F1, GP Canada, analisi on board Ferrari. La pioggia questa volta non ha risparmiato la sessione. Al contrario la gara partirà con asfalto bagnato, con tutti i piloti che sono “obbligati” a montare gli pneumatici Intermediate. Il formation lap scorre via senza troppi problemi, anche se le condizioni della pista, nel momento della partenza non sono affatto semplici. Al contrario c’è tanta acqua sull’asfalto. Lo stacco frizione di Leclerc è buono, tanto che in un paio di curve riesce a recuperare due posizioni. Alla fine della tornata arriva però lungo e Stroll si riprendere la decima piazza.
Peggio fa Sainz che invece viene messo dietro da diverse vetture, non riuscendo a trovare un minimi livello di grip. Va detto che dagli on board si vede poco o nulla su chi sta davanti, perché lo spray che viene sparato in aria dai diffusori è davvero tanto. Carlos che resta incollato alle due Williams, aspettando il momento propizio per sferrare l’attacco. Giunti alla tornata numero 5 si inizia a vedere la traiettoria sull’asfalto che si asciuga. Le gomme poco a poco entrano in temperatura e permettono ai ferraristi un spinta maggiore. In teoria, dopo il giro 7, le condizioni migliorano e non pioverà più.
Addirittura spunta il sole a Montreal. Leclerc inizia a farsi minaccioso negli specchietti di Stroll, a sua volta impegnato nella lotta con Ricciardo. Lo affianca a tornantino e i due si sfiorano con le gomme. Sainz nel mentre è impegnato con Albon. Lo spagnolo è più veloce ma non riesce a passarlo. Lo fa sapere lui stesso in radio mentre il feed video di Leclerc scompare. Considerando che l’ala mobile non si può utilizzare e la trazione in uscita dalle curve non è certo ottimale, in queste condizioni, per le due Ferrari superare gli avversari è molto complicato.
In radio, tra le altre cose, Leclerc fa sapere che soffre un problema alla PU non specificato, che però pare sia risolto. Lo conferma il ritmo del monegasco che resta in collato agli scarichi di Stroll, come Sainz vede da molto da vicino quelli di Albon. Sebbene nel T2 e T3 la pista pare decisamente più asciutta, nel primo settore resta molto più bagnata, con diverse pozzanghere che mettono in difficolta i piloti. Fattore che non ha ancora permesso ai piloti di passare alle gomme slick. Il crossover è comunque molto vicino, anche perché viene chiesto ai “due Carlo” di raffreddare le mescole in rettilineo.
Al contrario di quanto detto pare che la pioggia possa tornare a cadere sul traccio di F1 in Québec. Altra informazione interessante riguardano i provvedimento che Leclerc è costretto a realizzare sulla power unit. Parliamo dei così detti “driver default” che servono a correggere impostazioni errate dell’unità di potenza. I comandi in questo caso cambiano di continuo e pare che stiano eliminando grattacapi. Resta da capire la massima potenza sprigionale fa presenza, in quanto il monegasco ha perso contatto con Stroll e continua a smanettare con tali comandi. Oltre a questo si parla sempre molto di strategia.
L’obiettivo mira a capire prima degli avversari quando sarà in momento di passare alle gomme da asciutto. Il muretto del team italiano ci crede alla pioggia e alla tornata 21 si continua a parlare di gomme. Nel frattempo Albon svernicia Charles sul rettilineo del T3. Risulta più che evidente che la potenza del motore Ferrari non è quella corretta, visto che anche Tsunoda, il giro dopo, passa senza problemi il ferrarista che, a quanto pare, nel tratto a lunga velocità di percorrenza perde circa un secondo e mezzo. Leclerc si lamenta e Bozzi cerca di tenerlo calmo. Gli fa sapere che stanno attendendo la pioggia per avere un’occasione.
Proprio mentre Carlos stava per passare Charles arriva la Safety Car per il rituro di Zhou. Un po’ tutti ne approfittano per cambiare le gomme. Le due rosse prendono la corsia box e sostituiscono le gomme: parliamo di un ulteriore set di pneumatici intermedi novi di pacca. Nel canale radio della numero 16 si continua a parlare di una fantomatica pioggia che però non sta affatto arrivando. Nel frattempo viene chiesto che tipo di gomma slick preferirebbe Charles. Il monegasco suggerisce le Hard. Per questo viene richiamato nuovamente ai box.
Sulla piazzola la vettura del monegasco si spegne. Entra in gioco una serie di comandi per azzerare l’errore della power unit. Ripartito, Bozzi si apre in radio e sostiene appunto che hanno “fissato” il problema. Purtroppo però le Hard sono gomme del tutto inadeguate e Charles deve remare per tenere la sua monoposto in pista. Per questo sostiene che è troppo pericoloso e vorrebbe tornare ai box per montare nuovamente le Intermedie. Bozzi insiste e gli chiede di restare in pista. Peccato che Leclerc continui ad andare dritto in curva e insiste per montare le intermedie.
Bozzi a questo punto lascia a lui la scelta, dicendogli che sostituire le gomme o non farlo cambia poco a livello strategico, perchè, testuali parole, “sono nella cacca lo stesso”. Charles preferisce tornare alla Pirelli a banda verde, nel farlo chiedere se il problema alla PU è risolto del tutto. Così pare. Nel mentre Sainz stava lottando moltissimo con Bottas, Diversi i tentativi di superarlo, sino a quando non arriva al contatto e danneggia l’ala anteriore. Gli manca l’endplate destro. Diciamo che la corsa della Ferrari è un mezzo disastro, per non dire completo. Questo giunti a metà gara.
Leclerc resta in pista per la gloria e per la raccolta dati, in quanto non ci sono obbiettivo. Lo stesso monegasco chiede quale sia il target e Bozzi, dopo una pausa, dice che una volta sistemata la situazione decideranno. Nel frattempo continuano i comandi relativi alle correzioni della power unit, anche se in teoria erano risolti. Chissà. Dall’altra parte nulla di nuovo per Sainz che senza la paratia anteriore destra dell’ala, riesce comunque a mantenere il passo di Bottas. Iberico che però sostenere che sta lottando con l’anteriore destra della SF-24 numero 55.
Charles, “ritiriamo la macchina, ritiriamo la macchina”. Leclerc subito non risponde. Bozzi pertanto riformula la domanda e il ferrarista dice: “mi sembra una buona idea“. Per questo, al giro 43, la numero 16 alza bandiera bianca. Due passaggi più tardi anche Sainz imbocca la pitlane. Nel suo caso l’obiettivo era quello di sostituire le gomme passando alle slick. Un set di Medium nuovo per lui senza il cambio dell’ala anteriore. Il risultato è calcare nuovamente l’asfalto in undicesima posizione alle spalle di Albon.
Il madrileño sta cercando di prendere la zona punti. Farlo non è impossibile, visto che ha davanti a lui un gruppetto di 5 vetture. Con estrema fatica supera Albon e si lancia all’inseguimento di Esteban Ocon. Peccato che due giri più tardi, alla chicane 6-7, perde la vettura in entrata, va in testacoda e riceve un colpo da dietro proprio dal tailandese della Williams. Lo spagnolo riparte ma mezzo giro più tardi, effettuati i check tramite in sensori, Adami gli fa sapere che l’ala posteriore è danneggiata. Per questo anche lui, come il compagno è costretto al ritiro.
La conclusione finale è pietosa per la Ferrari. Una corsa che doveva e potava far realizzare il salto di qualità al team italiano si è trasformato in incubo. Il solo venerdì positivo e poi un problema dietro l’altro. All’incapacità di gestire l’attivazione delle gomme disputando una qualifica molto negativa, in gara il Cavallino Rampante fa addirittura peggio. Un doppio zero che nasce da problemi di affidabilità e strategie azzardate con Leclerc che va sommato all’incostanza di Sainz a livello di ritmo e di guida, visto che va a contatto per ben due volte con gli avversari prima di perdere la vettura nel T2, essere speronato da dietro e ritirarsi.
Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari – F1Tv