenza anche sotto il mero aspetto dei sorpassi, in quanto questo tratto ad alta velocità di percorrenza del T3, è la porzione del tracciato più indicata per attaccare un avversario. Il gruppo di lavoro gestito da Enrico Gualtieri, pertanto, dovrà essere abile nello sfruttare al meglio il contributo dell’energy recovery.
La pista canadese, è inoltre composta da parecchie curve a media velocità, dove risulta essenziale avere un buon bilanciamento globale, di cui peraltro la SF-24 gode. Ferrari ha un buon carico che viene esaltato soprattutto nelle pieghe ad ampio raggio e in appoggio, qui però assenti. A livello meccanico il Cavallino Rampante ha lavorato per migliorare il compromesso sospensivo. Nei tratti veloci si tende ad irrigidire gli elementi sospensivi per ridurre i movimenti della cassa veicolo, mentre nelle zone più guidate si dovrebbe si dovrebbero ammorbidire le sospensioni per favorire al massimo il grip meccanico.
Non essendoci curve ad alta velocità di percorrenza, il compromesso sarà più facilmente raggiungibile. Anche per questa ragione bisognerà aspettare la Spagna per avere un riscontro concreto, in quanto tra Imola e Miami questa tratto distintivo si vedeva maggiormente. Per la Ferrari risulterà altresì cruciale il lavoro sul front-end. Un avantreno che sarà impostato per avere la massima reattività, al fine di affrontare al meglio i molteplici cambi di linea presenti a Montreal. In ultima istanza il tema gomme, questione che non può essere affatto sottovalutata.
Ferrari è convinta di trovarsi a proprio agio in questo tipo di condizioni. L’avantreno delle F1 può risultare difficile da attivare, ma la SF-24 per ora non ha denotato particolari problemi in questo fondamentale. Al posteriore, per contro, sarà importante limitare i micro pattinamenti sull’asfalto che contribuiscono al rapido innalzamento delle temperature potenziando il degrado. Con un retrotreno abbastanza scarico il sovrasterzo è piuttosto diffuso e bisogna saperlo gestire alla perfezione per non dar vita ai disequilibri di temperatura suddetti.
Autori: Alessandro Arcari – @berrageiz – Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich
Immagini: Scuderia Ferrari – F1 Tv