Formula 1

F1, Ferrari: il bug che ha infettato il sistema in Canada

In F1 non sempre le cose possono andare come si pensa. Ferrari lo ha chiaramente dimostrato lo scorso weekend quando, nel bellissimo circuito che sorge sull’isola di Notre- Dame, in Québec, il peggio del peggio si è palesato per la scuderia con sede in Via Abetone Inferiore 4. Una situazione talmente al limite che risulta davvero poco credibile. Eppure è tutto vero. Il Cavallino Rampante azzoppato ha spento in un solo colpo l’entusiasmo dei milioni di tifosi che popolano il globo terraqueo. Lo ha fatto in una maniera talmente netta che verrà senza dubbio ricordato negli annali della categoria.

In occasione della puntata numero 21 del podcast di Formula Uno Analisi Tecnica, torna nostro lieto ospite Leo Turrini. Il maestro ha ripercorso le gesta della rossa in quel di Montreal, cercando una spiegazione razionale sulle performance sciorinate dalla scuderia. Le motivazioni che hanno dato alla luce questo panorama terrificante che di fatto ha viziato il rendimento della Ferrari, un gruppo di lavoro che sino a Monte Carlo aveva dimostrato una competitività davvero buona e non vedeva l’ora di potersi misurare in Canada, per confermare i passi avanti dopo gli aggiornamenti sulla SF-24.

F1, il “virus” che ha distrutto la Ferrari a Montreal

Secondo Turrini è capitato qualcosa di non razionalmente spiegabile. D’altronde ci può stare che la Ferrari vada in Canada e sia un po’ più lenta delle McLaren o della Red Bull di Verstappen. Quando però durante le qualifiche del sabato, senza nessun tipo di preavviso, ti rendi conto che la Williams va più forte, idem per la VCARB e la Aston Martin, significa che qualcosa davvero non ha funzionato. Mancava solo che pure la Haas e la Stake, motorizzate con la PU 066/10, fossero più veloci per completare un quadretto inverosimilmente assurdo.

Carlos Sainz (Scuderia Ferrari) con la sua SF-24 – qualifiche GP del Canada 2024

Per questo, il nostro ospite è portato a credere che una grossa speranza che sia stato semplicemente un passo falso faccia presenza. Un fine settimana dove la rossa ha capito poco o nulla. Una sorta di anomalia non calcolata. Un bug che ha “infettato il sistema” e di riflesso ha generato questo grande disastro apocalittico. Leo supporta il suo ragionamento tramite una congettura interessante: sino a venerdì, tanto Frederic Vasseur che Leclerc, hanno continuato a sottolineare come Ferrari poteva battersi per la vittoria: lottare per la pole e provare a mettersi davanti a tutti in gara.

Tale considerazione ci fa capire come nessuno all’interno del team italiano di F1 si aspettava nemmeno lontanamente una catastrofe simile. Una disillusione tremenda. L’esperto giornalista e profondo conoscitore del mondo Ferrari, è propenso a pensare che il Cavallino Rampante abbia completamente cannato la messa a punto della monoposto emiliana. Si aggrappa a questa ipotesi, perché altre spiegazioni logiche sono difficili da far digerire ai supporter della storica scuderia, in quanto lo scenario andato in onda è parso troppo clamoroso per essere vero.

Si torna quindi a Imola, dove appunto Ferrari non era riuscita a precedere Red Bull e McLaren. Una gara però, dove Leclerc ha tagliato il traguardo praticamente in scia alla vettura del tre volte campione del mondo di F1. Può accadere, ci sta. Appartiene alla logica della campagna agonistica che stiamo vivendo, dove gli equilibri al vertice sono talmente sottili che un piccolo dettaglio marca la differenza competitiva tra le varie squadre. Quando però un contesto surreale dipinge il sabato dove una SF-24 prende paga da quasi tutti beh… in effetti più di qualcosa non ha proprio funzionato.

Partire indietro sulla griglia non è mai semplice. Si complica tutto. E pazienza per Leclerc che come sappiamo ha patito una failure alla power unit generata dal malfunzionamento della centralina. Un grattacapo che ha tolto 80 cavalli al motore, circa mezzo secondo al giro di rendimento. Ma se guariamo alla prestazione di Sainz che sino a prova contraria non ha sofferto reali problemi, vediamo come anche per lui le performance fossero davvero limitate. Proprio per tale ragione, tornare al discorso legato alle soluzioni sbagliate in merito all’assetto pare più che logico.

F1, Ferrari: il doppio KO ha reso più facile spiegare la debacle in Canada

Una chiara incapacità nel valorizzare la resa delle gomme per Ferrari, in questo weekend di F1 canadese che solo disastri ha proposto. Lo scenario è stato talmente brutto da vedere, secondo Turrini, che vale altamente la pena credere che non corrisponda alla realtà. Meglio archiviarlo come semplice episodio, insomma. D’altra parte la rossa nel 2024 ha già vinto ben due corse e prima di Montreal, il distacco nella classifica costruttori dalla Red Bull non era affatto grande. Un gap colmabile addirittura in una singola corsa, se a te tutto gira per il meglio e al team austriaco fosse andato tutto male.

Charles Leclerc (Scuderia Ferrari) viene spinto nel garage a bordo della SF-24 – GP Canada

Da un certo punto di vista forse il doppio ritiro ha reso le cose meno brutte di quello che potevano essere. Sì perché pensiamoci bene… senza il guaio al propulsore di Leclerc e l’incontro ravvicinato di Sainz con Albon, le due rosse potevano tranquillamente tagliare il traguardo fuori dalla zona punti e forse, in questo caso, spiegare una prestazione del genere ai tifosi sarebbe stato ancora più difficile e doloroso. Qualcosa non torna secondo Turrini. Per fortuna il fine settimana è andato in archivio e si pensa già alla Spagna, dove Ferrari ha il dovere di tornare in alto, senza scuse.


Autori: Alessandro Arcari – @berrageiz 

Immagini: Scuderia Ferrari – F1Tv

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Pubblicato da
Zander Arcari